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Valorizziamo il patrimonio edilizio esistente

01-08-2006 / A parer mio

di Andrea Botti

Dopo avere posto l'attenzione sul grande quartiere di via Bologna, eccoci ora con l'obiettivo puntato sul centro della città, per osservare non solo gli aspetti positivi, ma anche carenze, ritardi e degrado. Cominciamo con uno sguardo al palazzo Municipale, lo storico edificio Ducale collegato al Castello, che proprio in questo periodo è sottoposto ad un intervento di restauro della facciata nel tratto tra il volto del Cavallo e piazza Savonarola. Un maquillage di cui si avvertiva la necessità per ridare luminosità a qui muri secolari "rinfrescati" di corsa sedici anni fa in occasione della visita a Ferrara di Papa Giovanni Paolo II. Stessa operazione avvenne nel prospicente palazzo Arcivescovile a fine estate 1990 quando il Pontefice fu ospite di Ferrara per due giornate.
Nella stessa area della città che già in anni recenti ha visto importanti interventi di riqualificazione (piazza della Repubblica e dintorni compresa la chiesetta di S.Giuliano venduta dal sacerdote che ne vantava la proprietà e riacquistata di recente dalla Fondazione Carife in un'asta giudiziaria, via Ragno, via Carbone e via Vittoria, fino alle suggestive strade del Castrum di Porta S.Pietro) si attendono lavori di restauro anche sulla facciata di via Cortevecchia dello stesso palazzo comunale e finalmente anche il recupero di piazzetta Cortevecchia ora sfigurata da un angusto parcheggio. Non saranno sicuramente d'accordo i commercianti e gli altri operatori che lamentano la inadeguatezza delle aree di sosta, ma a nostro parere, in attesa di moderni e più razionali supporti per la sosta delle macchine (parcheggi multipiano interrati), deve essere affrontato con sollecitudine il problema di piazze e sagrati adibiti a parcheggio. Presto dovrebbero essere finiti i lavori del grande complesso S.Anna di corso Giovecca che coinvolgono la suggestiva piazzetta situata fra il chiostro e l'auditorium del Conservatorio di musica Frescobaldi. E in quell'angolo del centro non dovrebbero più tornare le auto - almeno si spera - per lasciar spazio a un mercatino dei fiori.
Se ci spostiamo verso la Cattedrale, possiamo notare che lungo la via degli Adelardi che scorre accanto alla fiancata del Duomo stesso, sono in corso dopo anni di abbandono, operazioni di restauro di alcuni vecchi stabili di proprietà della Chiesa, mentre fra poco dovrebbero partire i lavori per il rinnovo della pavimentazione in via Canonica e anche sulla via Adelardi e dintorni. Opere attese da anni che contribuiranno a migliorare l'immagine del centro che in alcuni punti (vedi i porticati) meriterebbero maggiore e più efficace cura da parte del servizio di nettezza urbana di Hera. In questo quadro è d'obbligo un'occhiata in via Carlo Mayr dove soprattutto nel tratto pedonalizzato fra Porta Reno e piazza Verdi, regna perennemente il caos più totale per il transito di bus, taxi, residenti, fornitori, ecc., con ingorghi che portano a frequenti momenti di paralisi della viabilità e un inquinamento atmosferico non più tollerabile. Su questa arteria vanno segnalati lo stato di colpevole abbandono in cui è lasciato il palazzo Borghi che fino a una ventina di anni orsono era sede del Provveditorato agli Studi e la palazzina, a pochi metri da via S.Romano, lasciata in eredità all'ospedale S.Anna da un benefattore concittadino.
Chiudiamo questo capitolo sottolineando due casi di assoluto disinteresse da parte del demanio che da anni ormai lascia nel degrado incalzante il vecchio carcere di via Piangipane divenuto rifugio notturno per clandestini e disperati alla ricerca di un luogo in cui dormire (alcune porte sul fronte principale sono aperte). Situazione analoga infine per lo splendido palazzo Prosperi di corso Ercole d'Este (ma quando avrà inizio il recupero?) e la caserma Pozzuolo del Friuli che si estende fra via Cisterna del Follo, via Formignana e via Scandiana. Un appello per rilanciare progetti in relazione al carcere e alla grande caserma dismessa da tempo, è rivolto soprattutto agli imprenditori privati. Azzardiano uno slogan: meno villette fuori le mura e più impegno rivolto al recupero e alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente.