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Il referendum e Zamorani

25-10-2010 / Punti di vista

di Valentino Tavolazzi *

Zamorani di tanto in tanto esce dal letargo, spesso portando acqua al mulino del Palazzo. Del resto egli sostiene la maggioranza ed il sindaco, alleanza che ha fruttato alla sua formazione (Laici Riformisti), con 48 preferenze sue personali e soli 1791 voti pari al 2,2%, un assessore in giunta (Marescotti), un consigliere comunale (Durante) e consiglieri in tutte le circoscrizioni. In tale contesto è naturale che egli prediliga l'attacco a chi fa opposizione vera, come Progetto per Ferrara/Movimento 5 Stelle, alla denuncia degli sprechi e delle scelte sbagliate di questa amministrazione.
Adesso se la prende con il referendum autogestito, che Ppf intende organizzare sulla chiusura del Sant'Anna e del pronto soccorso in città. Zamorani utilizza nei nostri riguardi toni offensivi (alla faccia della non violenza), veicolati da termini come inganno, violenza, demagogia, populismo, illusionismo, mancanza di rispetto delle persone, truffa semantica e politica. Una reazione scomposta ed acidula, alla quale ci aveva abituato solo il Pd, che ci sorprende soprattutto perché Ppf non ha mai ingannato gli elettori.
Da sempre parliamo di referendum autogestito, esattamente come fu fatto, in un contesto diverso, con il referendum autogestito contro la turbogas e la triplicazione dell'inceneritore. Basta rileggere la stampa di quei giorni. Allora l'amministrazione Sateriale aveva bocciato il referendum regolarmente richiesto, ciò nonostante quella consultazione popolare e autogestita portò alle urne 11539 ferraresi, che poterono così esprimersi su quelle scelte. Fu un evento democratico, per la prima volta organizzato nella nostra città. Tutti lo riconobbero, compreso Sateriale.
Così come nel 2006 Medicina democratica, Wwf ed altre associazioni e comitati cittadini non si fermarono di fronte al niet dell'amministrazione, allo stesso modo oggi Progetto per Ferrara/Movimento 5 Stelle, onorando la promessa fatta agli elettori di una opposizione seria e rigorosa al palazzo e alla casta, non si ferma davanti agli ostacoli. Ecco perché, a differenza dei Riformisti/Radicali di Zamorani, da una parte organizziamo il referendum autogestito sul Sant'Anna, che ha una forte valenza politica, e dall'altra lavoriamo alla modifica delle regole che governano l'istituto del referendum, previste dallo statuto e dal regolamento, con proposte che da mesi giacciono sul tavolo della specifica commissione consigliare.
Dunque non ci innamoriamo, come il radicale, delle regole che limitano l'esercizio della democrazia ed al letargo congeniale a Zamorani preferiamo l'agire politico per cambiarle. Per noi questo significa fare politica. Il ruolo di stampella al potere non ci interessa.

* - consigliere comunale Progetto per Ferrara