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Caso Aldrovandi: le affermazioni dell'ex sindaco

20-10-2009 / A parer mio

di Giuseppe Fornaro

Sabato scorso (17 ottobre 2009, ndr) in occasione della presentazione di "Aldro", il libro di Francesca Boari, l'ex sindaco Gaetano Sateriale ha fatto delle affermazioni inquietanti riportate da due quotidiani locali, estense.com e il resto del Carlino, seppur con diverse sfumature. Da quanto riportato dalla stampa Sateriale non si sentiva libero di parlare del caso Aldrovandi addirittura nel suo ufficio o per telefono con i suoi più stretti collaboratori, e precisamente il vice sindaco, ora primo cittadino, Tiziano Tagliani. Sateriale non è persona da fare affermazioni così impegnative senza una base solida. Allora c'è da chiedersi: cosa faceva sentire Sateriale così insicuro persino nel suo ufficio e sulla sua linea telefonica? Perché preferiva parlare "fuori" (il resto del Carlino) con Tagliani o addirittura dovevano incontrarsi "in macchina per parlare liberamente" (estense.com)? E' evidente che Sateriale "si sentiva spiato" (titolo di estense.com). Perché egli aveva questa sensazione? E chi lo spiava? Da dove gli derivava questa certezza tanto da indurlo ad adottare precisi comportamenti precauzionali? Aveva o ha avuto in seguito elementi di riscontro tali da suffragare questo suo timore? Diamo per un momento per assodato che le affermazioni di Sateriale abbiano un fondamento oggettivo (come io credo). È evidente allora che il "controllo" esercitato sul sindaco non poteva che configurarsi come attività illegale, fatto di per sé grave primo perché esercitato su persone estranee ai fatti (la morte di Federico), secondo perché esercitato contro un'autorità pubblica nell'esercizio delle proprie funzioni (il controllo sull'ufficio e sul telefono) e come conseguenza (si presume) della sua richiesta di verità sulla morte del ragazzo. La finalità di tale "spionaggio" era quella di prevenire eventuali mosse istituzionali che andavano in direzione opposta ai tentativi di insabbiamento sulle circostanze della morte di Federico? Se sì, chi ha organizzato e ordinato queste attività di controllo sul primo cittadino? E da dove proveniva tale potere di controllo? I miasmi intorno al caso Aldrovandi si fanno sempre più nauseabondi. Prima le indagini indirizzate solo nella direzione volta ad escludere la responsabilità diretta degli imputati per la morte di Federico di cui si dà ampiamente conto nelle motivazioni della sentenza di primo grado, ora queste rivelazioni dell'ex sindaco. Cos'altro emergerà intorno alla morte di un ragazzo innocente di soli 18 anni?