Buon compleanno, Maestro
28-09-2009 / A parer mio
di Maria Cristina Nascosi Sandri
Enrico Ghezzi, qualche anno fa, lo aveva ricordato per una intera notte su Rai Tre, aprendo con il suo primo lungometraggio, Cronaca di un amore, del 1951, testo anticipatore - come molti di Antonioni - di un'epoca della cinematografia italiana e mondiale, con le sue tematiche e la sua cifra stilistica tutte personali, diverse, nuove: si allude al genio ed all'opera di Michelangelo Antonioni, che il 29 settembre prossimo, non fosse mancato il 30 luglio di 2 anni fa, compirebbe 97 anni.
Di questi almeno sessanta il nostro grande li ha rivolti al Cinema con la C maiuscola ed all'Immagine, allo Sguardo ed al potere che essi hanno sempre esercitato su di lui e sugli altri - come ebbe modo di dichiarare più volte, non ultima quella in occasione della mostra Le montagne Incantate, per cui la sua città gli offrì, sedici anni fa, quelli successivamente divenuti gli spazi del Museo Antonioni - un concetto che sta fra Conscio ed Inconscio, tra narrazione e visione, una dialettica persistente ed incessante tra occhio e cervello, un eyes wide shut di kubrickiana memoria, alla luce di un'esperienza unica ed insostituibile la sua, mai stanco di narrare per immagini, complice fedele la sua creatività geniale a tutt'oggi così unica, materia sospesa tra il corpo e la sua sensualità, tra l'anima e la sua spiritualità, sempre 'vecchia' e sempre 'nuova'.
Non a caso di lui Alain Robbe-Grillet, scrittore e regista francese, ebbe a dire:
"
Tutto il cinema di Antonioni è percorso dall' ossessione per la ricerca formale, dal culto dell' immagine, dall' attenzione allo "sguardo"(...) "Non ho mai capito come abbiano potuto definirlo il cineasta dell' incomunicabilità: i suoi film sono tutta una festa, un invito, una scuola di sguardi
".
All'antesignano anche post mortem Michelangelo Antonioni - basti rivedere un'intervista fattagli forse 20 anni fa da Rondi nel corso di un'altra' nottata Ghezzi'(La Magnifica Ossessione) in cui si parla di linguaggio cinematografico e di effetti speciali in modo da far apparire l'esperienza cinéphile Lucas & Spielberg come quella di due bimbi in calzoncini corti! - si dedica, a seguire, una poesia trilingue, in lingua dialettale ferrarese, la sua - il passato, in italiano - il presente - ed in inglese - il futuro che prende il titolo, non a caso, dal suo primo cortometraggio, Gente del Po.
Per non dimenticare di ricordarlo, soprattutto nel futuro.
GENTE DEL PO*
Un òm, una dòna, 'na putìna.
Su cal barcón
i tiràva avanti
dì par dì, mumént par mumént
se il Po, il Grande Fiume,
a gh'al lassàva far.
Quant vòlt la pìna
int la ssò viulénzza, int la ssò forza,
int al ssò dastìn
la purtàva vié
tèra bèssti òman.
E quant vòlt
an vanzzàva più niént
e a tucàva arbaltàr tut, da nóv.
Ma al Po
la ssò zént l'è tacàda.
L'è com'è 'na strié
che un qualch d'un
l'ava fat da lassù.
E lór
i va avanti
anch'inquó
che i quèi i è canbià.
I va avanti
uniti da un legame indissolubile
a cl'aqua
che più che aqua
l'è'n dasstìn,
quél dla ssò vita.
*Dedicata a Michelangelo Antonioni, grande Ferrarese, nato il 29 settembre 1912, ed alla sua opera prima, su carta e pellicola, GENTE DEL PO ( 1943 - 1947 )
GENTE DEL PO
Un uomo,
una donna,
una bambina.
Su quella barca
sopravvivevano
giorno per giorno
attimo per attimo
se il Po - il Grande Fiume -
glielo permetteva.
Quante volte
la piena
nella sua violenza,
nella sua forza,
nel suo destino
- in quel suo essere destino -
si portava via
terra,
bestie,
uomini.
E quante volte
non rimaneva più nulla
e bisognava ricominciare
tutto,
daccapo.
Ma al Po
la sua gente
è legata,
come a una magìa,
un incantamento
che qualcuno
abbia fatto
da lassù.
E loro
vanno avanti
anche oggi
che tutto non è più come prima,
vanno avanti,
uniti da un legame indissolubile
a quell'acqua
che più che acqua
è un destino,
il loro.
PEOPLE OF THE RIVER PO °
A man,
a woman,
a child.
On that boat
they survived
day by day,
minute by minute,
if the Po - the Great River -
let them.
How many times
the flood tide,
in its violence,
in its strength,
in its destiny
- in its being destiny -
took away
land,
animals,
men.
And how many times
nothing remained
and
they had to start
everything
all over again.
But the people are
bound to the River Po
like to a witchcraft,
an enchantment by someone
from above made.
And they
still keep on going,
even if nothing is like before.
They go on
united by an indissoluble link
to that water
that more than water
is a destiny,
their own.
°Da: Nata per acqua / Born for water, di M.C.Nascosi, Ferrara, Carife, 2009