La magia parigina di Ariosto
04-04-2009 / A parer mio
di Gianni Venturi
Ariosto, invitato da Leone X Medici a rappresentare a Roma la sua commedia del Negromante con le scene di Raffaello escogitò una magìa scenica. Come spiegare a un pubblico non abituato a una scena fissa che la medesima era servita precedentemente a rappresentare prima Ferrara e ora Cremona in due diverse commedie? Ecco allora che il poeta nel Prologo spiega che gli spettatori non dovevano stupirsi che "Ferrara con le sue case e regii/ tetti e lochi, e privati e sacri e pubblici,/ se n'era fin qui in Roma venuta integra; e questo dì Cremona vedete esserci/ venuta a mezzo il verno per difficile/ strada, piena di fanghi e monti asperi". Se si sostituisce Cremona con Parigi ecco che un'altra magia, la poesia del nostro grande poeta, ha compiuto. Sotto la piramide di vetro di Pei, luogo magico per eccellenza, nell'atrio del Louvre una fila di spettatori, quattrocento per l'esattezza, hanno entusiasticamente aspettato per due giorni che le vicende e le parole magiche di Ariosto aprissero "per incantamento" le porte del Castello, delle Delizie dei Camerini tra la pittura e la musica e i giardini di Ferrara.
Nata dalla collaborazione tra il Louvre e l'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara il Convegno "L'Arioste et le arts" sotto la direzione do Gianni Venturi direttore dell'ISR, Michel Paoli dell'Università di Piccardia e Monica Preti-Hamard del Museo del Louvre si è svolto all'Auditorium del Louvre il 27 e 28 Marzo, concludendosi con una tavola rotonda in omaggio a Luca Ronconi che suo Orlando furioso ha fatto conoscere dovunque sui teatri d'Europa le meraviglie del grande poema. Non si era francamente preparati a un tale concorso di pubblico. Giovani e meno giovani hanno preferito passare il tempo del week-end in compagnia di Ariosto piuttosto che di altri e meno impegnativi svaghi, ma la loro pazienza è stata abbondantemente ricompensata da una serie di affascinanti prospettive critiche che hanno dimostrato che, ancora una volta, la poesia può essere il naturale antidoto alla mediocrità del mondo e farci sentire liberi dentro. In questo caso il nome di Ferrara non ha sfigurato nella capitale indiscussa della cultura. Il convegno aperto dal sindaco di Ferrara con una densa e accattivante presentazione ha visto la presenza anche di Maria Teresa Pinna dell'Assessorato alla Cultura di Ferrara e di Marco Borella direttore dell'Istituzione Castello. Inoltre, una delegazione dell'Associazione Amici dei Musei ha accompagnato l'Ariosto nella sua trasferta parigina e il noto artista Maurizio Bonora ha offerto ai relatori e al Louvre una incisione a tiratura limitata di soggetto ariostesco espressamente ideata in occasione del convegno.
Le giornate ariostesche sono state l'occasione per organizzare all'interno del Louvre una preziosa esposizione dal titolo Imaginaire de l'Arioste, l'Arioste imaginé a cura di Michel Jeanneret e Monica Preti-Hamard che ruotava attorno a due capolavori di Ingres e Delacroix di soggetto ariostesco .Facevano corona ai due quadri sublimi fogli di disegno ispirati al Furioso o al mondo cavalleresco: da Pisanello a Fragonard, da Corot al volume miniato della I edizione del poema 1516 regalato da Ariosto stesso al re di Francia Francesco I. Una speranza sostiene questo importantissimo momento di collaborazione tra l'ISR, la città di Ferrara e il Louvre. Che un giorno, come Ariosto si è recato a Parigi, lo stesso poeta inviti a Ferrara Parigi da lui tanto amata e soggetto del suo poema per vedere quei luoghi, per adornarli con capolavori ispirati alla sua arte, per riconoscere in Ferrara una capitale della cultura come da anni gli sforzi dell'amministrazione e il lavoro specifico dell'Istituto di Studi Rinascimentali hanno progettato e realizzato.