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A Mons. Paolo Rabitti, per i 50 anni di sacerdozio

02-11-2010 / Punti di vista

di Tiziano Tagliani

L'intervento del sindaco Tiziano Tagliani rivolto a Mons. Paolo Rabitti in occasione del 50° anniversario di sacerdozio e 15° di episcopato, durante la Solenne celebrazione Eucaristica di domenica 31 ottobre (Cattedrale di Ferrara)

Eccellenza Reverendissima,
per il Sindaco di Ferrara è un singolare motivo di onore poter esprimere in questa nostra splendida Cattedrale il voto augurale per la Sua ordinazione e l'anniversario episcopale.
Se per il fedele è ragione di compiacimento e di festa, per il Sindaco è anche - di fronte ai pastori della chiesa locale ed ai fedeli raccolti - una grande responsabilità.
In questa felice occasione le autorità civili sono infatti interpellate da chi guida e vive la Chiesa locale "testimone autorevole della parola", ma anche lievito nella società civile, impegnata con l'originale motivazione della Fede a costruire insieme agli uomini di buona volontà una città dell'uomo che esalti il disegno del Padre su ciascuno.
Un disegno che tutti vogliamo riconoscere come caratterizzato dalla dignità, dalla carità e dalla speranza in ogni uomo.
Diverse e tutte di grande spessore sono quindi le ragioni che mi invitano a percorrere quanta più strada in questo percorso comune.
La prima ragione è rivolta alla ricerca nella Chiesa che è a Ferrara non certo di alleanze, quanto di un dialogo onesto nell'analisi delle difficoltà della comunità locale le cui preoccupazioni, credo, condividiamo.
Sono preoccupazioni sempre crescenti di carattere economico, legate alla mancanza di garanzie sui beni fondamentali che assicurano libertà e dignità: il lavoro e la casa prima di ogni altro.
La nostra società vive in pieno la crisi del paese e vede profilarsi, con condivisibile ansia, la fine di una stagione di diritti, superata, giorno dopo giorno, da una stagione di competizione fra aziende, fra culture, fra identità ed infine fra persone.
Ma anche premesso questo, non nego che sono, come Lei, convinto che questa nostra comunità sia in larga misura ammalata, e con molte linee di febbre per mancanza di speranza; e se anche la crisi economica ha le sue origini nell'etica, certo i problemi della famiglia, delle sue spesso feroci dinamiche interne, la labilità dei rapporti umani ed il diffuso senso di mancanza di responsabilità ci inducono a ricercare ogni alleanza possibile per la costruzione di una società nuovamente fondata su valori condivisi.
Abbiamo bisogno di speranza più ancora che di risorse, è in questo che la presenza della Chiesa e del suo abbraccio fraterno, carico di misericordia, all'uomo non può non essere fra i grandi contributi alla crescita del sorriso comune.
In secondo luogo non posso però tacere il disagio ed il dolore della lunga processione quotidiana di madri e di padri che incontrano il Sindaco per richiedere un posto di lavoro per il loro ragazzo, un ragazzo di trenta e più anni. Questa realtà non può non esser preoccupazione anche della comunità cristiana, né può essere affrontata da parte mia con vani e generici richiami ai valori.
Occorre che chi ha il grave peso delle responsabilità individui, da subito e concretamente, qualche soluzione e nuove opportunità.
Il Sindaco non ha la ricetta, come nessuno, ma in questi mesi ha fatto diverse proposte alle categorie economiche ed alla città. Una città, che ricordo, ha oltre 17.500 studenti universitari ai quali abbiamo negato in questi anni anche lo zuccherificio e i lavori stagionali nella campagna che erano occasione per aiutare famiglie allo stremo nel pagarsi gli studi.
Nessuno però in tempi di crisi ha rilanciato, ognuno gioca in difesa del proprio campo e, nell'attesa, quella processione si farà presto protesta e quella preziosa unità della nostra comunità, come tanto giustamente Eccellenza Lei ha recentemente ricordato, rischia di andare in pezzi nel confronto fra chi in Ferrara ha già tutela e chi non ha nulla.
Infine il prezioso clima di dialogo cordiale che Ella ha instaurato a Ferrara fra le Istituzioni tutte mi permette anche di rivolgere alla comunità dei credenti, in questa occasione, una sollecitazione ulteriore.
Qualcuno continua a pensare erroneamente che il pubblico possa e debba provvedere ad ogni bisogno materiale, dimenticando la sussidiarietà tanto invocata che è il primo dei pilastri sui quali si fonda la convivenza civile e la collaborazione fraterna di credenti e non credenti.
Una scelta improntata alla comunione, corresponsabilità, collaborazione, nella ricerca di uno stile che valorizza ogni risorsa e ogni sensibilità, in un clima di fraternità e di dialogo, di franchezza nello scambio e di mitezza nella ricerca di ciò che corrisponde al bene della comunità intera: il reciproco gratuito farsi carico l'un l'altro a dimostrazione che la società non è solo frutto della paura dell' homo omini lupus, ma di ben altro.
Ora per questo, e non è poco, confido nella continua e grande capacità della Chiesa locale di farsi interprete e protagonista delle opere di carità, di accoglienza e di solidarietà.
Oggi, più che mai, dobbiamo essere vicino alle persone più deboli e sole, alle persone anziane o ammalate, alle tante donne e ai tanti uomini che hanno bisogno di essere ascoltati, o che chiedono anche solo di un po' di compagnia: tutto questo è tratto fondante del carattere e della missione della Chiesa, ma anche per chi amministra non possono esserci alibi o deleghe bensì grande spirito di collaborazione e solidarietà.
Una testimonianza che da sempre è viva nella nostra realtà locale grazie alle tante preziose e insostituibili iniziative di sacerdoti e di laici dei quali Suo tramite ringrazio per tutto il bene quotidiano distribuito.
Mi sia permesso da ultimo un ulteriore ringraziamento alla Chiesa locale, per quel tanto che fa, anzi di questi tempi tantissimo, per il mantenimento e la valorizzazione sia delle nostre Chiese che di questa Cattedrale; edifici di culto è vero, ma reali presidi di bellezza nel nostro territorio.
La legge ci impone un contributo che diamo ben volentieri vedendo quanto, e quanto bene, viene fatto, e non ci sottrarremo quindi ad iniziative dirette a sollecitare contributi necessari per la tutela di questo patrimonio che è di tutti.
Come ha sentito un voto augurale impegnativo al quale aggiungo i miei personali, sentiti e riconoscenti auguri per questi felici anniversari suoi e della Chiesa di Ferrara.

Tiziano Tagliani - sindaco di Ferrara