Comune di Ferrara

martedì, 06 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Ascoltare l'Odissea: Telemaco

Ascoltare l'Odissea: Telemaco

09-01-2008 / A parer mio

di Claudio Cazzola

Letture commentate in tre tempi
Primo Tempo: Odissee nell'Odissea


Presso il Liceo classico statale «L. Ariosto» di Ferrara è iniziato un ciclo di dieci incontri sull'Odissea, nell'ambito delle manifestazioni cittadine legate a «Ferrara città del Rinascimento» già iniziate quest'anno e previste pure per il prossimo. Queste letture, patrocinate insieme dalla «Associazione Culturale Ariosto di Sera» e da «ARCH'è - Associazione Culturale Nereo Alfieri», intendono restituire - per quanto sta nelle capacità umane del relatore - la fruizione del testo omerico alle coordinate spazio-temporali dell'uditorio degli aedi, quei cantori girovaghi portatori di una cultura orale collettiva e polifonica, trasferita poi, ad un certo momento, in un manufatto scritto, oggetto di conseguenza di studio grammaticale nell'ambito delle scuole e non più occasione di esecuzione pubblica.

Telemaco. 5 dicembre 2007

Il primo tempo di un simile "spettacolo", che è articolato in tre appuntamenti, riprende l'omonimo titolo assegnato al secondo capitolo del volume di Italo Calvino, Perché leggere i classici (Mondadori, Milano, 1991), il cui testo inizia così (p. 20):
«Quante Odissee contiene l'Odissea? All'inizio del poema, la Telemachia è la ricerca d'un racconto che non c'è, quel racconto che sarà l'Odissea.»
La prova testuale che si tratti di due filoni narrativi abilmente intrecciati è fornita dal doppio concilio degli dei, il primo ad inizio d'opera, il secondo come incipit del libro quinto: i protagonisti sono sempre i medesimi, da un lato Atena, l'alleata dell'eroe assente e dall'altro Poseidone, l'antagonista (pure lui assente) dell'eroe medesimo; mediante una doppia spedizione - la dea verso Itaca prima, il dio Ermes verso la terra di Calipso poi - si mette in moto l'azione, da un lato quella di una «Telemachia» compresa nei primi quattro libri dell'opera, e dall'altro quella della «Odissea» vera e propria, cucite insieme l'una e l'altra e sapientemente inserite nel medesimo spazio dell'avventura: il mare.
Chi è allora Telemaco? Ascoltiamo direttamente dalla sua voce (libro primo, vv. 214-216, traduzione mia, qui e altrove) la propria "non definizione":

«- Ma sicuramente, o straniero, ti parlerò senza infingimenti.
La madre afferma che io sono figlio di quello, ma io davvero
non lo so: nessuno, per quanto sta in lui, conosce la propria discendenza -.»

All'ospite Mente, capo dei Tafi, un popolo alleato degli Itacesi e antico compagno di Odisseo, in altri termini alla dea Atena sotto le sue spoglie, Telemaco confessa apertamente di non sapere chi egli sia, anche se Penelope - dice lui - afferma il contrario. E perché questo? Lo dice il testo: l'espressione, in lingua greca, che viene tradotta comunemente con la assai logora parola «nessuno», è (traslitterata) u…tis cioè «non» [u] «qualcuno, uno, un tale». Ebbene, qui possiamo afferrare il salvagente in grado di aiutarci a navigare nel testo, a prova di naufragio.
Come? Continuando a partecipare a questi nostri incontri.