Comune di Ferrara

lunedì, 05 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Il no au

Il no au

05-07-2007 / A parer mio

di Andrea Poli

Quantunque provenga da una generazione adusa a rifuggire dalle frivolezze mondane (i nostri genitori, che venivano dalla guerra, ci hanno tirati su badando alle cose che veramente contano nella vita: il lavoro, la famiglia, i figli, i dischi di Orietta Berti), sabato scorso anche il vostro corsivista poteva dirsi annoverato fra il mezzo centomigliaio circa di ferraresi che al parco urbano, godendo come ricci, si sono beati dei fuochi d'artificio che hanno per così dire inaugurato ufficialmente la notte bianca. Una nutrita serie di proposte culturali che si è snodata in città per l'intera notte a cavallo con la domenica primo luglio fra le quali, per citare solo le più pregnanti, lo spuntino a salame e pane delle due di notte e il cappuccino con brioche per gli intellettuali ancora in piedi alle cinque e mezzo del mattino. Lo spettacolo pirotecnico è stato come da tradizione all'altezza, anzi di più; quasi mezzora di Tò Maràra a ritmo di musica che ha avuto un triplice merito: ricordare a tutti, per il luogo in cui si è svolto, la straordinaria figura di intellettuale e scrittore di Giorgio Bassani (al quale è stato, con felicissima scelta, intitolato il parco urbano), che ha fatto conoscere e amare Ferrara nel mondo intero attraverso le sue opere; far comprendere a quelli della generazione dei miei figli che la musica sinfonica è bellissima e a quelli della mia generazione che la musica moderna non è poi così male come sembra; e infine stabilire in via definitiva che, nell'èra della tecnologia alla portata di tutti, la gente che va agli spettacoli si divide ormai irrimediabilmente in due categorie: la minoranza che si gode l'evento e la maggioranza che lo riprende col videofonino, zittendo i vicini che urlano e applaudono perché sennò non si sente la colonna sonora dei Queen, in un tripudio di zoomate fuori fuoco, altoparlantini in distorsione e immagini invece perfette delle braccia protese in alto di quelli che lì davanti stanno facendo la stessa cosa col loro, di aggeggio luminoso. Il tutto reso possibile dalla regale munificenza di Hera (grazie), del sindaco (grazie grazie) e da una serie di sponsor, alcuni dei quali dotati di una fin lì insospettata propensione alla modernità; come Ferrara Fiere, che a dispetto dell'apparente tradizionalismo della sua funzione (le fiere, intese come luogo di incontro fra chi vende e chi compra, vanno avanti sostanzialmente inalterate dal tempo degli stegosauri), secondo l'impeccabile speaker della manifestazione ha fornito addirittura il 'no au' per la gara di trionfo in allestimento nei pressi del castello. Il no au, che poi si scrive know how, è una locuzione anglosassone che lo Zingarelli definisce come "Insieme delle capacità e delle esperienze necessarie per il corretto impiego di una tecnologia". Ora, essendo il trionfo un gioco di carte, fra vicini di prato abbiamo lungamente discusso su che cosa sia il know how nel caso specifico, arrivando alla sofferta conclusione che per il corretto impiego di una gara di trionfo servano un tavolo, quattro sedie e un mazzo di mantovane (con gli assi segnati, visto che, come argutamente ha notato qualche tempo fa l'amico Fausto Natali su questa stessa rubrica, il trionfo è un gioco da imbroglioni). In conclusione, saluto i lettori; vado a cuocermi un po' di riso per il pranzo. Per dirla meglio vado ad attivare il no au per il risotto: metto su la pentola e la faccio bollire.