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A me mi piace la Milva

20-06-2008 / A parer mio

di Roberto Bonsi

Nella nostra città, nella nostra provincia, nel corso del tempo abbiamo avuto degli artisti che sono riusciti a raggiungere una chiara e solida fama, sia a livello nazionale sia anche oltre i nostri angusti confini. Cara "giovane generazione", pre-adolescenti e adolescenti d'oggidì, senza ombra di dubbio non sai chi erano e che cosa sono stati cantanti di musica leggera come Oscar Carboni, Carla Boni, Didi Balboni, questo ad esempio; ed interpreti melò come i tenori Angelo Mercuriali e Daniele Barioni, e le soprano Maria Luisa Gavioli e Edda Vincenzi, il violinista Piergiorgio Farina, e così via; ma nel podio più alto siede da tempo pressochè immemorabile, cioè da ben cinquanta anni, un'artista di pura razza, una valente interprete che ha messo in delirio folle paganti nei teatri di ogni dove. E' consacrata "regina" in Germania dove è considerata una "cult-singer", quasi una di loro, nel senso teutonico del termine, e nel "Paese del Sol Levante" (n.d.a.: Giappone), stravedono per lei. A dir il vero qui nel suo bel paese natio, l'accoglienza nei suoi confronti è un po' tiepidina; la sua voce, la sua grinta e il suo temperamento, ma anche i suoi lunghi e fulvi capelli color rosso Tiziano, fan di lei un personaggio pieno di carisma; insomma, per dirla in breve, la sua immagine buca il video; ma ... ?
Ma ..., giriamo per così dire ... pagina e torniamo dopo alla formula dubitativa espressa. La cantante in questione, quando in quel "giardino zoologico" della canzonetta nostrana targata anni '60 imperavano: tigri (Mina), aquile (la Zanicchi), usignoli (la Cinquetti e Orietta Berti), e pulcini (Nada), qualcuno, non si sa chi, le affibbiò il nomignolo di "pantera di Goro", dal nome della località dove la signora è nata, e che tutti noi ferraresi ben conosciamo. Maria Ilva Biolcati, questo è il suo vero nome, come ben sanno anche le pietre dell'acciottolato del Po che percorrono le nostre strade, dapprima e in arte, seppur ancora poco conosciuta, aveva il nome d'arte di Sabrina, perchè aveva il taglio dei suoi capelli, quelli neri e più naturali di lei ancor giovanissima, proprio corti come li ebbe quell'eccezionale attrice che fu l'olandese Audrey Hepburn quando interpretò il film omonimo e che le diede grande, enorme successo massmediale. Anche lei, la Milva, come direbbe con il suo vocione la Iva Zanicchi, prese parte ad un film con una parte di rilievo accanto a "mostri sacri" come Gina Lollobrigida ed Enrico Maria Salerno. La pellicola si intitola "La bellezza di Ippolita" ed ebbe un buon successo; questo credo avvenne nel lontano 1962. La cantante ferrarese, che in principio prese casa nella provincia di Torino, in quel di Leinì Canavese, si trasferì successivamente in un bell'appartamento nel pieno centro di Milano ad appena due passi da piazza San Babila. Comprò poi un appartamento in villa, sulle sponde del lago di Como, questo nell'abitato di Blevio, ma il suo "rifugio" rimane sempre la casa di Milano. Ho un amico giornalista, tal Emilio De Paoli, che stravedeva e forse ancora adora questa cantante della mia terra, e ricordo che mi disse che facendo calcolo del suo "status", quando se ne presentava l'occasione si recava anche invitato, nella sala d'incisione che la storica Casa discografica Ricordi, aveva in Via Barletta a Milano, e dove la Milva ha inciso all'epoca quasi tutti i suoi pezzi, più noti, quelli del suo momento d'oro, questo per l'appunto inteso discograficamente parlando. La Biolcati in arte: Milva è nata il 17 luglio del 1939. Sì, in realtà si dice che non si dovrebbe dire l'età anagrafica di una donna, ma tutte le riviste e tutti gli annali, riportano ciò, poi a dir il vero lì porta bene, e la menzionata è ancora una bella donna piacente. A me piace Milva con le sue canzoni, come: "La rossa", "Quando una stella cade" (cuando sali de Cuba), e poche altre. Non mi è piaciuta affatto quando in gara al Festival di San Remo dell'anno scorso (2007) ha interpretato il bel brano del bravo Giorgio Faletti: "The show must go on" in un modo che non mi ha entusiasmato, e a mio parere è stato più brava la sua "guest-star", Enrico Ruggeri, che ne ha data un'interpretazione più consona, più veritiera, diciamo: migliore. Il tutto è però opinabile, questo è il pensiero di chi scrive. La Milva è nata, come ho iniziato a dire poco sopra, pochi mesi prima dello scoppio della "Seconda Guerra mondiale", e inizialmente in ambito familiare ha avuto una vita non di grandi mezzi, ma comunque dignitosa, poi grazie alla sua possente voce e al suo esser donna caparbia ha raggiunto il livello che quasi tutti noi ben sappiamo. Non ce ne frega niente di presunte note scandalistiche relative a somme depositate presso una banca estera o altro, sin qui apparse sulla stampa; onore, dunque, a questa nostra artista poliedrica, che finora si è divisa tra canzonette, commedie musicali, televisione, cinema (seppur poco), e teatro impegnato, quello di Bertold Brecht, per intenderci, con successo di pubblico e di critica. MA A ME LA MILVA NON MI PIACE. E chi se ne frega direte voi, esprimo solo una mia considerazione di critico musicale, poichè ho svolto e svolgo anche questo ruolo, poi scrivo testi di musica leggera. Di mio è appena uscito "Panta Rei" (tutto scorre) interpretato da Elisabetta Viviani, quella di "Heidi" (ricordate?). Mi esprimo così anche perchè il suo modo di cantare non è nelle mie corde, solo poche volte mi ha dato un'emozione. Per il mio lavoro di giornalista ho conosciuto la Milva, questo in diverse occasioni che si sono presentate tra Ferrara e Milano. Ero invitato e presente al Ristorante Italia (Da Giovanni) in Largo Castello quando i colleghi dell''"Associazione-Stampa" di Ferrara, le offrirono il pranzo di gala, dopo averla premiata nel vicino teatro Comunale, con il prestigioso: "Premio della Stampa" dedicato ai ferraresi "illustri". In un'altra occasione insieme all'allora addetto - stampa del Comunale, ebbi modo di fare una "vasca" con lei, passeggiando tra una folla incuriosita, che ci additava; questo, all'inizio più centrale del Corso della Giovecca. L'ho vista più volte anche a teatro a Milano, oggi mia città adottiva, ed una volta la omaggiai persino con un paio di nostre "ciupète", per le quali per il tramite di un cellulare, lei mi ringraziò. Tempo fa, fu premiata anche al Circolo della Stampa di Milano, era il premio dell"'Associazione Nazionale dei Vetrinisti", e guai a dirle che le lei è un "mito" per tutti noi intrisi di "ferraresità", la signora si incazza (?). Ecco qui ho salvato l'artista, ma la persona mi è andata giù. Non siamo più ai tempi pur memorabili di Francesca Bertini, Clara Calamai e altre ben note "dive" di un'epoca ormai tramontata , quella dei "telefoni bianchi". E' l'umiltà che fa grande una persona, l'empatia che sa esprimere, la sua cordialità, la sua simpatia; ma per fortuna non siamo tutti uguali. Milva ha scritto e sta scrivendo pagine salienti della vita artistica ma anche strettamente culturale del nostro, per altri versi sempre giustificatamente biasimato, Paese. Dunque un evviva a questa "colonna portante" della nostra quotidiana sonorità in musica, che nonostante il libero pensiero e la soggettività di ognuno di noi, ci ha deliziato e ci delizia per il tramite del nostro orecchio, della nostra vista, della nostra mente e del nostro cuore. Beh !!!. Sapete che vi dico?. nonostante tutto quanto si è detto finora, forse un pochino A ME MI PIACE LA MILVA. Lei fa parte della "musica" dei miei anni più belli e lei è ancor oggi una donna carnale, una voce davvero un po' speciale. W Milva, venuta alla luce in un contesto a me caro: la mia terra natia.