Sul termovalorizzatore non ci possono essere alternative, né scorciatoie
15-01-2008 / A parer mio
di Valentino Pesci
Il Direttore della Nuova risponde al "blog notes" del sindaco
Rispondo subito ma ci tengo a precisare che si tratta di una posizione personale, di Valentino Pesci, perché, credo, il giornale abbia sempre e solo il compito di informare con equilibrio e di riportare le posizioni di tutti, con eguale energia e rispetto.
Ecco allora la risposta personale. Nessun dubbio, ora a Ferrara un termovalorizzatore serve, ma a due condizioni: 1) che funzioni rispettando le normative e con tutti i crismi della sicurezza; 2) che non si facciano "affari" e business sulla pelle della gente.
Nell'inceneritore di Cassana oggi abbiamo tre linee: 1, 2, 3. La linea 1, quella attuale, oggi brucia 40 mila tonnellate. Poi ci sono le linee 2 e 3, nuove, che unite alla 1, possono bruciare fino a 140 mila tonnellate.
Oggi la linea 1, bruciando le 40 mila tonnellate, immette in atmosfera un tot di inquinanti. Bene, io dico: blocchiamo la linea 1 che è un po' vecchiotta e accendiamo la linea 2 oppure la 3, ma una sola delle due linee nuove, in grado di smaltire 60 mila tonnellate di materiale, 20 mila più di oggi. Trattandosi di una linea più moderna, la 2 oppure la 3, pur bruciando 20 mila tonnellate in più produrrà, presumo, un quantitativo di inquinanti proprio come la linea 1 di oggi. E' questa, mi pare, anche la condizione considerata imprescindibile dall'amministrazione comunale. Nella famosa riunione al teatro Verdi di Porotto (io c'ero) è stata ripetuta più volte: sì al potenziamento dell'inceneritore ma senza aumento degli inquinanti. Poi c'era la creazione di un bosco, con una piantumazione degna di tal nome, la realizzazione di strade e altro ancora. Tutte garanzie, senza le quali non doveva partire nulla. E chiamo a testimone l'ex presidente di circoscrizione, Francesco Colaiacovo.
Oggi noi produciamo 260 mila tonnellate di rifiuti ma per non aumentare le emissioni inquinanti dobbiamo smaltirne massimo 60 mila. E le altre 200 mila? Io credo che per non sentirsi obbligati a scegliare di bruciare i rifiuti si debbano cercare altre soluzioni. Quali? La più ragionevole mi pare quella della raccolta differenziata: l'umido, la carta, i cartoni, la plastica, i metalli, il verde, il vetro bianco e colorato, le pile, l'elettronico e il cosidetto non riciclabile.
Questo processo crea lavoro, crea indotto, risparmia materie prime e rispetta l'ambiente. E' un grande, grandissimo affare economico.
E poi chedo che si debba educare la gente a produrre meno rifiuti. Ne produciamo sempre di più. Troppi. E' sbagliato.
Parliamo prima di S. Francisco e poi di Napoli. San Francisco sappiamo che non è una cittadina da 10 mila abitanti ma una grandissima metropoli. Ebbene gli amministratori si sono posti come obiettivo per il 2010 di annullare i rifiuti da bruciare: tutto separato, tutto riciclato. Rifiuti zero.
Napoli: che brutta storia, una vergognosa storia di non scelte, nella quale si sono infiltrati mafiosi, con i risultati che vediamo oggi. La mancanza di ogni programmazione ha portato a questo dramma.
Ferrara no. Ferrara ha scelto di limitare via via il prodotto da smaltire nelle discariche, ha fatto un programma per la raccolta differenziata e ha costruito un termovalorizzatore più moderno. Stop. Ora bisogna andare avanti ma pensando a potenziare la differenziata e alla qualità dell'ambiente.
Hera non concorda certo su questa linea. Tutto il materiale che entra nel termovalorizzare è business, tutto il materiale sottratto alla discarica di Jolanda è business, la differenziata è una...noiosa incombenza. Bruciando si produce elettricità. Si può passare dagli 8-10 megawatt di oggi anche a 20 megawatt con l'inceneritore potenziato. Immessa in linea la corrente prodotta dall'inceneritore gode del contributo dello Stato, così che il produttore incassa il doppio del valore di mercato. Hera ha ragione, perché deve fare soldi.
Io credo che ci debbano essere altri obiettivi al di là dei soldi. Chilometri prima viene la salute della gente, legata a doppio filo con la salubrità dell'aria.
Non ci possono essere alternative, né scorciatoie.
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