L'Amministrazione comunale e gli imprenditori privati
25-08-2011 / Punti di vista
di Roberta Fusari
Nota dell'assessore comunale all'Urbanistica Roberta Fusari in merito all'articolo dal titolo "Ho chiesto di acquistare l'ex caserma: è impossibile" pubblicato il 23 agosto scorso da Il Resto del Carlino - Ferrara.
Dispiace leggere sulla stampa articoli come quello pubblicato il 23 agosto scorso dal Resto del Carlino sulle difficoltà espresse da un imprenditore nei rapporti con l'Amministrazione comunale.
Non ci siamo mai tirati indietro davanti alle richieste di disponibilità evidenziate da imprenditori privati. Anzi, come spesso abbiamo sottolineato in varie occasioni pubbliche, mai come ora siamo alla ricerca della collaborazione dei privati per lo sviluppo della città, elemento ormai imprescindibile. Per questo cerchiamo di adeguare i nostri strumenti alle necessità dell'economia imprenditoriale, ferme restando le visioni strategiche, ampiamente condivise, individuate negli strumenti urbanistici generali.
Quella che viene spesso indicata col termine "burocrazia" sono in realtà passaggi fondamentali per la corretta realizzazione delle opere. I pareri della Soprintendenza (che ricordo è l'espressione del Ministero per i Beni Culturali, organo di tutela di quel valore storico-architettonico che spesso è capace, da solo, di fare aumentare notevolmente il valore economico di un'operazione imprenditoriale), o l'espressione di altri Enti coinvolti nell'operazione immobiliare, o ancora i passaggi formali necessari a rendere possibile una trasformazione (ad esempio un cambio di destinazione d'uso) non sono burocrazia. Sono i passaggi necessari perché un bene, anche privato, ma con implicazioni pubbliche (la città non è di tutti?), con un processo democratico (che quindi non leda nessun interesse), possa trasformarsi.
L'unico fattore su cui possiamo e dobbiamo agire sono i tempi, affinché si comprimano il più possibile, per farli incontrare con i tempi economici dell'impresa.
I tempi li possiamo garantire sui processi gestiti da noi, ovviamente, e parte del nostro ruolo e del nostro impegno quotidiano è anche quello di agevolare, per quanto possibile, i rapporti tra terzi, che siano privati o altri Enti, qualora si rilevi un interesse pubblico.
Sui tempi o i modi di compravendita o di accordi tra terzi, noi certo non possiamo agire.
Per quanto riguarda poi, nello specifico, gli edifici citati nell'articolo del Resto del Carlino mi preme offrire alcuni necessari chiarimenti, affinché le informazioni siano corrette:
L'ex caserma Pozzuolo del Friuli è uno dei beni demaniali inserito nel Programma Unitario di Valorizzazione che si chiuderà nei prossimi mesi. Nel 2007, ben prima del tanto decantato federalismo demaniale, un Protocollo d'Intesa tra Ministero dell'Economia e delle Finanze, Agenzia del Demanio e Comune di Ferrara sanciva l'attivazione di un processo di valorizzazione unico per una serie di Beni individuati dagli enti (9 di proprietà demaniale, compresa la caserma Cisterna del Follo, e 23 di proprietà comunale), che in coerenza con le scelte del Piano Strutturale Comunale potessero essere razionalizzati, ottimizzati e valorizzati, nell'ambito di un programma capace anche di promuovere tali potenzialità. Preciso che senza un percorso di questo tipo, l'edificio è e rimane destinato a caserma. Pertanto, la vendita da parte del Demanio ad un privato prima della chiusura del Programma di Valorizzazione, presuppone una destinazione d'uso appunto a caserma.
L'edificio della Canonici Mattei non è di proprietà Comunale; l'immobile ha vincoli precisi, individuati dagli strumenti urbanistici e dalla normativa di riferimento (dalla destinazione d'uso, al tipo di intervento ammissibile ai fini della tutela). Un eventuale progetto di trasformazione e valorizzazione non può che tenerne conto, ovviamente.
Per il suo possibile utilizzo congressuale si sono svolti in Comune quattro incontri (di cui uno addirittura nella scorsa legislatura) con l'attuale proprietà, con cui si è definito un percorso amministrativo solo teorico, poiché non è mai pervenuto all'Amministrazione nessun progetto, né richiesta, di parere. Anzi, da almeno sei mesi, nessuno ha più fatto sapere nulla di tale progetto, né la proprietà ci ha informato ufficialmente circa la dismissione dell'immobile rispetto all'utilizzo scolastico.
Per valutare i tempi di attuazione di una iniziativa imprenditoriale di tipo immobiliare, abitualmente si individua un "percorso" urbanistico capace di definire le necessità e, conseguentemente, i tempi delle varie fasi, così come è stato fatto nel caso citato nell'articolo riguardante questo bene.
Recentemente, la vicenda del Palazzo degli Specchi, ma non solo, è testimone del fatto che gli imprenditori interessati alla valorizzazione nella nostra città trovano nell'Amministrazione un partner per i loro interventi, non certo un ostacolo.