di Valentino Tavolazzi *

Spiace constatare, ancora una volta, che il presidente Colaiacovo, nella sua replica, si sottrae al merito delle critiche al modo con il quale svolge il ruolo di garante delle prerogative dei consiglieri. Ad esse egli oppone il vanto di un uso eccezionale del voto in conferenza dei capigruppo, dimostrando l'idea che ha della trasparenza. Essa imporrebbe, infatti, che ogni decisione fosse votata e che venissero trascritti a verbale i favorevoli, i contrari e gli astenuti. Ciò allo scopo di legare ciascun gruppo consigliare e lo stesso presidente alle proprie responsabilità di fronte ai cittadini. Per lo stesso motivo Colaiacovo dovrebbe registrare le conferenze e conservare i file, consentendone l'accesso a ciascun consigliere, così come richiesto da Ppf nell'emendamento allo statuto, respinto in commissione dal Pd.
Benché priva di argomentazioni, la replica di Colaiacovo contiene tuttavia due messaggi. Con il primo egli tenta di spacciare l'idea che Tavolazzi sia solito interpretare liberamente codici e regolamenti. Al riguardo ed in materia di arbitrio interpretativo, debbo ricordare a Colaiacovo che, solo dopo l'intervento della Prefettura chiamata in causa dal sottoscritto, egli ha messo a disposizione le registrazioni delle conferenze, precedentemente rifiutate. Con il secondo messaggio egli prova a dirottare la critica rivolta al suo operato di presidente, sui colleghi consiglieri, spacciandola per atto di svilimento del loro contributo al lavoro della conferenza. Un tentativo assai poco dignitoso di sottrarsi alle critiche solo a lui rivolte, facendosi scudo della presunta corresponsabilità dei colleghi, da me mai evocata, tanto meno denunciata.

* - consigliere comunale gruppo consiliare Ppf