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Il senatore Balboni e il Pd

07-03-2011 / Punti di vista

di Valentino Tavolazzi *

Il senatore Balboni, benché distratto dalla scissione del Fli, dalle beghe di Mirabello, dai processi di Berlusconi e dagli sforzi romani per tenere insieme maggioranza e governo da operetta, di tanto in tanto trova un minuto da dedicare alla sua città. Ma la latitanza, che da anni caratterizza il suo impegno politico locale, ed il tempo che inesorabilmente passa anche per lui, lasciano segni indelebili nella sua memoria e gli confondono i ricordi.
Le sue dichiarazioni in merito al referendum di Progetto per Ferrara/Movimento 5 Stelle sono quanto meno comiche. Balboni mi accusa di non aver preso posizione contro Cona prima d'ora, dimostrando di non leggere nemmeno la stampa locale. Il mio primo intervento fu pubblicato dal Carlino nel dicembre 2002, seguito da decine di altri, tutti rintracciabili negli archivi della stampa locale su carta e online, pubblicati in ciascuno dei nove anni successivi. Da cittadino (Ppf nasce con le elezioni 2009), ho seguito e combattuto pubblicamente per un decennio, passo dopo passo, il più grande scandalo della sanità nazionale del paese. E Balboni, leader dell'invisibile opposizione di centro destra ferrarese, non se n'è nemmeno accorto. In ciò dimostra la passione che mette nell'occuparsi dei problemi della città, da sempre ceduta in "affidamento" alla sinistra.
L'operazione che fece nel 2004, di raccolta firme per l'ospedale Sant'Anna con i banchetti davanti alle chiese, puzzava di propaganda elettorale lontano un miglio. C'erano in quei mesi le elezioni amministrative e Balboni correva da sindaco per Alleanza nazionale e Udc, dopo aver spaccato il fronte di centro destra, riconsegnando a tavolino la città a Sateriale per altri cinque anni. Dopo il recapito degli scatoloni al vincitore delle elezioni, che ringraziava per la vittoria insperata, Balboni sparì dalla circolazione rientrando nelle nebbie. Nel frattempo raddoppiava Cona, veniva sancita la chiusura del Sant'Anna dalle delibere dell'azienda ospedaliera ed il vergognoso scandalo avanzava senza alcuna resistenza da parte sua, prima in regione (c'era dal 1995) poi al senato (dal 2001). Al contrario il suo partito, nel successivo sviluppo edilizio di Cona, divenne sponda politica per le legittime aspettative imprenditoriali di un noto costruttore locale con forti interessi in quell'area.
Il senatore Balboni incassa da una vita stipendi pubblici da nababbo a spese dei cittadini, senza che alcuno di essi possa ricordare la soluzione di uno solo dei gravi problemi che attanagliano la città. Ebbene, con tale medagliere, egli ha la spudoratezza di attaccarmi per la revoca anticipata e subita dell'incarico da city manager presso il Comune di Ferrara. Nel 2002, dopo due anni e qualche mese dalla nomina, Sateriale e Tagliani decisero di liberarsi di un ostacolo per le loro scelte sciagurate, cacciandomi dal Comune prima della scadenza naturale dell'incarico, pur sapendo di dovermi indennizzare contrattualmente in assenza di giusta causa. Essi fecero pagare il conto di tale scelta ai cittadini e Balboni, avvocato e leader di An, avrebbe potuto e dovuto ricorrere alla Corte dei Conti, per far risarcire al Comune il presunto danno erariale causato da chi aveva preso quella decisione. Non mosse un dito. Evidentemente le cose a Ferrara non dovevano cambiare nemmeno per lui. Proprio come accade ora. In fondo egli è senatore della repubblica dal 2001, dopo essere stato consigliere regionale dal 1995. Tanto gli basta.

* - consigliere comunale Progetto per ferrara