Comune di Ferrara

lunedì, 05 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Cinque minuti per sentirsi più fortunati

Cinque minuti per sentirsi più fortunati

25-07-2006 / A parer mio

di Luca Rossato

Una percentuale, non siamo altro che una percentuale, spaventevolmente piccola di persone fortunate che possiedono un conto in banca e possono spendere denaro in cose futili.
Il 92% della popolazione mondiale non può farlo, vive in condizioni disagiate, molti in condizioni disperate.
Credo che mai come a Londra ho potuto confrontarmi con questo 92%: Londra ti mischia agli altri, ti costringe sempre al contatto, come all'interno di una immensa lavatrice piena di panni colorati.
E' ovvio che non puoi uscirne intonso, c'è sempre qualche colore forte che ti lascia una macchia addosso.
E allora è facile sentirsi più fortunati dell'anziano vicino di casa i cui unici mobili del soggiorno sono una poltrona di pelle ed una tv, chissà poi perchè, posizionata sul davanzale interno della finestra.
E' facile immaginare come quelle pareti vuote possano ben rappresentare ciò che rimane della sua vita. Ne resti interdetto, ti chiedi il perché.
Poi un giorno ti iscrivi ad un corso di inglese che ti sbatte in faccia la dura realtà di una città multietnica come Londra e la tua inquietudine aumenta.
I ragazzi di questo corso mi hanno dato una lezione di umiltà e di coraggio che altrimenti non avrei mai potuto avere. E' gente che ha lasciato tutto quello che aveva per venire qui, per una vita migliore, che al momento, tanto migliore non è.
Come Eiana, una ragazza bulgara che vive con il padre qui a Londra mentre il fratello è rimasto con la madre a casa. Ha piccoli occhi scuri, sempre seria concede pochi sorrisi, lavora come cameriera per mantenere la famiglia in Bulgaria.
Anche Eva fa la cameriera, lei è slovacca, si commuove sempre quando parla dei suoi due bambini che ha lasciato con i nonni a Bratislava e che rivede poche volte all'anno.
Lavora facendo le pulizie negli uffici della city e dai suoi occhi verdi traspare una bellezza ora offuscata dalla stanchezza di ogni giorno.
Eva doveva essere una bellissima ragazza, lo si vede ancora oggi e la dolcezza con la quale parla dei suoi bambini la esalta ancora di più.
Mohammed è un signore libanese dall'aria triste e dall'inquantificabile età compresa tra i 40 ed i 55 anni. Ha il viso scavato di chi ne ha vissute tante di storie strane, peccato non averle mai ascoltate.
Parla infatti un inglese stentato chiuso in un indecifrabile rigore musulmano. Nonostante questo si presta alle battute dell'insegnante forse perché costretto dalla situazione o forse per sfuggire per un attimo dalla dura realtà di una numerosa famiglia tutta sulle sue spalle.
Il disagio economico e sociale ti annulla, non sei parte di qualcosa e lo avverti chiaramente. Vorresti urlare ciò che pensi ma non sai come dirlo. Loro lo devono aver provato e forse lo provano tuttora, non deve essere facile, non lo sarebbe per nessuno.
Non lo è stato neanche per Luan, kossovaro che fa il pizzaiolo in un ristorante italiano e che spesso si presenta al corso con qualche sua creazione; il suo pezzo forte è una formidabile peperoni e salame piccante.
Luan se ne è andato dopo la guerra, non c'era lavoro ed alloro ha mollato tutto e tutti ed è venuto a Londra. E' felice di aver trovato una certa stabilità, altri ragazzi come lui, mi racconta, sono finiti in giri loschi, molti di loro in Italia.
Era proprio scappata da questo Mikaela, di Praga, il suo ragazzo aveva avuto problemi con la criminalità organizzata ed allora decisero di fuggire a Londra.
E' difficile non innamorarsi di lei, alla classica bellezza dell'est abbina modi gentili ed una grazia degna di una principessa.
L'ultima volta l'ho accompagnata al metrò, ci siamo salutati e carinamente come sempre mi ha detto "take care". Non l'ho più vista. Ha dovuto trovare un secondo lavoro per risparmiare qualche soldo per l'università che vuole iniziare ed ha abbandonato il corso d'inglese.
Buona fortuna Mikaela, "take care" anche tu.
Rames invece viene dal Bangladesh, ha 23 anni portati malissimo e già una moglie. Non è una bella combinazione... Parlando mi dice che la più bella vacanza della sua vita è stata l'anno scorso quando è andato al "Richmond Park", un parco fuori Londra, con la ragazza che ha sposato.
Io ed Azuzena, una spagnola di Barcellona, avevamo appena finito di raccontarci davanti a lui i nostri viaggi in America e Australia. Ho provato un senso di colpa, ho temuto che Rames potesse odiarci per tutto quello che avevamo avuto dalla vita; poi l'ho guardato negli occhi e mi sono accorto che sorrideva affascinato, chiedendomi come fossero gli Stati Uniti e dicendo che anche lui un giorno ci sarebbe andato.
La scorsa settimana Sharifa piangeva, i suoi grandi occhi azzurri gonfi di lacrime protestavano contro una vita che avrebbe potuto essere meno crudele.
Sharifa è un ragazza madre turca, la bimba ed il lavoro in un ristorante sono tutta la sua vita.
Chiede "solo" giornate da 30 ore, 24 non le bastano più per pensare a tutto, per pensare a cosa mangiare ogni giorno per pensare a che futuro dare alla sua piccola.
La babysitter costa troppo ed allora affida l'inconsapevole creatura a vicini ed amici. Credo di non aver mai visti Sharifa sorridere, nemmeno una volta, penso che ognuno debba avere l'opportunità di farlo.
Anche Cris, polacco, sorride poco nascondendosi dietro ad una profonda timidezza. Ha 30 anni e pochi capelli in testa; l'insegnante lo indica per farci capire come si dice pelato in inglese e allora finalmente ride anche lui. Gli chiedo che lavoro fa e lui mi risponde "taglio la carne..." "il macellaio!" ribatto allora io e lui "no, io taglio solo la carne"...
Voglio ringraziare tutti questi piccoli eroi per avermi fatto sentire più fortunato tra i fortunati, arricchito moralmente e rafforzato nella convinzione che nulla è impossibile con la determinazione giusta e un pizzico di buona sorte.
Già, la fortuna... e allora ragazzi in bocca al lupo! Vorrei che tutto andasse bene, vorrei che un giorno raccontaste ai figli che avrete o che avete già di come ce l'avete fatta, tra mille sacrifici lacrime e sudore, con negli occhi l'orgoglio di chi, da quel maledetto 92% è riuscito a fuggire.