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'Progetto Gemma' e azioni dell'Amministrazione a sostegno della maternità

29-10-2008 / A parer mio

di Francesco Colaiacovo e Mirella Tuffanelli - gruppo PD

Nel corso del Consiglio Comunale del 20 ottobre scorso il gruppo di AN ha posto in discussione un documento con cui si chiedeva di impegnare la Giunta a sostenere la vita nascente, attraverso un contributo da versare direttamente alla sede nazionale dell'associazione CAV.a sostegno di un progetto Gemma che prevede adozione a distanza di una gestante in difficoltà per evitare il ricorso all'aborto, per 18 mesi con versamenti di 160 Euro mensili.
Il gruppo del PD ha votato contro il documento ritenendo che debbano essere ben più articolate ed efficaci le azioni che l'amministrazione comunale deve attivare per sostenere la maternità delle donne in difficoltà e non limitarsi ad un semplice gesto di beneficenza.
In questi anni l'Amministrazione comunale di Ferrara ha adottato una serie di iniziative a sostegno della maternità e delle famiglie in collaborazione anche con le associazioni di volontariato. In particolare la collaborazione con il SAV (così si chiama l'Associazione sul nostro territorio comunale) è ormai in atto da molti anni, in una logica di sistema e di continuità. L'aiuto alle mamme ed alla genitorialità non è un "Una Tantum" gestito lontano da noi ,ma una continuità di attenzioni, di azioni e di investimenti che tiene conto della realtà territoriale,come si può evincere dall'impostazione del bilancio del comune in materia di politiche sociali.
Forte è anche la nostra attenzione sul fenomeno abortivo così come si è modificato nel corso degli anni.
Se infatti analizziamo i dati sul numero delle interruzioni della gravidanza nei trenta anni di applicazione della legge 194/78, si può constatare come al crollo del numero delle interruzioni da parte delle donne italiane si associ un aumento di quelle effettuate dalle donne straniere.
Una donna in gravidanza soprattutto se straniera, sola e clandestina, impaurita dal clima di intolleranza che si è creato nel paese è molto probabile che possa ricorrere all'interruzione della gravidanza.
Parlare oggi, in modo concreto, di sostegno alla vita nascente vuol dire offrire alla futura mamma la possibilità di accesso alla graduatoria delle case popolari, alle scuole d'infanzia, ai centri per le famiglie senza discriminazione basata sulla provenienza, vuol dire sostenere, accompagnare la futura mamma facendola sentire parte della comunità che accoglierà la sua creatura. Vuol dire accogliere anche le proposte emendative dei parlamentari del partito democratico affinchè venga garantita la assistenza medica ai bambini indipendentemente dalla condizione sociale o di eventuale clandestinità delle madri.
Ci chiediamo, nella gerarchia dei valori delle forze politiche di destra che posto ricopra il sostegno alla vita nascente, quando in modo populistico cavalcano i malumori che nascono dalla difficoltà delle istituzioni pubbliche, a rispondere a tutte le legittime richieste fatte dai cittadini, per attaccare quelle stesse mamme, quegli stessi bambini che oggi dichiarano di voler sostenere, tacciandoli come usurpatori delle prerogative dei cittadini italiani.
Il gruppo di AN, dai contenuti del documento posto in discussione nella seduta consigliare di cui sopra, dimostra come sia all'oscuro delle politiche attuate dalla Amministrazione Comunale sui problemi della genitorialità; all'oscuro della grande esperienza delle famiglie affidatarie per l'accoglienza dei bambini non riconosciuti alla nascita in attesa dell'adozione, o del sostegno alle famiglie soprattutto nel caso di ragazze madri.
Riteniamo inoltre assolutamente importante la collaborazione con il locale Servizio Assistenza alla Vita al quale l'ASP ha concesso un importante contributo per la ristrutturazione della sede, ma soprattutto riteniamo che i consiglieri del PDL facciano finta di non conoscere, le reali difficoltà che i volontari incontrano nel sostenere gestanti o mamme straniere in particolare se clandestine, a causa della legislazione nazionale sull'immigrazione e sicurezza dove non c'è nessuna attenzione per il valore della vita e il rispetto della persona.