Il club dei 51
13-08-2008 / A parer mio
di Andrea Poli
Il lettore che negli ultimi tempi abbia avuto la compiacenza di compulsare con una qualche attenzione la rubrica delle lettere al direttore dei due quotidiani locali, il Carlino e la Nuova, si sarà agevolmente reso conto che, dopo anni e anni di soperchierie ai danni di noialtri automobilisti, sta se dio vuole prendendo corpo una benemerita forma di resistenza di massa allo strumento di tortura più vile ideato contro il genere umano dai tempi delle canzoni di Peppino di Capri: l'autovelox. Si tratta del Club dei Cinquantuno; dove la cifra sta a sottintendere non il numero dei soci bensì la velocità alla quale, transitando in auto davanti all'infernale aggeggio, gli aderenti alla costituenda associazione hanno preso la multa. Il principio filosofico che sta alla base della protesta è inoppugnabile: è giusto che, solo per aver superato di un chilometro il limite di velocità imposto, un povero cristo venga tanto crudamente sanzionato? Se devi asfaltare un pensionato lo togli dalla guazza uguale anche se vai ai cinquanta, andiamo; saranno mica quei ventotto centimetri scarsi in più al secondo a stabilire il discrimine fra la vita e la morte. Se uno ci deve lasciare le penne per una spanna non si tratta di velocità pericolosa, è destino. E dunque, se il Fato ha stabilito che un tizio deve concludere la propria esistenza terrena per tramite mio, perché al danno (il cofano tutto sporco di sangue che poi non viene più via) dobbiamo aggiungere anche la beffa della multa per eccesso di velocità? Per quanto mi riguarda condivido incondizionatamente il ragionamento; di più: se davvero l'associazione si costituirà, mi iscrivo come socio sostenitore. Quel canchero di autovelox fisso sistemato sulla via Copparo all'altezza di Tamara mi ha beccato mentre facevo i cinquantadue, maledizione: se passa il principio che andare ai cinquantuno è come andare ai cinquanta -e passerà, date retta; in Italia uno sconticino di pena piccino piccino picciò non lo si nega neanche agli assassini seriali, specie quando siamo sotto elezioni, cioè sempre- io e tutti quelli nelle mie condizioni costituiremo il Club dei Cinquantadue, con la quale stigmatizzeremo l'ingiusto trattamento discriminatorio subìto per aver superato il limite di un solo chilometro all'ora. Una spanna, ecché sarà mai. E, già che siamo in andare, ho già avvisato quelli della pro loco del mio paese che farò ricorso al Tar contro l'inqualificabile comportamento tenuto in occasione dell'ultima sagra: la cena in pizzeria per una persona, birra media o coca piccola a scelta del primo premio della lotteria (da noi la lotteria è un po' una fetecchia), è stata vinta dal biglietto numero 4.150. Come: a me, che avevo il 4.151, che è subito lì attaccato, niente?