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La grattugia

16-07-2008 / A parer mio

di Andrea Poli

L'altro ieri stavo attraversando in biga il ponte nuovo sul Volano, quello che scavalla il fiume fra la circonvallazione che corre torno torno le mura e l'inizio di via Comacchio, sapete. Oddio, nuovo: quelli della mia generazione, che l'hanno visto costruire, si ostinano ad aggettivarlo così, ma saranno ormai quarant'anni e poi e poi che è su, vedi un po' come passa il tempo. Bén, insomma, stavo planando verso via Comacchio indagando come al solito con molta attenzione lo stato dell'arte del traffico in vista della rotatoria che proprio giù dal ponte attende al varco i ciclisti, inducendo in tutti una brusca accelerazione della peristalsi intestinale. Ma non tanto per le auto di via Comacchio: qualunque biciclettaro che si rispetti è perfettamente consapevole che alle rotonde il pericolo non viene mai da chi ti sta davanti; quelli che si immettono da sinistra hanno la precedenza, e il ciclista che detesti quegli antiestetici schizzi di sangue sulla biga -fra l'altro tutti suoi- non indugia a concederla, condita se del caso con cenni del capo e sorrisi vagamente ipocriti all'indirizzo degli automobilisti che in rotatoria vanno in confusione e bloccano la macchina quando vedono qualcuno spuntare alla loro destra: prego, tocca a lei, passi pure interdetto. Gli automobilisti che vengono da destra, invece -che di loro sarebbero anche portati a non fermarsi al tuo arrivo, secondo il ragionamento classico: io ciò il fuoristrada da ventisette quintali e lui la biga in alluminio senza airbag, va là che si ferma mò lui- il ciclista scafato li mette in riga con un solo sguardo severo che non lascia adito a interpretazioni fuorvianti: stai bén lì, veh, rifiuto organico cilindrico di forma allungata. No, il biciclettaro di lungo corso sa che il pericolo viene da dietro; dalla non trascurabile massa di guidatori che, evidentemente equivocando sulla impalpabile differenza esistente fra un cavallo in carne e ossa e quello vapore, sono convinti che basti essere avanti di un'incollatura come negli ippodromi per stabilire chi debba svoltare per primo a destra. Capita così che, visto un ciclista nei pressi di un incrocio, l'automobilista acceleri bruscamente, metta una spanna di muso oltre la biga e poi svolti bruscamente, tagliando la strada al malcapitato e rivolgendogli contemporaneamente ampi gesti di riprovazione: ma cosa fai, deficiente, non mi hai visto là davanti? Così, se il ciclista ha freni buoni, riflessi eccellenti e coronarie perfette può anche tornare a casa a vantarsi di aver appena conosciuto un imbecille. Se no, va a dare il suo piccolo ma significativo contributo all'aumento delle specie in via d'estinzione. L'altro ieri, per tornare a noi, ero a dieci metri dalla rotatoria di via Comacchio quando una Polo mi affianca col motore imballato; butto l'occhio e ci vedo a bordo una ragazza che, beata gioventù, stava dedicando ogni sua attenzione a qualcosa che portava in grembo. Ma non era un figlio nascituro, no, bensì una cosa anche più preziosa: un telefono cellulare, sul quale la leggiadra signorina stava armeggiando per dare alla luce un messaggino. Felicemente ignara delle cose del mondo, sottoscritto incluso, la signorina di cui trattasi ha svoltato a destra sempre continuando a pigiare sui tasti del telefonino e si è dileguata verso il centro; non avessi frenato, intuendo la mala parata, adesso sarei estinto, e la giovane innamorata del suo nokia avrebbe chiuso l'essemmesse in fretta e furia: scusa, m ce 1 cretino ke me vnto stto e mi a storto il paraurti. Bcn, ti kiamo dopo. Fortunatamente per la ragazza il paraurti non s'è fatto niente; da parte mia, ho reso pubblicamente edotti tutti quelli che si trovavano nel raggio di cinquecento metri dalla rotatoria dei trascorsi non edificanti della madre, che si sono tradotti in una paternità di difficile identificazione. In più, ho una proposta alle pubbliche autorità: ma se a quelli che mettono a repentaglio la vita degli altri perchè bevono viene confiscata la macchina, perchè a quelli che usano il cellulare in auto non gliela grattugiamo sul posto?