Prima cittadini, poi tifosi
12-09-2007 / A parer mio
di Paolo Mandini
Nei giorni scorsi ho letto sui giornali una incomprensibile critica postuma (andava fatta 25 anni fa) sull'acquisto del Centro di Addestramento di via Copparo. Ho risposto argomentando le ragioni che in quanto assessore allo Sport mi avevano indotto ad avvallare l'operazione di acquisto del Centro da parte della Regione. Le mie considerazioni sulla politica sportiva attuata a Ferrara hanno sollecitato una successiva presa di posizione del "Gruppo Spallinati" che mi accusano del reato di "lesa Istituzione" per avere contraddetto Ennio Guirrini autore del primo scritto.
La nota degli Spallinati sembra quasi voler aprire un dibattito sul ruolo, che nessuno ha vilipeso e vilipende, della famiglia Guirrini nella Spal. Ma che c'azzecca tutto questo con quanto da me scritto? Si ripropone la nota surreale della barzelletta che si chiede se è più dolce lo zucchero o va più forte il treno! Un polverone incomprensibile alimentato anche dallo stesso Guirrini , "nonno a tempo pieno" (ne sono lieto) che nella risposta alla mia piccata (non irosa né offensiva) nota introduce un misterioso riferimento alla politica che c'entra come i cavoli a merenda. Che c'entra la politica caro Ennio? Non sono iscritto a nessun partito e non li frequento da quasi vent'anni.
Ho ironizzato sul tardivo pentimento del, per decenni discreto e silente, ex massaggiatore, che solo ora ci comunica che si commise un "errore" con l'acquisto del Centro di via Copparo. Operazione complessa e ritengo invece utile che feci non "da solo", non avrei potuto, e che permise alla Spal di proseguire il suo cammino e ad Ennio (ed altri) di continuare nel loro lavoro. Ridiscutere quella scelta è inutile archeologia sportiva come inutile e fuorviante è agitare bandiere, medaglie, "vite spese per la causa" ed altro armamentario. Questa si è demagogia! Faccio una constatazione per gli "Spallinati" e per tutti quelli che gridano al delitto di lesa istituzione: ad una certa età tutti abbiamo "speso la vita" per qualcosa. Chi in fabbrica, chi nelle scuole, chi in uffici , chi nei campi etc. Diamo e concediamo giusto rispetto a tutti quelli che hanno fatto bene il proprio lavoro (anche alla Spal sono stati in tanti, addetti e volontari) evitiamo però titoli ed enfasi bolsamente retoriche e un'inflazione di "bandiere" e sbandieratori.
Io ho contestato due cose: la critica a Barbara Diolaiti dei Verdi che "tendeva ad indagare sulle sovvenzioni!?" (cosi era scritto con tanto di punto esclamativo ed interrogativo) alle società di calcio. Ora il Guirrini riconosce, innestando la retromarcia, (i Verdi sono una forza politica seria e combattiva a Ferrara e altrove) che la Diolaiti lo ha fatto "giustamente" . E' già un risultato.
La seconda contestazione era sui finanziamenti pubblici allo sport professionistico. Tema di grande spessore sul quale nessuno risponde. Si gira alla larga. Considero questa scelta errata sotto ogni latitudine. Purtroppo su questo tacciono anche coloro che, un tempo, si battevano per lo sport di base e "per tutti", ed anche quelli che, giustamente, rivendicano maggiori risorse per i gravissimi problemi sociali che ci affliggono. Forse il problema sta qui: in chi tace e non in chi parla.
Discutere di questo sarebbe, cari amici Spallinati, tutt'altro che "sterile" sperando non vi faccia velo la "fede" o "lo smisurato amore spallino". Vi confesso che ho sempre diffidato degli assolutismi e degli assolutisti. Di quelli che praticano il tifo "come una fede". Come ragione di vita prioritaria se non esclusiva. La mia scala di valori è più ampia ed articolata. In me prevale sempre il "cittadino", poi viene lo sportivo od il tifoso.
La Spal, cosi l'ho sempre intesa quando ho avuto occasione di occuparmene, è "un mezzo" (non un fine) che considero tra i più importanti anche se non l'unico, per valorizzare questa città e la sua immagine. Per questo va aiutata, seguita, spinta a dare il massimo. Deve contare sulla più ampia collaborazione da parte di tutti, nell'ambito però di un corretto rapporto, parlo delle Istituzioni, che delinea ruoli e scelte che non vanno mai sovrapposte o pasticciate. Amo il calcio ed amo questa città che vedo sempre più avvolta da un pensiero "tardo" e retrò. Che passa di "evento" in "evento" (compreso il centenario) senza darsi , mai, basi stabili per un futuro meno problematico ed arcigno. Di questo discuto e rifletto assieme a tanti amici. Spero di contare, per questo e tra questi , anche sul club o gruppo degli Spallinati che, ne sono sicuro, non appartengono a quella cultura (!) sportiva che considera giorni persi o vuoti quelli che separano una partita dall'altra.