Le regole e il consigliere Tavolazzi
01-02-2011 / Punti di vista
di Francesco Colaiacovo *
Il Consigliere Tavolazzi si premura di precisare che non mi ha votato, ogni qual volta oppongo il primato dell'istituzione e delle regole alle sue valutazioni e azioni personali, come si evince dai casi più eclatanti di questi diciotto mesi, in cui il consigliere ha mostrato una visione personalistica delle regole che sovrintendono al funzionamento delle attività consiliari.
Quando su richiesta di Tavolazzi, ho negato le riprese delle sedute consiliari fin quando non fosse stato modificato il regolamento, fece un appello a invadere il mio computer con mail di protesta; alle circa trenta che mi sono arrivate ho risposto spiegando che il regolamento non si può disattendere con il voto della maggioranza perché le regole sono stabilite in particolare per garantire le minoranze, essendo la maggioranza già garantita dai numeri. Dai riscontri mi pare che i cittadini abbiano ben compreso.
Quando ho fatto presente al Consigliere che poteva creare delle difficoltà agli uffici e ai colleghi, presentando gli emendamenti al bilancio di previsione 2010 scritti a mano, nonostante i gruppi siano dotati di computer e segretari.
Quando non ho dato il nulla osta alle liquidazioni di fatture presentate da PPF relative a spese non attinenti all'attività dei Gruppi Consiliari.
Quando ho formalmente invitato il Consigliere Tavolazzi, senza successo, a non spendere il nome di " Consigliere Comunale PPF/Movimento 5 Stelle" poiché tale Gruppo non è presente in Consiglio Comunale, consigliandogli di avvalersi della facoltà prevista dal regolamento di modificare il nome del gruppo, previa semplice comunicazione.
Ultimo episodio, addirittura la richiesta di rinviare il Consiglio del 31 gennaio u.s., causa la concomitanza con un'altra iniziativa in città, a suo dire più importante del Consiglio Comunale.
Infine mi sembra puerile il richiamo del Consigliere Tavolazzi all'indennità che percepisco per la mia carica pagata dai cittadini: ci tengo a precisare che per svolgere al meglio l'incarico ho fatto la scelta di lasciare temporaneamente la mia professione che svolgo da ben trentatré anni con il relativo stipendio, pronto a riprenderla in ogni momento.
Tale richiamo mi pare oltretutto infelice se fatto proprio da chi, approfittando di favorevoli clausole contrattuali, per anni ha continuato a percepire un elevatissimo compenso pagato dai cittadini ferraresi senza svolgere nessuna attività.
* - presidente del Consiglio Comunale