Lo stile dello Zar. Arte e Moda tra Italia e Russia dal XIV al XVIII secolo
22-09-2009 / A parer mio
di Maria Paola Forlani
Il Museo Ermitage e la Fondazione Ermitage Italia, (con sede a Ferrara, presidente Pier Giorgio Dall'Acqua) presentano nel Museo del Tessuto di Prato fino al 10 gennaio 2010 la mostra "Lo stile degli zar" (Catalogo Skira). Essa segna lo studio e la rappresentazione del gusto della corte reale che si vantava d'essere erede dello sfarzo bizantino. Un percorso composto da affascinanti intrecci tra l'arte tessile, la moda e la grande pittura, nelle relazioni e nell'incontro tra due mondi e due culture: quella Occidentale e nello specifico italiana e toscana con le sue eccelse manifatture, i suoi costumi e la sua arte, e quella del vicino Oriente, della Moscovita, con i suoi riti sfarzosi, le sue mode, i beni pregiati. Per l'evento sono esposti oltre 130 opere in un viaggio tra sete preziose e dipinti dei grandi Maestri del tempo - come Tiziano Vecelio, Domenico Parodi, Justus Suttermans, Paris Bordon - tra tesori tessili del Cremlino e paramenti italiani, realizzati spesso su disegno di sommi artisti, tra oreficerie e abiti della corte degli zar, mai esposti prima in Italia e un tempo simbolo di prestigio e di gloria. Dopo il Concilio di Firenze - Ferrara del 1435 - 39, al quale aveva partecipato anche una delegazione russa fortemente impressionata, già allora, dalla produzione italiana di sete operate, il primo ambasciatore a giungere in Italia per conto di un principe russo sembra risalire al 1461: è Vassili II ad inviare Nicolao Ralli presso il duca di Milano Francesco I Sforza per auspicare un'alleanza contro i Turchi, che avevano conquistato Bisanzio. E' una storia che si dipana attraverso oggetti, anzi capolavori preziosi e di rapporti che raggiunge nel XVIII secolo la corte di Pietro il Grande, e che arriva fino ai giorni nostri. Il percorso espositivo si apre con lo splendido paliotto ricamato da Jacopo Cambi del 1336 per l'altare maggiore di Santa Maria Novella. Raffinata opera di ricamo in filato d'oro e d'argento, rappresenta l'Incoronazione della Vergine tra angeli e santi. E' in quest'epoca che le manifatture tessili italiane, in primis quelle di Lucca e Venezia, iniziano a diffondere i loro prodotti, oltre che nel Mediterraneo e in Europa, anche nel Vicino Oriente, utilizzando le rinnovate rotte della Via della Seta. Le città di Caffa e di Tana, la prima sulle sponde del Mar Nero, la seconda sul Mar d'Azov, costituiscono lo snodo privilegiato verso il Nord, come testimonia anche l'attività del mercante pratese Francesco di Marco Datini, che proprio qui, fra Tre e Quattrocento, indirizza i suoi agenti. In quest'epoca inizia così la diffusione costante del <