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Replica al presidente del Consiglio Colaiacovo

27-09-2011 / Punti di vista

di Valentino Tavolazzi *

Spiace replicare nuovamente al presidente del consiglio Colaiacovo, ma egli, nel tentativo di limitare i danni, dimentica che sovente il silenzio é la difesa più efficace. Nel suo ultimo intervento, a sostegno della sua verità, il presidente estrae un passaggio del parere della Prefettura, oltretutto fuori tema. Infatti il mio richiamo al coinvolgimento della Prefettura si riferiva al rifiuto del presidente di consegnarmi le registrazioni delle conferenze dei capigruppo e non all'obbligo eventuale di effettuarle. Per completezza di informazione, riporto le parti del parere della Prefettura relative ad entrambi i temi in discussione.
Riguardo all'obbligo di registrazione delle sedute, la Prefettura ha scritto: "Si valuta, nel rispetto dell'autonomia dell'Ente, l'opportunità che la Commissione Statuto definisca la questione, come previsto dall'art. 47 del Regolamento del Consiglio". Accogliendo tale invito, ho provveduto a depositare la proposta di modifica del regolamento, tesa a garantire la registrazione. Sono certo che in commissione il Pd voterà contro.
In merito al rifiuto di Colaiacovo di consegnare le registrazioni effettuate, la Prefettura ha scritto: "Il diritto di accesso di cui è titolare il consigliere comunale con riguardo agli atti dell'ente, è rinforzato dall'art. 43 2° comma del TUEL, che lo estende a tutte le notizie ed informazioni in possesso dell'ente." Colaiacovo mise a disposizione le registrazioni di cui trattasi, solo dopo aver ricevuto l'autorevole parere, facendo una magra figura.
Avevo evocato questa vicenda quale esempio atto a dimostrare la fondatezza delle critiche, non solo nostre, al modo con il quale il presidente interpreta il ruolo di garante dell'espletamento delle prerogative dei consiglieri comunali, ad essi assegnate dalla legge.
Tale giudizio si è rafforzato ieri in consiglio comunale. Colaiacovo infatti ha aperto le dichiarazioni di voto, sull'ordine del giorno Idv riguardante il Palio, prima di chiedere al consigliere Sasso se accettava o no l'emendamento del Pd. Tale "svista" ha di fatto impedito ai gruppi consiliari di opposizione di presentare nuovi emendamenti durante il dibattito, quando non era noto il rifiuto di Sasso espresso in successiva dichiarazione di voto, né il ritiro dell'emendamento del Pd. Stessa impossibilità si è creata durante le dichiarazioni di voto, in quanto vietato dal regolamento. 

* - consigliere comunale Ppf