L'antifascismo e i suoi valori
21-08-2007 / A parer mio
di Girolamo De Michele
Qualche breve considerazione in merito alle obiezioni di Alessandro Romani all'intervento di Oscar Ghesini (link a fondo pagina, NdR).
Romani parla di "verità aggiustata dalla parte vincente", cioè di quella parte "divenuta egemone": evidentemente considera scritto dalla "parte dei vincitori" anche la silloge fascistissima curata da Balboni - quella, per intenderci, che insinua che agli ebrei ferraresi, fino all'arrivo dei nazisti, in fondo poco o nulla era capitato - che Oscar Ghesini cita come fonte. Farà bene ad informarsi, il signor Romani. Come pure farà bene a riguardarsi la ricerca storiografica sulla morte di Ghisellini, che ben prima del romanzo di Bassani e del film di Vancini aveva sospettato che la morte di Ghisellini fosse un episodio interno al fascismo ferrarese: ricerche accreditate da Piero Calamandrei il 15 novembre 1950 nella commemorazione delle vittime dell'eccidio del 1943. Commemorazione che Calamandrei ha pubblicato in "Uomini e città della resistenza", e che il signor Romani, che sembra mettere sullo stesso piano la morte di Ghisellini e l'eccidio del Castello, farebbe bene a leggere: per capire come le sue stesse parole dimostrino la necessità che la parte già allora egemone della società italiana, cioè quella antifascista, desse il proprio sangue perché idee come quelle del signor Romani siano libere di esprimersi, ma non di impedire, con l'esercizio della dittatura, le idee altrui.
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