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Sei dattiloscritti in cerca d'autore/4

15-11-2006 / A parer mio

di Riccardo Roversi

Ecco il quarto ironico testo contenuto nella divertente "plaquette" del nostro Viaggiatore Indigeno. Questa volta l'ignoto scrittore satirico ferrarese è circondato da un'atmosfera apparentemente contrastante.

Sguardi severi

«La prima volta che ho messo piede a casa di Roberto, in via Garibaldi, ho accusato un attacco di claustrofobia. Più che un appartamento pare un labirinto, eppure non c'è uno spazio vuoto: libri, penne, sigarette, poesie materializzate rimbalzano sui muri. In un meandro Freud piange in grembo alla madre, in un altro Marinetti sta scrivendo il manifesto del neopostfuturismo.
La prima volta che ho messo piede a casa di Louis, in Carlo Mayr, ho avvertito un attacco di agorafobia. Più che una mansarda sembra una piazza: colori, quadri, luce, immagini evanescenti fluttuano come fantasmi. Nell'arengo Hopper dipinge insieme a Caravaggio, poco discosti Warhol e Raffaello stanno facendo conversazione.
L'ultima volta che ho messo piede nel mio studio, in Borgo di Sotto, Montale, Beckett, Márquez, Calvino, Masters, Éluard, Joyce e chissà quanti altri mi esaminavano severi. Me la sono svignata e sulla strada c'era lei in attesa. "Meno male, - le ho detto - oppure non sei vera neanche tu?".
"E tu?", mi ha chiesto rispondendomi».