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Cervelli equini

18-09-2007 / A parer mio

di Oscar Ghesini

Jasnaja Poljana, terra di Russia; nelle sperdute scuderie che furono del conte Tolstoj, cento anni dopo la morte del maestro il suo cavallo Cholstomer, ancora in splendida forma, dialoga con Piotr, il quadrupede amico di stalla.


C.: Hei, Piotr! Per tutte le biade di nostra Santa Madre Russia, sveglia!
P.: Zzzz Uh? Eh?
C.: Sveglia, per tutti gli Zar!
P.: Acc. (sbadigliando a tutto morso), chi è? Che c'è?
C.: Sono io, Cholstomer, il cavallo tolstojano!
P.: Heilà, amico mio di garrese!
C.: Perdinci! Ti ho lasciato un anno fa nelle stalle di Jasnaja Poljana mentre te la ronfavi della grossa, e ti ritrovo nella stessa posizione! Possibile?
P.: Uh! Oh! Ehm, meditavo…
C.: Figuriamoci! Comunque, caro Piotr, mentre tu dormivi io me ne sono andato in giro per l'Europa occidentale. Ho inteso ripercorrerla un secolo dopo, per vedere come vanno ora le cose laggiù. Ricordi cent'anni fa ciò che ti raccontai, riguardo la mia prima visita oltre gli Urali? Di quella strana malattia che aveva colpito gli umani, spingendoli a chiamare mio ogni genere di cose? Oggetti, altri esseri, cose… E lo dicevano anche della terra, e di noi cavalli. E chi poteva dire mio della maggiore quantità di cose, era ritenuto il più felice. Ricordi, Piotr, quella terribile malattia?
P.: Già… ma ora saranno guariti, mi auguro!
C.: Macché, Piotr! Non lo sono affatto! Anzi, la malattia è in una fase acutissima, mi pare.
P.: Iiihhhh (nitrendo): ma cosa mi vai raccontando, Cholstomer?
C.: Massì! Intere mandrie umane hanno fatto del possesso la loro ragione di vita; e si comportano nello stesso modo dall'Islanda alla Grecia, sostengono la necessità di incrementare le produzioni e i consumi di energia… Credimi, un impazzimento generale! Pensa che in Germania stanno approvando una legge che li costringerà a lavorare, senza distinzione tra maschi e femmine, fino a 67 anni!
P.: Per tutte le briglie! Come se non si vivesse una vita sola! Come se non si dovesse mai morire! E come se il nostro pianeta non fosse già allo stremo! Ma cosa glielo farà fare di pensare al lavoro in modo così ossessivo! Se mi ordinassero di raccogliere biche di fieno tutti i santi giorni, Cholstomer, credo che mi ribellerei, a costo di finire in bistecche! Dunque, mi stai dicendo che gli Europei non lavorano più per vivere, ma vivono in funzione del lavoro. Che incomprensibile filosofia, Cholstomer!
C.: Ma aspetta a stupirti, Piotr: ho visitato per la prima volta l'Italia, sai? Ed è lì che ho visto le cose più strane, cose che noi animali non avremmo mai potuto immaginare…
P.: Uhm, questa tua affermazione non mi è nuova, Cholstomer. Ma dimmi, cosa accade in quel paese di poeti, di santi, di navigatori?
C.: Ehm, anche questa tua battuta non mi è nuova, Piotr. Ma senti… Con quella terra la natura è stata oltremodo benefica: è un paese baciato dal sole, circondato dal mare, chiuso da alte vette boscose, con fertili pianure: insomma, colmo di bellezze naturali che di migliori non ne diresti mai. Ebbene, lo crederesti? Stanno costruendo ovunque, distruggendo le coste, bruciando i boschi, innalzando ciminiere, triplicando inceneritori. Sai, rientrando al galoppo attraverso la Croazia, ho visto colà un cielo azzurrissimo, che nel nord dell'Italia non ho mai potuto vedere così limpido!
P.: Per tutti i finimenti di zigrino, saranno almeno ricchissimi!
C.: Macché! Pare anzi che gli umani che vivono in Italia si stiano impoverendo a dismisura! Molti di loro, non arrivano neppure a procacciarsi la quarta settimana di biada.
P.: Santa criniera!
C.: Dicono che in quel paese, Piotr, il dieci per cento di loro possieda il quarantatrepercento di tutta la biada disponibile!
P.: Ma come è possibile, Cholstomer? Se noi cavalli avessimo costituito una simile società, credo vieteremmo con leggi accurate che pochi di noi gestissero tutto quel mangime!
C.: Invece gli umani non lo fanno, non lo ritengono immorale. Sebbene molti di loro affermino di praticare una bellissima religione, in cui si predica la bontà, la fratellanza, il rispetto per l'altrui dignità. Invece, mentre alcuni mendicano per le vie, altri possiedono depositi di biada illimitata. Pensa quale distanza tra le parole ed i fatti! Ma questo non riguarda solo l'Italia, ovviamente.
P.: Sì, ma l'Italia non è il paese in cui nacquero Leonardo da Vinci, Galileo Galilei, Giacomo Leopardi, ehm, per non dire del grande Varenne…? Da un popolo capace di partorire simili geni, mi sarei aspettato una condotta capace di illuminare il mondo, Cholstomer!
C.: Io pure, Piotr. E non ti ho raccontato ancora tutto!
P.: Ebbene? Cos'altro dovranno udire le mie povere orecchie?
C.: Gli italiani trattano i loro puledri, …ehm… i loro giovani in modo assai strano: li fanno lavorare senza garantir loro un accudimento costante; oggi sì, domani forse, domani l'altro no…
P.: Ma come? Non usa più dover mangiare tutti i giorni?
C.: L'hanno deciso i loro capimandria alcuni anni addietro. Ed ora questa prassi è in rapida diffusione: i capimandria la chiamano flessibilità, chi la prova sulla sua pelle, precariato. Però questi capimandria ficcano ancora la testa tranquillamente nella mangiatoia, ogni giorno. Loro sì. Glielo hanno garantito le leggi promulgate dai loro padri. Opportunamente, mi pare.
P.: E dunque, perché i capimandria non ripagano le nuove generazioni della stessa moneta?
C.: Te lo dicevo, Piotr, che ci sono cose che non si comprendono in Italia!
P.: Mah, gli esseri umani! Vivono in funzione del lavoro, come mi racconti, e non garantiscono la biada a chi lavora?
C.: Proprio così, Piotr.
P.: Ora che ci penso, succedeva anche ai tempi in cui il nostro povero conte e padrone era ancora in vita, quando il mondo si divideva in due categorie: gli sfruttatori e gli sfruttati. Più i secondi lavoravano, più i primi si arricchivano.
C.: Non ragliare somarate, Piotr, e conserva la tua dignità di cavallo! Non sai che oggi il mondo si è evoluto? Che simili vergogne fanno parte del passato? Che esistono i sindacati a tutela dei lavoratori?
P.: Uh? Allora io non ci capisco più nulla, Cholstomer!
C.: Neppure io, veramente… In sostanza, caro Pjotr, questa mia visita nei paesi occidentali, che si dichiarano patrie di popoli illuminati, lungi come credevo dal farmi bene, mi ha notevolmente fiaccato il dorso e lo spirito.
P.: Lo credo, Cholstomer! E dimmi, amico mio diletto; che succede in Italia agli umani anziani?
C.: Se hanno lavorato onestamente, mangiano una razione di biada al giorno. Nei prossimi anni però, chi andrà a riposare nella stalla dopo aver svolto lo stesso numero di anni di lavoro dei loro padri, ne mangerà solo mezza razione.
P.: Caspita! Il progresso dei gamberi!
C.: Gli italiani lo chiamano riforma.
P.: Forse è il nostro cervello equino a non funzionare, Cholstomer: ci ostiniamo a pensare che tutti i nostri simili, raggiunta una certa età, abbiano diritto al riposo e ad una razione garantita di biada al giorno, come riconoscimento della loro condizione.
C.: Dici? Gli umani la pensano ben diversamente, Piotr.
P.: E quando si ammalano, Cholstomer?
C.: Ah, qui è in uso una tacita separazione: se non sono celebri, vanno a farsi curare in certe stalle pubbliche; fanno parecchia attesa, si armano di pazienza, ma finalmente entrano; quelli famosi invece, che sono i capimandria e tanti altri che si vedono in televisione, si ricoverano subito in stalle private o vanno in stalle all'estero.
P.: Uh? La tele… cosa?
C.: La televisione, Piotr: una scatola parlante presente in tutte le stalle umane, che essi ascoltano appassionatamente. Un formidabile prodotto della tecnologia moderna, senza dubbio.
P: Ohhhh! Sarà certamente utilizzato per discutere dei grandi problemi del paese, allora!
C.: Mah, solo talvolta accade: una sera per esempio, era ospite del programma di tale Fabio Fazio un altro umano, Giorgio Bocca mi pare si chiamasse; ha sostenuto che gli italiani sono in maggioranza convintamente fascisti e che la città di Napoli non ha speranza di sollevarsi dalla criminalità dilagante: il giorno dopo, in effetti, un moto d'indignazione generale ha scosso il paese.
P.: Ah sì? E come mai?
C.: Perché gli italiani si sono rifiutati di credere che Napoli non abbia più speranze, perdinci! Ma più spesso, caro Piotr, in tivù vengono trasmessi altri programmi; il giorno prima di rimettermi a galoppare sulla via del ritorno, ad esempio, mi sono gustato un approfondimento sul tema: 'dimmi come baci e ti dirò chi sei'; e la sera, al tiggì, ho visto un lungo servizio sul successo di una nuova professione molto in voga tra gli umani: i toelettatori per cani. Finalmente un po' di sensibilità anche per noi animali mi sono detto, eh, Piotr! Ma sì, in fondo la tivù è divertente. Eppoi vi bazzicano certe puledrine con le criniere tutte lustre, sapessi! Succedono anche cose strane, Piotr, in tivù: un giorno vi ho visto due capimandria, una categoria in genere molto sostenuta, che si dà del tono, dalla querela facile, sorridere mentre si prendeva letteralmente a torte in faccia.
P.: Divertente! Allora i capimandria umani si lasciano prendere a torte in faccia?
C.: Non per la strada, Piotr: ma in tivù, può senz'altro accadere.
P.: Proprio non capisco la differenza, bah! Ad ogni modo, caro Cholstomer, queste tue chiacchiere sul mondo degli umani mi hanno già bell'e che stancato. Credo che mi rimetterò a dormire!
C.: Senti l'ultima, Piotr: da qualche giorno un Grillo parlante va nitrendo nelle piazze italiane dei sonori Vaffa all'indirizzo dei capimandria. E pare abbia molto successo!
P.: Per tutti i manti pezzati: cosa potrà significare?
C.: È certo una manifestazione di intenso affetto, Piotr; non può che essere questo.
P.: Yahwn (sbadigliando) … sì, lo credo anch'io. Notte, Cholstomer.
C.: Notte, amico mio.