Il PD e il referendum autogestito sul S.Anna
07-03-2011 / Punti di vista
di Valentino Tavolazzi *
La reazione del Partito Democratico al referendum autogestito sul Sant'Anna, è davvero incoraggiante. Se infatti si agita al primo colpo, significa che l'iniziativa politica di Progetto per Ferrara è fondata e temuta. Prigioniero dei suoi errori (scelta di Cona, vent'anni per costruirlo, 500 milioni spesi male) il Pd persevera nella loro difesa, imponendo alla città una scelta ancor più grave: la chiusura del Sant'Anna. Al tempo stesso pretende che la popolazione non venga consultata. Le argomentazioni addotte da chi ci governa da 60 anni sono davvero puerili. Il segno insomma del degrado di una classe politica, che in decenni ha toccato il fondo per capacità amministrativa, onestà intellettuale, tutela degli interessi della collettività ed autonomia dalle gerarchie di partito.
Il capogruppo del Pd Simone Merli ha dichiarato che "Quella di Tavolazzi è pura demagogia politica, non ha neppure la dignità di essere chiamata referendum". E facile replicargli con il suggerimento di alzare lo sguardo oltre il pollaio. A Vicenza il suo partito non si è ritirato dalla battaglia contro la base militare Dal Molin, dopo la bocciatura del Consiglio di Stato, ossequiando le formali regole democratiche oggi evocate da Merli, cui fa da controcanto Zamorani. Al contrario il sindaco Variati del Pd ha convocato un referendum "autogestito", finanziato con soldi pubblici, per dar voce ai cittadini. Chiavari è un altro caso in cui il Pd ha consultato la popolazione in merito ad un parcheggio, utilizzando lo stesso strumento. Altri esempi sono disponibili a mazzetti da dieci. Dunque il Pd rivela la solita pochezza di argomenti e la lucidità del pugile suonato in attesa del gong.
Il comunicato dell'Italia dei Valori, invece, appare un pezzo d'avanspettacolo. A parte l'annuncio comico del contro referendum, colpisce la disinformazione di un partito sedicente di sinistra, che da spina nel fianco del Pd, grazie ad un paio di poltrone si è trasformato in suo "attendente". L'Idv sostiene che "Un doppio pronto soccorso nel raggio di pochi chilometri è un'eresia; insostenibile economicamente, un vero e proprio dispendio inutile di risorse pubbliche che verrebbero sottratte a servizi sanitari essenziali ed irrinunciabili. Ma non solo, un pronto soccorso di fatto privo delle necessarie strumentazioni e professionalità per diagnostica e trattamenti complessi sarebbe un motivo di pericolo per i cittadini perchè finirebbe per sviarli dalle sedi di soccorso appropriate". L'Idv non fa nemmeno la fatica di studiare la rete ospedaliera di Modena, prima di prendere posizioni pubbliche.
Nella città cugina, è stato costruito nel 2005 un nuovo ospedale (Baggiovara) a 7 Km dal centro. L'equivalente di Cona. Il Policlinico in città non è stato chiuso, bensì ristrutturato. E l'anno scorso la regione ha investito 15 milioni di euro per consegnare ai cittadini modenesi il miglior pronto soccorso della regione, in pieno centro. Ma si sa, la stoffa degli amministratori modenesi e la loro capacità di farsi valere a Bologna, è tutt'altro che la subalternità dei politicanti ferraresi, che scambiano carriere personali con i diritti dei cittadini.
Progetto per Ferrara il 16 e 17 aprile chiederà ai ferraresi se vogliono mantenere in città l'ospedale Sant'anna ed il suo pronto soccorso, adeguatamente riprogettati in modo integrato con Cona. Strilli e anatemi di chi teme il referendum non impediranno che essi dicano la loro.
* - consigliere comunale Progetto per Ferrara