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I Templari di San Giuliano

27-07-2006 / A parer mio

di Andrea Gandini

Quale rapporto c'è stato si chiede Maurizio Villani, facendo riferimento alla possibile sepoltura nella chiesa sconsacrata di San Giacomo del suo fondatore (v. "Ferrara e i templari", Moto a luogo - ndr). Di certo c'è che la piccola chiesa di San Giuliano, di fianco al castello, sorse nel 1400, cioè 200 anni dopo la distruzione da parte del re di Francia Filippo il Bello con la complicità del Papa.
Essa testimonia dell'ammirazione che a Ferrara si aveva di un ordine religioso che manifestava l'importanza di tenere insieme spirito e materia (morale e affari si direbbe oggi), coniugando l'impegno religioso (voti,...) e quello nel mondo.
Un'intuizione che già era stata di San Benedetto, che introdusse la regola di "Ora, lege et labora", dove importante era quel et.
I templari attualizzarono quel pensiero 700 anni dopo San Benedetto, coniugando lo spirito con la materia, messaggio oltremodo attuale (e scomodo sia per chi crede alla dimensione spirituale sia per chi non ci crede e quindi così poco praticato).
Ferrara, libera dalla servitù dello stato pontificio, dava spazio ai commerci degli Ebrei, era aperta alle conoscenze astrologiche degli Egizi, attraendo così illustri studenti come Paracelso e Copernico. "Onorava" così forse anche i templari con la costruzione della chiesetta di San Giuliano. L'immagine sopra il portale racconta di come Giuliano tornando dalle crociate in Spagna trovò nel suo letto una donna e un uomo, che pensava fossero la moglie e un amante: preso dalla gelosia li uccise, scoprendo poi che erano sua madre e suo padre e, così, finì i suoi anni in convento.
Una bella storia che meriterebbe di essere raccontata con un breve cartello artistico fuori della chiesa, collegandola appunto Ferrara anche all'altra vicenda dei Templari.