Quello che resta del 22 settembre
29-09-2008 / A parer mio
M. Teresa Pistocchi
Ho impiegato un'intera settimana per digerire il Consiglio Comunale del 22 settembre.
Ma il sistema di lasciar decantare tutte le informazioni e le impressioni raccolte durante l'ascolto, è piuttosto efficace per capire ed elaborare il messaggio finale. Il meccanismo mentale è simile a quello semplicissimo del setaccio ("al sdàz"): ciò che passa è l'essenziale, depurato di tutti gli orpelli di chiacchiere e interpretazioni fatti prima, durante e nei giorni successivi il dibattito in aula.
Ed ecco ciò che resta di questo "storico" 22 settembre 2008 al cittadino ferrarese in ascolto.
Resta innanzitutto il ricordo di un pubblico numeroso come non mai sugli spalti. Per un attimo mi porta a pensare che la voglia di partecipazione e di democrazia dal basso stia prendendo piede.."I have a dream".....che questa città si stia svegliando? Ma il via vai che dura per ore di molte facce note del giornalismo e del mondo politico locale mi riportano alla realtà: no, sono lì semplicemente per assistere in diretta alla tragedia annunciata.
Resta il ricordo della prima ora e mezza passata a respingere la consueta "mozione con procedura d'urgenza" che apre la seduta (non ne ho mai vista approvare una, di queste "urgenze"...mahh!) e a discuterne un'altra, ormai datata, presentata dal consigliere Rendine. Con tecnica ormai collaudata riesce a trasformare la sacrosanta richiesta di un miglior controllo del territorio da parte della Polizia municipale, in un attacco diretto all'intero corpo di polizia e in una stucchevole lunga arringa di autodifesa per una vicenda personale finita sul tavolo di un gip.
"Io ho paura di questa Polizia municipale!", tuona Rendine, tra l'imbarazzo silenzioso dei "suoi" e gli interventi durissimi di Diolaiti e dell'assessore Atti volti a smentire, con statistiche alla mano, l'immagine di una città non in sicurezza.
Della lunga ed estenuante discussione sull'ormai nota delibera della discordia relativa al passaggio del pacchetto di azioni Hera alla Holding servizi srl, resta il ricordo della determinazione, che definirei in questo caso "ostinazione", di un Sindaco che, supportato da un assessore al bilancio imbattibile in supponenza, resta sordo alla sacrosanta richiesta di una parte della sua maggioranza di approfondire per chiarire i tanti dubbi rimasti, analizzare a fondo i numeri di un'operazione assai delicata e controversa.. Una semplice, sacrosanta e saggia richiesta di un po' di tempo in più, signor Sindaco!
Resta il silenzio tattico di quasi tutto il gruppo di opposizione che se ne sta beato a godersi lo spettacolo di una maggioranza che si sfalda sotto i colpi di una libera espressione di dissenso e di una decisione di voto che, per una volta (e finalmente!) non segue la logica ottusa degli schieramenti, in nome della quale ho assistito spesso, in quell'aula, alle più assurde e contraddittorie prese di posizione. Per una volta, e non siamo i primi a dare questa lettura, ha vinto l'espressione della democrazia, il che pare un peccato mortale all'interno del nostro giurassico sistema politico, a giudicare dal can can che si è costruito successivamente sulla "crisi ".
Poi ritorna il ronzio fastidioso di un dubbio che nasce da una domandina imbarazzante di un consigliere di opposizione rimasta, ovviamente, senza risposta.
Suona più o meno così: "in passato sono già state fatte operazioni di acquisto immobili per ricambiare favori, dunque: perchè l'acquisto dello stabile ex Eridania? A chi dobbiamo qualcosa questa volta, per decidere di togliere dai piedi a Italia Zuccheri quella sede costosa, simbolo imbarazzante di un settore produttivo andato a catafascio nel giro di pochi anni?". Ora, cari signori consiglieri, con questi ronzii in testa si rischia seriamente di perdere il sonno! Se ci sono prove, nomi, cognomi e numeri da sbattere sul tavolo bisogna avere il coraggio di tirarli fuori, non solo per dare finalmente un contenuto alla parola "opposizione", ma anche per risparmiare a tutti un sacco di fatica, di parole e di tempo. Se si tratta invece solo di fantasie, allora meglio tacere.
A questo punto, tralasciando per questioni di spazio l'intervento dell'assessore Polastri che per il tono e i contenuti meriterebbe da solo una lettera, le conclusioni che si possono trarre sono chiarissime:
appare evidente, ronzii a parte, che il senso di tutta l'operazione andava nella direzione di affidare sempre di più alle società pubbliche o partecipate nate come funghi in questi ultimi anni, ogni aspetto della gestione del territorio, anche quelli più delicati come appunto operazioni di carattere finanziario ed immobiliare.
Nelle dichiarazioni del sindaco e del PD "strumenti snelli ed efficaci di gestione e di controllo", nei fatti vere e proprie scatole cinesi che invece di alleggerire e migliorare i servizi hanno reso il sistema complicato, poco trasparente e pericolosamente libero da ogni forma di controllo da parte degli organi istituzionali di garanzia democratica.
Per non addentrarsi nello spinoso tema delle lottizzazioni e dei continui spostamenti da uno scranno all'altro dei "soliti noti"... in confronto le migrazioni della starna artica sono gite fuori porta!
A distanza di pochi giorni i fili si stanno riannodando a colpi di "verifiche interne", alleanze e reimpasti vari; un teatrino visto miliardi di volte e che ormai ci fa sbuffare sonoramente.
Ma il precedente c'è stato e nonostante l'espressione d'imbarazzo incredulo sul volto dei 5 capitani coraggiosi al termine della votazione, che potrebbe far pensare ad un semplice incidente di percorso, forse possiamo sperare in una stagione politica nuova, magari in vista delle prossime amministrative.
E' veramente amarissima la sensazione di non capire più nemmeno la politica di governo del proprio territorio. Confidiamo che le nostre riflessioni non vengano ignorate perché Sapere e Capire sono un diritto fondamentale in una democrazia sana e quando il cittadino non capisce più i meccanismi che decidono della sua qualità di vita, allora vuol dire che il sistema è decisamente malato.