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La maestra di Chianni

08-10-2009 / A parer mio

di Roberto Bonsi

Chianni è un paesino collinare della verdeggiante ed autenticamente bella provincia di Pisa. Chi scrive non vuol toccare tasti deamecisiani tipo quelli illustrati dal libro "Cuore", ma è il tempo che è inesorabilmente e velocemente trascorso, con la crudele logica del "Panta Rei", e che rende la sua patina lievemente ma a volte anche fortemente offuscata da una sorta di nebbia che però non come quella di una Ferrara del tempo che fu, o forse sì?. Sì, il tempo, il tempo che passsa, scorre, corre, e se ne va. Un anonimo, ebbe a dire, con giusta osservazione: -" Tutti diciamo che il tempo passa, e non ci accorgiamo che siamo noi a passare"- . Ripetiamo, è ad ogni modo una osservazione valida, perchè oggi ci siamo e domani... . Ma cambiamo il registro del nostro puntualizzare per iscritto e veniamo al sodo, introducendo la maestra alla quale diamo il posto d'onore, più in alto nel titolo: La maestra di Chianni, coniugata con un ferrarese che abitava in via della Ghiara a due passi dal manicomio cittadino; ed è lungo questa vecchia strada cittadina ricoperta da un acciottolato raccolto nel non lontano fiume Po, il corso d'acqua nostro "Padre" e "Madre" insieme; che chi scrive, mano nella mano con sua Madre, andava (si soleva allora dire, un termine ancor oggi in uso: a "ripetizione" per tentar allargare le sue meste conoscenze di una materia per lui un tantino ostica: la matematica) a casa della maestra di Chianni, per quel "dolente" ed "umiliante" rito, a spese forzate dei miei genitori. La maestra in questione si chiamava Stefania, e parliamo al passato, perchè il mio primo incontro con lei, avvenne nel lontano 1° ottobre dell'anno 1955, e da allora molta acqua e passato sotto il ponte della Via Bologna, quel ponte ancor oggi esistente e di vitale importanza posto sul Po di Volano, e che divideva la mia zona abitativa di quel tempo con il centro prettamente storico della città che anche ai giorni nostri, pur non essendo più giovane, giovane; mostra di sè, una bellezza altera. florida, ed inalterata. La scuola, era l'"Ercole Mosti", sempre lungo la via Bologna, ed a campanella suonata, mi ritrovai di botto in un mondo nuovo, con delle regole non più imposte in famiglia, ma dalla società. Non avevo lì dei compagni di gioco bensì mi allineavo ad altri alunni in attesa di diventare grandi e ricchi di sapere, di imparare cose nuove, e di avere un comportamento etico sul piano civico, per imparare a stare con il prossimo. Apparve, poi, la maestra, che ci accompagnò per i classici cinque anni, fin quando, promossi, tutti noi ci inoltramo verso le Scuole Medie, ma così hanno fatto e fan tutti. Sono stati anni formativi e sereni, di vivace apprendimento, Qualche cantatina corale, e qualche gita, come quella fatta all'estero, in quel della Repubblica di San Marino, ed in visita alla casa del poeta Giovanni Pascoli in quel di San Mauro di Romagna, che a noi suoi posteri, è riuscito a far passare, la sua validissima: "teoria del fanciullino", dove poeticamente ribadiva, quel "bambino" sempre racchiuso e nascosto in ognuno di noi. Finite le elementari alle Scuole Mosti, ognuno di noi, ha intrapreso la sua strada per la vita, e chi scrive con la sua famiglia, ha continuato a frequentare a volte con assiduità ed a volte sporadicamente, la dolcissima maestra di Chianni, che nel tempo da Via della Ghiara, si trasferì con i suoi familiari, in Via delle Scienze.; finche ne corso degli anni'80, durante una giterella a Pisa, con tanto di figlia ed amici al seguito, ci si è recati in prossimità del terrazzo del suo appartamento, e così ci vedemmo e le diedi un saluto, per quella che fu inconsapevolmente l'ultima volta. Un saluto, un commiato: noi per strada e lei in quell'ambito, già malata, e chiusa in casa, non trovando così anziana, la chiave di ingresso del suo appartamento. aveva una figlia che risiede in Canada, e chissa se qualcuno la ricorda ancora in Ferrara: i miei ex-compagni di scuola, e così via elencando. GRAZIE SIGNORA MAESTRA. Anche questa è Ferrara, e ce ne è da andarne fieri. Non sono mai stato in quel paesino collinare della bella e luminosissima toscana, ma mi son ripromesso di farvi una capatina per tentare di ripercorrere a ritroso, o perlomeno vedere i luoghi che hanno vista la sua nascita, la sua infanzia, e così via nel percorso della vita, per fare un'"inprinting" della storia di questa donna, già non più giovane ai tempi della scuola elementare, non alta e dal corpo un pò tozzo, e con quella sua voce materna e suadente con quel suo immancabile e piacevolissimo intercalare toscano. "Vagari per terra pisanum", uno stupendo "educational" per la stampa fatto pochi anni fa, pensando un poco anche alla mia maestra, che ora è beata in quella dimensione piena di amore. e vagando ancora per quelle terre, nel mio divagare di pensieri, ci sarà un posto anche per lei, la maestra di Chianni. Di recente, ho scoperto che la scuola, scenario di quei miei primi anni formativi, fu costruita, si pensa nel settecento, per volere del Duca Francesco III d' Este, poi nel tempo fu acquistata dal nobile Revedin, per poi passare all'Amministrazione comunale di Ferrara, che la adibì ad istituto scolastico, e credo sia rimasta tale sino ai giorni nostri. Appello: chi leggendo questa mia dedica-articolo, crede di aver individuato la maestra in questione e serba ancora i gradevoli ricordi di quei momenti passati, della sua fanciulezza; contatti la redazione di questo giornale on-line. Cari compagni di allora, ad esempio, troviamoci per una "rimpatriata". Circa dodici anni fa, questo sogno, si stava quasi per realizzare, quando in un bar della Via Argine Ducale, conobbi un mio ex-compagno e suo figlio ormai adolescente, e si parlò di tentar di realizzare questo comune desiderio. Un deferente saluto e un inchino alla memoria, rivolto verso la maestra di Chianni.