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Sul conflitto di interessi e la politica

03-11-2011 / Punti di vista

di Valentino Tavolazzi *

Ribadisco quanto già espresso in Consiglio comunale, circa il fondato rischio di conflitto di interessi per alcuni consiglieri comunali del Pd, che ricoprono incarichi dirigenziali o rilevanti, presso aziende sanitarie, società partecipate dal Comune, organizzazioni e società private che beneficiano di contributi pubblici o hanno sottoscritto con il Comune accordi di programma vincolanti, di varia natura. La denuncia è politica, non giuridica, e riguarda il possibile conflitto che sorge quando i ruoli di controllore e controllato si confondono e vengono esercitati dalla stessa persona. Un esempio. Certamente non sarei l'unico cittadino a sentirmi in forte imbarazzo come consigliere comunale, qualora dovessi dibattere o votare documenti attinenti l'organizzazione dei servizi per l'emergenza nella nostra città, essendo al tempo stesso responsabile del 118!
Che si tratti di un problema di trasparenza, coerenza e responsabilità (non di ineleggibilità o di incompatibilità), lo attesta il fatto che trattasi di consiglieri regolarmente eletti. Eppure la critica politica ha pieno diritto di cittadinanza, se consideriamo che i suddetti consiglieri medici hanno tenuto molteplici riunioni di partito, aperte ai cittadini (non si sa se in qualità di consiglieri comunali o di dirigenti aziendali), sulla riorganizzazione dei servizi sanitari e della rete ospedaliera. Di fatto hanno illustrato e sostenuto in pubblico, scelte e progetti di cui sono titolari le aziende da cui essi dipendono. Più correttamente avrebbero potuto sedersi tra il pubblico, come eletti dai cittadini, ed eventualmente fare domande nell'esclusivo interesse di questi!
La replica a scoppio ritardato del consigliere del Pd Portaluppi, dirigente medico del Sant'Anna, è come al solito inconsistente. Una arrampicata sul ghiaccio, basata su argomentazioni deboli, anche sotto il profilo giuridico (spero non siano stati coinvolti gli uffici del Comune!) e farcita di insulti alla persona ("meschino espediente", "stile diffamatorio a lui usuale", "terrorismo mediatico"). Egli sostiene che "nessun consigliere comunale ha strumenti giuridici per poter esercitare il controllo sulla conduzione delle suddette aziende". E' vero, tuttavia il consiglio ha il compito di controllare, in nome e per conto dei cittadini, qualità, accessibilità ed efficacia dei servizi erogati. Come può il responsabile del 118 controllare e valutare, da terzo, il servizio da lui diretto? Come può essere controllore di se stesso? Portaluppi sostiene inoltre che il consigliere comunale può "soltanto esprimere pareri, osservazioni, auspici, indirizzi, richieste o pressioni politiche, in assenza però di qualsiasi potere vincolante." Ma quando mai? Una risoluzione del consiglio comunale può vincolare il sindaco a sostenere nella conferenza socio sanitaria una posizione pro o contro le scelte delle aziende! Come possono Portaluppi o Ricciardelli proporre o votare liberamente in consiglio, una risoluzione politica contro le decisioni dell'azienda di cui sono dirigenti e che magari hanno contribuito a prendere?
La critica è tutt'altro che infondata, se lo stesso legislatore ha dovuto affrontare il tema del conflitto di interessi, quando ha regolato l'eleggibilità e l'incompatibilità. Non sono infatti eleggibili alla carica di Consigliere Comunale, Provinciale e Circoscrizionale, il Direttore Generale, il Direttore Amministrativo e il Direttore Sanitario delle Aziende Sanitarie locali ed ospedaliere! Inoltre, riguardo all'incompatibilità, la legge ben individua le cause ostative derivanti dal ricoprire cariche od uffici che possono creare situazioni di conflitto di interesse tra ente ed eletto, che verrebbe a trovarsi nella posizione di controllore e di controllato! Nel nostro caso non si tratta di direttore generale, ma di dirigenti coinvolti nelle decisioni aziendali. Per tale ragione la critica è politica. Insomma, per il Pd, "un bel tacer mai scritto fu"!

* - Consigliere comunale Progetto per Ferrara