Trattorie
11-04-2008 / A parer mio
di Davide Bassi
Le trattorie jappe sono luoghi informali in cui si pranza e si cena tutti assieme con vari avventori. Non esistono tavoli separati, piccoli, distanziati fra loro: solitamente si tratta di lunghe tavolate in cui si sta tutti assieme, anche con coloro che non si conoscono. La sala è singola, coperta da tatami sui quali vi sono numerosissimi cuscini piatti corrispondenti ai posti a sedere. I tavoli sono alti circa 20 cm da terra (dal tatami) e generalmente sono molto robusti, di legno molto spesso.
Appena si entra in trattoria bisogna togliersi le scarpe le quali vengono lasciate in scarpiere di grandi dimensioni, assieme a quelle di tutti gli altri avventori. Il tipico pensiero che mi assale ogni volta che entro in queste trattorie è: "Ma poi all'uscita le ritroverò ancora?". Ma perché noi italiani dobbiamo sempre portarci dietro il fardello del furto? Dobbiamo sempre attenderci che qualcuno all'uscita dalla trattoria, rilassato e satollo, veda l'ora di fottere proprio le nostre amatissime "fangose", sicuramente non della sua taglia (visto che qua tutti portano un 40 ed io porto il 44
). Queste diventeranno probabilmente un trofeo del jappo che le mostrerà fiero ai propri amici esclamando: "Vi ricordate quella volta che siamo andati a mangiare "da Tassi-jin"? Beh, ho fottuto 'ste scarpe a quel ferrarese che stava seduto vicino a noi!!!".
Appena accomodati al tavolo ("accomodati" è una parola grossa
), ci si può servire il bere da soli, è sempre gratuito: tè verde freddo e bollente, oppure acqua fredda o bollente. Non ho mai visto nessuno ordinare birra, vino o sakè! Avete presente se a Coronella, dalla "Fernanda", dopo che il figlio ben nutrito della beneamata Fernanda ha raccolto l'ordinazione dei 5 piatti di cappellacci al ragù e delle due salamine con puré, mi rivolgessi ai miei amici dicendo: "beh, penso che dell'acqua bollente per tutti vada bene! vero!".
Un problema che forse in questo momento vi attanaglia è: "Ho ordinato da mangiare, il bere è già in tavola (
!), devo andare in bagno a lavarmi le mani, ma
sono senza scarpe!!!". Nessun problema! Siamo in Giappone e quindi tutto è ben organizzato. Si va in bagno scalzi (cioè, con le calze ma senza scarpe). All'entrata del bagno sono pronte due paia di ciabattine blu in plastica: una per gli uomini ed una per le donne. Ovviamente sono della stessa taglia: circa un 33 e mezzo. Ci infilo gli alluci ed entro in bagno. Il water è ovviamente tecnologico. Prima di espletare "il piccolo" (come diceva mia nonna), bisogna azionare una levetta al lato della cassetta dell'acqua, questa fa emettere un "gentile zampillio" che copre il "fragoroso" zampillio che sto per creare io
i jappi per questo ci tengono molto! In caso di espletamento del "grande" (come diceva mia nonna), la ciambella è termo-riscaldata, con possibilità di scelta di varie temperature. Alla fine, rimanendo sempre accomodati sulla ciambella, previa digitazione su apposita mini-tastiera, fuoriesce un ugello di acqua calda (anche in questo caso si può variare la temperatura e la potenza del getto) occorrente all'uopo. Ma per asciugarsi? Per gli uomini c'è la carta. "Si dice" che le donne invece abbiano sempre in borsetta una salvietta personale di spugna (sono delle grandi!).
Arriva il pranzo, la cameriera sempre ansiosa e sorridente, porta tutto in tavola inginocchiandosi di fianco a noi, recitando ogni piatto servito: "questo è
, questo è
, questo è
.". Con vari inchini si defila, e noi iniziato a mangiare. In questo momento in sala gli uomini "slurpano" che è un piacere, specialmente se si tratta di udon (grossi spaghetti lisci, solitamente in brodo). Mi immagino se ci fossero mio papà e mio fratello, si girerebbero arcigni verso il nostro vicino di tavolo e, guardandolo da sopra la spalla e minacciandolo con lo sguardo, gli urlerebbero: "Ma sa tiratt su?". Sembra però che questo modo di far rumore sia davvero un modo per assaporare anche i sapori più reconditi delle pietanze. I sommelier infatti alcune volte "slurpano" alcune gocce di vino, quando il papà assaggia il brodo appena fatto per sentire se è buono "slurpa", quando si beve qualcosa di molto caldo tutti "slurpano" ed in quel momento lo "slurp" fa bene al corpo ed al cuore (pensate un buon tè caldo o ad una cioccolata in tazza quando fuori fa freddo)! Quindi, la prossima volta che mangerò dei cappelletti in brodo slurperò anch'io! Se poi, al posto dei cappelletti ci saranno degli spaghetti alla carbonara o alla puttanesca (con guanciale!), beh, fatti vostri, state attenti! proteggetevi! io "slurperò" anche per voi!