Consiglio comunale del 28 febbraio 2011: precisazioni sull'odg relativo alla situazione in Libia
02-03-2011 / Punti di vista
di Giorgio Scalabrino Sasso *
Intendo intervenire in questo dibattito per fissare alcuni punti per me irrinunciabili.
Primo l'ordine del giorno presentato dal Gruppo Consiliare dell'Italia dei Valori sulla Libia è stato consegnato a tutti gruppi Consiliari tramite posta elettronica nella giornata del 24 febbraio 2011.
Secondo era noto a tutti i gruppi che la richiesta di porre all'ordine del giorno la discussione sull'ODG, fatta in sede di conferenza dei capigruppo con procedura d'urgenza ai sensi dell'art. 101 comma 10 del vigente regolamento del Consiglio Comunale di Ferrara avrebbe richiesto il voto favorevole di almeno 27 consiglieri.
Terzo sono pervenute al sottoscritto tre richieste di modifiche provenienti dai gruppi dei Laico Riformisti, dal Gruppo di Sinistra Aperta e dal Gruppo del PD con i quali ho interloquito fino a qualche minuto prima dell'inizio dei lavori del Consiglio Comunale del 28 u.s.
Questa la premessa per arrivare a confutare la tesi di chi sostiene di non essere stato messo nelle condizioni di poter emendare il documento presentato.
Che altro aggiungere alla pochezza delle argomentazioni del PDL che votando contro le motivazioni dell'urgenza ha impedito la discussione di un argomento di assoluta importanza per la gravità della situazione generale e per le connessioni storiche ed economiche che legano la Libia a Ferrara.
Non fosse altro che per il fatto che Italo Balbo è stato il Governatore della Regione Tripolitana-Cirenaica e del Fezzan cioè l'attuale Libia dal 1934 alla sua morte avvenuta nei cieli di Tobruk nel 1940.
Non intendo dare giudizi sui contenuti ed i toni della dichiarazione di voto del collega Portaluppi, se non affermare il principio della libertà di espressione che si deve riconoscere ad ogni Consigliere, per sostanziare le ragioni del suo dissenso dal gruppo di appartenenza.
Piaccia o non piaccia questo è il suo modo e credo che altri e ben più gravi episodi di intolleranza abbiano avuto per protagonisti gli stessi consiglieri che oggi lo censurano.
Cosa ancora più grave dell'atteggiamento del PDL è stato scoprire nella concitazione dei fatti succeduti nella seduta di lunedì che l'argomento era talmente sentito che il Consigliere Fortini aveva già predisposto una risoluzione da sottoporre a votazione nella seduta del 28 nell'eventualità che la mia proposta avesse raggiunto il quorum dei 27 voti favorevoli.
Solo il calcolo fatto sul numero esiguo dei consiglieri presenti ha indotto i presenti a votare contro la discussione in consiglio dell'ordine del giorno sulla Libia.
Forse la paura di dover sostenere le ragioni del Presidente del Consiglio che in tutta la vicenda ha dimostrato subalternità psicologica nei confronti del dittatore Libico (esemplare il baciamano) hanno indotto gli amici del Popolo delle Libertà Proprie a rinviare la discussione.
Si perché non ho rinunciato a denunciare i limiti di una politica estera disinvolta che consegna nelle mani di dittatori e oppressori di vario genere i destini dei popoli liberi.
Credo che su questo punto anche le forze economiche della nostra Città debbano prendere posizione cercando di capire che le relazioni economiche e finanziarie se prescindono dal rispetto dei diritti fondamentali dei popoli sono destinate ad essere fallaci e perdenti e senza prospettiva.
Investire in democrazia e in diritti deve diventare la nuova frontiera di una economia matura e consapevole che poggi le sue basi sul consolidamento dei sistemi democratici e sullo sviluppo di società libere e progredite.
* - consigliere comunale Italia dei Valori