Sei dattiloscritti in cerca d'autore/6
14-12-2006 / A parer mio
di Riccardo Roversi
Il nostro Viaggiatore Indigeno ha setacciato archivi e biblioteche alla ricerca di documenti. Questo è l'ultimo dei sei dattiloscritti da lui trovati, contenuti nell'ironica "plaquette" di un ignoto scrittore satirico novecentesco.
Un amore durato secoli?
«In principio Ugo, figlio naturale di Niccolò III d'Este, era antipatico alla giovane matrigna Parisina Malatesta. Nella speranza di mitigare il biasimevole sentimento fra i due, il marchese acconsentì che la moglie compisse un pellegrinaggio a Loreto purché accettasse di farsi accompagnare dal figliastro.
Durante il viaggio Ugo e Parisina si innamorarono.
Al ritorno Niccolò gioì nel vederli pacificati ma presto, suggerito da un cortigiano, smascherò l'adulterio. Nemmeno le suppliche di Uguccione Contrari e del ministro Alberto del Sale impedirono che gli amanti fossero sommariamente processati e condannati a morte.
La decapitazione avvenne la notte del ventun maggio 1425 nella torre dei Leoni, in Castello. Parisina chiese di Ugo, le risposero che era già morto: "Né io vorrei più vivere", replicò in lacrime consegnandosi al boia.
Questa è la melensa versione ufficiale dei fatti, pochi sanno che in realtà la tresca durava da tempo.
Infatti Ugo e Parisina si erano confidati il loro amore sin dall'inverno precedente, per la precisione in una discoteca fuori mura, anche se la "techno" era troppo alta e nessuno dei due comprese una parola della reciproca dichiarazione.
Usciti verso le tre dal locale dopo un ultimo "drink" e convinti, come tutti gli innamorati, di non poter fare a meno l'uno dell'altra, progettarono spietatamente di sbarazzarsi del padre e/o marito.
Il marchese Niccolò, che era forse pazzo e crudele ma di certo non scemo, intuì il piano criminoso e rigirò la frittata come già detto.
A chi obiettasse che delle due versioni la seconda è falsa, perché non esistevano discoteche fuori mura nel Quattrocento, non saprei davvero cosa rispondere.
Tranne che neppure dentro mura ce n'erano».