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La memoria dei giorni

07-02-2008 / A parer mio

di Claudio Cazzola

Bassani, in scena i suoi racconti - Nello spettacolo "Il romanzo di Ferrara" [«il Resto del Carlino - Ferrara» domenica 3 febbraio 2008, pagina XI].
Ecco una delle iniziative che fanno davvero bene al cuore, quella intrapresa dalla Associazione Culturale Artisti Riuniti con la collaborazione dell'Università di Roma III, la Fondazione Giorgio Bassani, l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico ed il Centro Sperimentale di Cinematografia (con relativo bando di concorso per benemerite borse di studio). «La lingua di Bassani» si legge nell'articolo «e il suo immaginario sono il banco di prova ecc.», perché la lettura, e la rilettura, del testo bassaniano riserva sorprese sempre nuove, se si adotta quell'approccio filologico tanto raccomandato dall'Autore stesso. Valga come piccolo esempio la riproposizione di un segmento del tratto iniziale del racconto Una notte del '43, così come appare nella edizione definitiva del 1980:
Il forestiero passa, e la gente seduta al caffé guarda e sogghigna. A certe ore della giornata, però, gli occhi si fissano in maniera particolare, i respiri addirittura si mozzano. Di che massacri immaginari non sono mai responsabili la noia e l'ozio di provincia? [Opere, pagina 173]
Il contesto è noto: nessun ferrarese, residente in città, osa percorrere il marciapiede costeggiante il muretto della fossa del Castello, là dove è incisa la lapide che ricorda il noto massacro, per cui chi lo fa è di sicuro «forestiero». Bene, leggiamo la versione incisa nelle Cinque storie ferraresi datate 1956:
Il tipo in esame passa, comunque, e la gente, seduta al caffé dall'altra parte del corso Roma, guarda e sogghigna. Gli occhi si appuntano, i respiri si mozzano. Dall'espressione tesa e concentrata che i volti assumono, si direbbe che qualcosa di molto serio, di molto importante, debba accadere da un momento all'altro. Di quali massacri immaginari non sono responsabili la noia e l'ozio della provincia? [Opere, pagina 1726]
Nel passaggio dalla prima alla seconda redazione si può verificare in modo chiaro come il "labor limae" bassaniano proceda per 'via di togliere', per cui il caffé dall'altra parte del corso Roma si abbrevia in caffé, semplicemente e senza virgole, essendo tale indicazione già sufficiente per un lettore attento e, soprattutto, dotato di memoria: proprio per un destinatario vigile e cosciente del passato è indirizzata la variante d'inizio capoverso, che rischia di passare inosservata: da Il tipo in esame passa, comunque, a Il forestiero passa. Infatti, la prima versione è il concentrato di una dettagliata lista, che occupa un'intera pagina, e di ipotetici personaggi non del luogo, quali «il turista», «il viaggiatore di commercio», «il contadino della Bassa», e di «una coppia di ragazze dei postriboli», o addirittura di «Maria Ludargani, la vecchia ruffiana in persona», insomma - «un estraneo, un forestiero: uno che non può sapere, infine» [Opere, pagina 1726]. Di tutta la minuziosa catalogazione precedente rimane, nel testo del 1980, una rassegna costretta in unica frase di una decina di righe, con ancora «il turista», «il viaggiatore di commercio», «il contadino della zona del Delta», gente di fuori, dunque, già certificata nella memoria del lettore, ma non più le 'glorie locali', né le ragazze di vita né la vecchia malvissuta - «Potrà essere chiunque, insomma, ma non un ferrarese» [Opere, pagina 173]. La pagina si è prosciugata, la piccola città di pianura si è fatta universale. Potenza di una scrittura, capace di cambiare totalmente il punto di vista non solo attraverso la variazione lessicale, ma soprattutto mediante la soppressione del soggettivo avverbio «comunque». In tal modo la scena acquista una sua eloquente, palmare, oggettività.
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Le citazioni sono tratte da Giorgio Bassani, Opere, a cura e con un saggio di Roberto Cotroneo, Mondadori, Milano, 2001 [seconda edizione]. L'occasione è grata per rimediare ad un increscioso "lapsus memoriae" nel quale sono incorso scrivendo Via delle Vigne, pubblicato il 18.10.2007: Ugo Teglio è il figlio del 'mitico' Preside Emilio. Ringrazio di cuore la Signora Anna Tarantino, figlia di Noemi Teglio sorella di Ugo, per l'amichevole segnalazione.