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I giornalisti: vil razza dannata (II e ultima parte)

16-04-2008 / A parer mio

di Roberto Bonsi

Nel mio narrare del 2 aprile scorso vi parlavo dell' ... "allegra brigata" dei giornalisti che da Milano "city" si spostano perlopiù nelle piccole e medie città d'arte del nostro italico "grande nord", questo a bordo di capienti pullmanns GT, dotati di ogni confort, ... questo si fa per dire! In quanto e ad esempio, sì, esiste ben fissata al suo posto la macchinetta per fare il caffé espresso, ma di fatto non è mai funzionante, poi chi la usa mai? Per un "coffee-break" basta fermarsi in un qualsiasi "Autogrill"; poi, non parliamo della "toilette" posta sempre a bordo dei pullmanns (Non tutti, però l'hanno in dotazione), la stessa è sempre chiusa a chiave.
Dopo questa breve divagazione, ricordo che finalmente, noi giornalisti, arriviamo a Ferrara, a lato del Palazzo dei Diamanti, nella via intitolata al grande architetto autore della cosiddetta "Addizione Erculea". Si scende dal mezzo, ed alla spicciolata si entra nel gran portone di questo massimo tempio della cultura ferrarese ed anche internazionale. Si sale lo scalone interno, ci si accredita al "desk", mentre le "pierre" ci danno il catalogo della rassegna in quel momento in atto, o meglio di imminente inaugurazione ed apertura al pubblico, poi si entra nel grande salone per assistere alla conferenza stampa, a volte di breve durata e coincisa nelle parole dei conferenzieri, ed a volte lunga e snervante, con tanti che parlano con una lungaggine verbale oltre misura; ma questo accade in tutte le presentazioni alla stampa in ogni dove, e le conferenze in questione, a volte sono interessanti ed a volte barbose. A frotte, tornando a parlare dei "Diamanti", ma anche generalizzando, ci si reca a vedere la mostra in anteprima, ma la fretta causata dal poco tempo a disposizione, e la mancanza di un qualcuno che ci possa illustrare con dovizia di particolari, ogni parte di quanto esposto, rende un po' sterile quanto siamo chiamati a vedere per lavoro. Ci si reca di seguito in un ristorante cittadino, un tempo era: l'"Ariostea" o: "La Provvidenza", oggi è il "Don Giovanni" all'interno del palazzo dell'ex-Borsa. Si mangia sempre bene ... alla "ferrarese", e Dio solo sa, quanto mi manca la cucina della mia terra. A volte nella gastronomia locale vi sono delle indovinate contaminazioni e su tutto troneggia la nostra gustosissima ed originale "ciupeta", questa sorta di ... ombelico di Venere che rappresenta la beltà e la sensualità delle donne che vivono in questa terra madre. -"Fare il giornalista, è sempre meglio che lavorare"-, così spesso diceva il "grande", spesso ricordato e molto rimpianto Indro Montanelli, che da "toscanaccio" fustigatore dei costumi della nostra epoca contemporanea, è stato un po' il "portavoce" di chi non aveva e non ha ... voce. Mi viene in mente lui, che tra parentesi ho conosciuto, quando siamo in giro scarrozzati dal pullmann per visitar mostre e città. Il "piccolo mondo" dei giornalisti in .. corsa e non solo, è molto eterogeneo, così come lo si vive, tra giovialità vera o di facciata, allegria quasi canterina e musi lunghi pronti a sfilare "affilati coltelli" partoriti dalle menti di chi soffre di avvilenti sentimenti avversi. Viva la vita, viva l'amore per sè e per il prossimo ed anche per chi si ama con intensità lussuriosa. Credo e ne sono convinto fortemente, è da stupido, l'atteggiamento negativo ed a volte anche coercitivo di ognuno nei confronti dell'altro. Le difficoltà relazionali, si vedono sui luoghi di lavoro, nella società e persino in famiglia; ma dove andremo a finire in questa tanto attesa "Era dell'Acquario", oggi così vituperata? I giornalisti in ... corriera, e qui il riferimento è giusto e sulla parola: "corriera" non vi è alcun refuso, sono spesso "grandi Firme" come ad esempio: Rossana Bossaglia, critico d'arte de: "Il Corriere della Sera" o la sua altrettanto brava omologa: l'amica Angelora Brunella di Risio, stretta parente del noto cantante con lo stesso cognome; oppure vi sono i "neofiti" della ... penna, e così via elencando. Tra di noi, nascono amicizie e collaborazioni, e nascono dissidi e cattiverie gratuite, nonché pettegolezzi; è proprio un "piccolo mondo", o meglio una goccia di quel mare immenso che è il nostro vivere sociale. Due o tre anni fa, una nota trasmissione televisiva che si occupata di arte, ha filmato le ... "scorribande" dei giornalisti in ... corriera, che ne uscirono un po' malconci, tra sbadigli e russamenti vari, parole dette a sproposito, e quant'altro; ma tutto sommato lo scopo è sempre raggiunto: vedere e toccare .. con mano (si fa per dire!) quanto di bello l'uomo ha creato per sè e per i suoi simili posteri; arricchirsi culturalmente, sfoggiare il proprio singolo sapere, gustare ottime prelibatezze del luogo visitato, e così via, ma sopratutto: SCRIVERE ... SCRIVERE, e metter nero su bianco le proprie emozioni, e farsi leggere, e quindi divulgare il verbo e le sensazioni avute e sopratutto tramandarle a chi verrà dopo. Informare, questa è la funzione sociale del giornalista. Ora vi saluto, è finita la corsa, siamo tornati a Milano, e Ferrara è alle nostre spalle nelle sue realtà di ogni dì; è calata la sera e c'è chi ancora lavora, c'è chi riposa, chi è triste, chi si diverte, chi fa l'amore, chi si sente solo, chi dona e chi ruba, ed il GIORNALISTA, grande mestiere è sempre lì presente a "registrare" con il suo taccuino quanto accade di bello e di brutto in ogni dove. Girar il nord e l'Italia per conoscere ed ammirare l'arte è semplicemente "vita".