Sull'asse Cavour-Giovecca più spazio alle bici
16-12-2008 / A parer mio
di Giuseppe Fornaro
Gentile direttore,
mi permetta di fare alcune considerazioni sulla chiusura dell'asse Cavour-Giovecca di
sabato 13 dicembre.
Come Associazione Amici della bicicletta in un documento di analisi del PUM del 3
giugno scorso (consegnato all'assessore Cavallini e alla stampa) avanzammo la
proposta di chiusura dell'asse Cavour-Giovecca proprio nel tratto oggetto di
sperimentazione in questi giorni, ma contestualmente anche dell'asse Porta Mare-
Porta Po nel tratto tra via del Pavone e via Borgoleoni. Infatti, eravamo e siamo
convinti che senza questa ulteriore chiusura il traffico di puro attraversamento (cioè
non destinato a raggiungere il comparto ma solo a spostarsi da est ad ovest, e
viceversa, nel territorio comunale) si scaricherebbe proprio sull'asse Porta Mare-Porta
Po, ancora meno adeguato per dimensioni a sopportare alti volumi di traffico.
Personalmente non posso che essere contento della riuscita della sperimentazione e
degli attestati di approvazione di commercianti e associazioni di categoria. E' un segno
che lascia ben sperare. Tuttavia, se da un lato alcuni plaudono alla possibilità offerta
agli automobilisti di avvicinarsi il più possibile al centro e trovare così possibilità di
parcheggio, allo stesso modo l'Amministrazione comunale dovrebbe porre in essere
azioni che mettano in sicurezza gli altri utenti della strada: pedoni, ciclisti e passeggeri
del trasporto pubblico. Lo spazio urbano, infatti, non può essere concepito ad uso
esclusivo di una sola categoria di utenti, gli automobilisti, per altro "ingombranti" per
natura e che di fatto privatizzano il suolo pubblico. Più auto in centro si traducono
immediatamente in più inquinamento, più intasamento delle strade, riduzione della
velocità commerciale del trasporto pubblico e conseguente riduzione di attrattività nei
confronti degli utenti, aumento dei rischi di incidentalità soprattutto per pedoni e
ciclisti.
Da tempo andiamo proponendo una ristrutturazione dei controviali di viale Cavour con
tecniche di moderazione del traffico e limite 30 km/h per mettere in sicurezza i pedoni
e chi si sposta quotidianamente in bicicletta. A questo punto sarebbe auspicabile che
anche sugli assi in questione siano installati semafori intelligenti come quello
recentemente installato a Pontelagoscuro dotato di radar che fa scattare il rosso al
superamento dei limiti di velocità e dà il verde al passaggio degli autobus. E'
innegabile, infatti, ed è esperienza quotidiana di ciascuno, che spesso viale Cavour in
particolare è usato da automobilisti e motociclisti incoscienti come una pista da corsa,
in barba non tanto e non solo alle regole, ma al buon senso tout court e al senso
civico in particolare. Altro che vittime della polizia municipale! Se proprio si vuol
chiudere Giovecca-Cavour per offrire più opportunità di parcheggio, che almeno vi
siano delle contropartite in termini di sicurezza per gli utenti della strada che usano
altre modalità di trasporto.
La lamentazione ormai stucchevole che a Ferrara non ci sarebbero parcheggi è priva
di fondamento. Nell'area urbana, secondo i dati riportati nel PUM, sarebbero disponibili
complessivamente (a pagamento e non) 3.652 posti auto (dato 2007), molti dei quali
restano vuoti per molti mesi l'anno. La richiesta di parcheggio si evidenzia soprattutto
in occasione dei grandi eventi o, come in questo caso, delle festività. Da qui a dire che
a Ferrara non ci sono parcheggi ce ne corre. Semmai, e ciò è normale, sono
insufficienti nelle occasioni di punta della domanda. Ma bastano i bisogni che si
manifestano durante uno-due mesi all'anno per rivendicare grandi investimenti in
parcheggi in centro, se poi questi hanno ricadute negative sulla salute perché
producono traffico? Inoltre, nessuna impresa dimensiona i propri investimenti sui
picchi di massima della domanda, perché sarebbero investimenti in perdita per il resto
dell'anno, se vogliamo restare ad un discorso puramente economico e trascurando per
un attimo tutte le altre conseguenze.
Quindi se sperimentazione deve essere che lo sia nel senso di verificare le ricadute
positive in termini di inquinamento e di traffico.
Non è un mistero che come Associazione siamo contrari, mi sento di ribadirlo, alla
costruzione di parcheggi in struttura entro le mura che non siano esclusivamente
riservati ai residenti, mentre siamo favorevoli a parcheggi di attestamento esterni
collegati al centro con altre modalità efficienti di trasporto, in particolare il trasporto
pubblico collettivo e le bici pubbliche.
Spero che i candidati sindaci vorranno confrontarsi con queste tematiche e dire una
parola chiara sull'orientamento che intendono assumere, perché anche su questo si
misurerà il consenso.