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Un percorso sempre più tortuoso

14-11-2006 / A parer mio

di Andrea Botti

Ad oltre un anno dai tragici fatti, nei giorni scorsi è stata depositata negli uffici della Procura della Repubblica la terza perizia medico legale disposta allo scopo di conoscere le cause della morte del diciottenne Federico Aldrovandi, avvenuta in via Ippodromo nelle prime ore del 25 settembre dello scorso anno, durante un intervento della polizia richiesto da un abitante della strada dell'immediata periferia di Ferrara. Anche questa perizia, stando alle prime rivelazioni, non sarebbe pervenuta a certezze e così il quadro della complessa inchiesta che vede indagati quattro agenti della sezione volante su cui pende l'ipotesi di accusa di omicidio preterintenzionale - tutti di fronte al magistrato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere - sembra impantanarsi nuovamente su un percorso sempre più tortuoso. Negli atti delle indagini istruttorie, oltre alle testimonianze dirette di una giovane donna camerunense che abitava in via Ippodromo e del figlio, vi sono le relazioni che gli stessi agenti hanno trasmesso al questore e all'autorità giudiziaria il giorno della morte di Federico sul cui corpo erano ben evidenti ecchimosi e tumefazioni presumibilmente prodotte da percosse e da colpi di sfollagente. Lesioni che però, anche a parere dei due periti torinesi che hanno firmato l'ultimo accertamento tecnico, non sarebbero risultate mortali. E nemmeno l'assunzione di droga di cui sono state trovate tracce nel corso delle prime indagini peritali, non avrebbe provocato il decesso dello studente. Viene invece indicata nello stress psicofisico determinato da forte agitazione, la causa della crisi cardiaca dalle conseguenze letali.
I primi commenti giunti da due legali della famiglia Aldrovandi, sottolineano "un lavoro molto stringato nelle sue conclusioni, caratterizzato più da congetture che da proposizioni scientifiche", mentre per quanto riguarda la tesi della morte dovuta a sostanze stupefacenti che il ragazzo avrebbe assunto poche ore prima del movimentato "fermo" della polizia, questa terza perizia avrebbe cancellato un'ipotesi sempre contestata dal collegio di avvocati nominati da Lino e Patrizia Aldrovandi, i genitori di Federico.
A questo punto la vicenda che ha scosso la città e ha creato momenti di frattura anche a livello di istituzioni, sembra avviarsi verso il momento del processo che però i legali dei 4 poliziotti inquisiti - fra questi una donna - ritengono di poter scongiurare, sperando - come più volte hanno dichiarato - nell'archiviazione. Gli agenti sotto inchiesta, tuttora in servizio alla questura della città, nelle loro relazioni sostengono di essersi difesi dalla violenta aggressione del ragazzo che sarebbe balzato sul cofano della loro auto e ferendosi nella successiva caduta. Ammettono di aver fatto ricorso ai manganelli sempre per difendersi e di avere lottato per mettere le manette al giovane steso bocconi sull'asfalto. Una colluttazione durata a lungo che per diversi minuti avrebbe visto un corpulento agente cavalcioni sul ragazzo per impedire che si liberasse, in attesa dell'arrivo di un'autoambulanza del 118. E forse va proprio ricercata in questo momento concitato, il sopraggiungere di quell'insufficienza funzionale cardiorespiratoria, indicata come probabile causa del decesso. Quando in via Ippodromo arrivarono i sanitari, il cuore di Federico Aldrovandi aveva già cessato di battere.
Fu il blog su internet della madre dello studente a riportare in primo piano, a livello nazionale, il doloroso, tragico caso che, dopo il clamore iniziale non aveva più registrato particolari riscontri nell'ambito dell'informazione, a seguito del silenzio delle fonti ufficiali. L'appello della signora Patrizia Moretti Aldrovandi ha avuto il merito di mettere in movimento un'opinione pubblica che, con diverse iniziative, ha portato l'inchiesta giudiziaria verso un cammino finalmente più spedito. "Verità per Aldro" è lo slogan che ha accompagnato cortei e manifestazioni pubbliche a Ferrara e anche in altre città. Una verità processuale che forse si conoscerà entro pochi mesi.