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Riaccendere le luci del teatro Verdi

09-08-2006 / A parer mio

di Andrea Botti

Questo è il terzo ed ultimo appuntamento con quel "viaggio nella città che cambia", attraverso il quale ho cercato di cogliere i più significativi mutamenti avvenuti a Ferrara negli ultimi anni grazie alla realizzazione di importanti progetti in parte ultimati e in parte non ancora completati, oppure rimasti nel cassetto in attesa dei necessari finanziamenti. Apro questa cronaca con qualche cenno sull'operazione di recupero e restauro del teatro Verdi, un progetto di cui in città si parla poco forse perché potrebbe apparire meno prioritario rispetto ad altre opere. A nostro parere invece riaccendere le luci del Verdi sorto più di un secolo fa sulle fondamenta di uno dei più antichi teatri di Ferrara, nell'area del Castelnuovo, contribuirà non soltanto alla fruizione di un nuovo supporto per spettacoli di musica, di prosa e anche per convegni e altre manifestazioni, ma imprimerà una svolta molto forte al processo di riqualificazione dell'intero quartiere tra via Carlo Mayr e via dei Baluardi.
L'architetto Clara Coppini, responsabile del servizio per la tutela dei beni monumentali del Comune di Ferrara, che coordina i lavori in corso già da alcuni anni, non ha dubbi sulla straordinaria validità dell'operazione e soprattutto sulla necessità di portarla a termine. L'omonima piazza adiacente e le vecchie strade che scorrono attorno all'area dello storico teatro, subiranno certamente effetti positivi dalla ripresa dell'attività del Verdi dopo lunghi anni di abbandono che rischiavano di produrre cedimenti strutturali ancor più gravi di quelli avvenuti ad esempio sul lato di via Camaleonte, con crolli di cornicioni e di intonaci. Qualcuno potrà legittimamente dissentire, sostenendo che con il teatro Comunale in difficoltà per i costi di gestione, con l'auditorium del liceo musicale Frescobaldi in procinto di essere rimesso in sesto, il progetto Verdi ispirato dal maestro Claudio Abbado, sarebbe potuto restare ancora accantonato. Noi siamo invece dell'opinione che il tempo intercorso fra il finanziamento di un primo stralcio dell'opera e l'apertura del cantiere, è stato fin troppo lungo e ciò ha inciso inevitabilmente sui costi che sono lievitati, mentre l'ammontare del finanziamento è per ora invariato.
Vale dunque la pena credere in questo progetto anche se è comprensibile un certo clima di pessimismo dettato dalla crisi del settore spettacolo che in pochi anni ha portato alla chiusura di quasi tutte le sale cinematografiche della città nel momento in cui è stato aperto il grande complesso multisala di "Darsena city". Grazie al recente intervento dell'Arci si sono aperti spiragli per la ripresa delle proiezioni all'Apollo, mentre per il teatro Nuovo c'è attesa per l'esito di una trattativa tra la proprietà e la gestione.
Mi sembra doveroso infine ricordare, con accenti pienamente positivi, l'impegno con il quale l'amministrazione municipale, in pochi anni, è riuscita ad estendere la rete delle piste ciclabili, alcune delle quali collegano ora popolose frazioni come Porotto, al centro della città. Percorsi in sicurezza che hanno provocato i mugugni di molti automobilisti che si sono visti restringere la striscia di asfalto loro riservata, che hanno però risposto in modo concreto alle esigenze dei ciclisti nella "città delle biciclette". Ricorrendo all'ecologico mezzo a due ruote, migliaia di cittadini ogni giorno concorrono in buona misura a ridurre l'inquinamento atmosferico prodotto dagli scarichi delle auto che anche quest'anno hanno indotto Regioni e Comuni a opportune limitazioni orarie il giovedì e, qualora fosse necessario, anche in altre giornate. Proprio di recente ho letto su un quotidiano locale che un esponente politico dell'opposizione ha mosso accuse verso l'amministrazione per il carente servizio di manutenzione registrato lungo un tratto della ciclabile che porta a Francolino lungo via dei Calzolai. Le erbacce che tendono ad invadere il nastro d'asfalto non compromettono tuttavia la viabilità alle bici, ma è vero che un'operazione di sfalcio migliorerebbe la situazione. Più manutenzione e più vigilanza infine vengono spesso invocate da cittadini lungo la splendida cinta muraria della città, sia nei percorsi del sottomura, sia lungo i camminamenti della sommità, dove il passaggio dei vandali lascia segni ovunque, lungo tutto il percorso.