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Nuvole col rubinetto

04-04-2007 / A parer mio

di Andrea Poli

Non so se avete degli amici agricoltori: io sì, purtroppo. Perché hanno un sacco di doti eccellenti, non si discute: ottimi lavoratori, buoni cristiani, discreti amanti della natura, sarebbero disposti a perdere un occhio pur di vendere l'abate a un quarto di centesimo in più del vicino e tutto quello che volete, ma hanno l'ego talmente sviluppato che stargli daccanto è faticoso. Ad esempio la semina del grano, usanza ancestrale che il genere umano pratica dalla notte dei tempi senza apparenti difficoltà (semini, concimi, mieti e ssciao), messa in mano a due agricoltori che frequentano lo stesso bar è suscettibile di trasformarsi in una disfida epica in cui non è difficile rintracciare echi delle eroiche imprese dei cavalieri dell'Orlando Furioso, che si slanciano impavidamente l'un contro l'altro in un assordante clangore di armi: "Furo al segnar degli aspri colpi pari / che si posero i ferri ambi alla testa, / ma furo in armi ed in virtù dispàri / che l'un via passa e l'altro morto resta". Motivo del contendere il fatto che il grano va messo a dimora prima dell'inverno e a seminare troppo avanti si rischia che le piantine, ancora giovani, pieghino gli stracci all'arrivo del freddo. Così, come quei paracadutisti che tirano la cordicella all'ultimo secondo per dimostrare di avere più sangue freddo di tutti, capita agli agricoltori per il grano: io l'ho seminato il quindici di novembre, e io l'ho seminato il 30, e io allora a metà dicembre. Di rilancio in rilancio, nei locali pubblici dove si serve del buon prosecco, la gara può andare avanti per ore, col pubblico che prende apertamente posizione per l'uno o l'altro dei contendenti; l'ultima volta nel mio bar l'agricoltore che vinse, un bel po' dopo la mezzanotte, risultò aver seminato il grano il 15 luglio, esattamente una settimana dopo averlo raccolto; record che, per giudizio unanime degli astanti, l'altro contendente non avrebbe mai potuto eguagliare, per cui fu dichiarato sconfitto seduta stante.
Ma il motivo principale per cui, se decidete di coltivare nuove amicizie, vi sconsigliamo vivamente di ricercarle nella categoria agricola, è la fissa del tempo, in particolare della pioggia; man mano che si appresta la semina del mais i contadini diventano nervosi come le donne all'avvicinarsi di quei giorni. Scrutano inquieti il cielo e scuotono sconsolati la testa: quest'anno non riuscirò mai a seminare il granturco, non piove mai e il terreno è troppo secco. Poi piove, come succede ad ogni primavera da che mondo è mondo, e loro osservano inquieti le prime gocce che cadono a impastare la polvere, traendo come gli antichi aruspici infausti auspici dal volo degli storni: quest'anno non riuscirò mai a seminare il granturco, piove sempre e il terreno è troppo bagnato. Basta un millimetro di pioggia in più o in meno (l'equivalente di mezzo bicchiere d'acqua per metro quadro) per gettarli nello sconforto: la falda freatica è troppo bassa, o troppo alta, mai che vada bene. E quando finalmente piove il giusto (i miracoli esistono) gli agricoltori trovano il modo di malignarsi il sangue comunque: la falda freatica è troppo a posto, vedrai che da domani le cose peggioreranno e il granturco morirà. Fosse psicologicamente più fragile, il granturco dei miei amici agricoltori avrebbe bisogno dell'analista per giungere a maturazione; per sua fortuna, invece, cresce felicemente ignaro in qualunque condizione fin dai tempi dei maya, producendo montagne di granella alla faccia di chi lo gufa.
Va da sé che il concetto di poco e molto, riferito all'acqua, è piuttosto soggettivo, dal momento che ogni agricoltore ha dei parametri personali iscritti nel suo dna e tramandati di generazione in generazione dai primordi dell'umanità; è per questo che il Padreterno, nella sua infinita preveggenza, non ha fatto le nuvole col rubinetto: avendo già messo in agenda la creazione dei contadini, sapeva che dopo una settimana gli avrebbero spanato tutte le viti a forza di aprire e chiudere, costringendolo ad essere di manica più larga con gli idraulici che invece, per via dei prezzi che praticano nell'aldiqua, sono scarsamente rappresentati nell'Aldilà. Dove, al contrario, girano molti agricoltori; ma lì è il Creatore che, all'epoca delle semine, gira saggiamente al largo.