Diario argentino di una volontaria ferrarese (cronaca e immagini)
02-04-2010 / A parer mio
di Cecilia Polizzi *
* volontaria dell'associazione Mateando Onlus di Ferrara (vedi scheda in fondo alla pagina)
Cronaca di un viaggio in Argentina dal 2 ottobre al 4 dicembre 2010 (inizio Diario in fondo alla pagina)
QUINTA (e ultima) PARTE
Dicembre 2009
L'Argentina che aiuta a crescere
Argentina. Arrivo alla fine di questo viaggio, di quest'avventura con te e tornare a casa non mi sembra vero. Vivere significa intraprendere percorsi, strade che ti segnano e che ti cambiano. Strade che non ti stimolano.
Un poeta diceva che si passa la metà del tempo a cercare un sogno e l'altra metà ad inseguirlo. Io il mio l'hò realizzato. Insieme a lui sono cresciuta e ho imparato la VITA.
Tutto questo lo devo all'Associazione Mateando Onlus che mi ha mostrato quanto la più profonda necessità non pregiudichi il sorriso. Una lezione questa che tutti dovremmo imparare invece di passare i giorni a lamentarci per ciò che non abbiamo. Quello che è importante considerare è che l'aiuto di Matendo Onlus è da sette anni a questa parte una costante nella provincia Argentina e non si ferma di certo ad una merenda, come molti potrebbero pensare, ma si occupa soprattutto di educare e di assistere i bambini in tutte le forme possibili. Si cerca di dare a questi bambini l'opportunità di crescita, di sviluppo e di vita che purtroppo spesso non hanno. Perchè possano un giorno dimostrare, a tutti e a loro stessi, le loro capacità e non le tengano al contrario, sopite in un angolo. Perchè crescano coltivando un obiettivo, un ideale, un sogno con il quale possano identificarsi, per il quale possano lottare. Perchè quando si troveranno davanti agli ostacoli della vita si ricorderanno di questo e non sceglieranno di arrendersi. Avere la soddisfazione di dire "Io ce l'hò fatta" quando li avranno raggiunti.
Questa è l'importanza di Mateando. Far crescere i bambini nella dignità e nella tranquillità che meritano. Cose che troppo spesso vengono a mancare nelle situazioni di povertà. Da parte mia ringrazio davvero tutti di cuore perchè oggi torno a casa con una carica di umanità incredibile.
E mi preparo ad affrontare la vita e le situazioni che mi aspettano, forte di tutto l'amore che ho ricevuto. Grazie di cuore...
QUARTA PARTE
3-11-09
Oggi grazie ad una volontaria di Mateando Onlus, ho assistito alla celebrazione dei 60 anni della educazione speciale nella provincia di Buenos Aires. In particolare la giornata è stata organizzata dai docenti della scuola 501 che dal 1949 si occupa di garantire un'educazione ai bambini con ritardo mentale.
La ricorrenza è stata introdotta dalla Direttrice della scuola, la signora Susana Moran e dalle sue collaboratrici. In particolare nei loro discorsi queste persone hanno sottolineato l'importanza dell'educazione speciale soprattutto in una provincia così dove da parte delle istituzioni le forme di aiuto e quindi anche le strutture sono piuttosto carenti. Nell'arco di una mattinata si sono succeduti diversi balletti organizzati dalle stesse studentesse dell'istituto che hanno dato dimostrazione di sapersi muovere con abilità sia nel campo della danza che della ginnastica artistica; esibendosi anche in una coreografia con i cerchi. Fra i ringraziamenti sono state nominate tutte le persone che nel corso del tempo hanno collaborato alla crescita della struttura e alla riorganizzazione delle aree di utilizzo secondo le necessità dei bambini.
Una cosa che in particolare mi ha colpito è stata la presenza di un grande cartellone, che al titolo di: "Le mani che ci aiutano a crescere" si preparava ad ospitare l'impronta della mano, sporca di vernice, di tutti i presenti alla celebrazione. Perché non si perda la memoria di familiari, amici e parenti che insieme con le maestre e i bambini portano avanti un'istituzione importante come la scuola.
7-11-09
Il randagismo in Argentina è una realtà comprovata. Per le strade si aggirano cani che qualche volta formano piccoli branchi o che spesso dormono appoggiati agli angoli delle strade. La presenza di questi è la prova che i cani, se non disturbati, non agiscono violentemente. In nessun momento è successo che uno di questi arrecasse danno alla persona. In particolare qui che il randagismo è un fenomeno incontrollato perchè i canili non se ne occupano e tantomeno si pensa ad attuare una forma limitativa alla presenza di questi animali. Per evitare l'accrescimento smisurato del fenomeno sarebbe utile un'opera di sterilizzazione. Quanto tempo ancora questi animali dovranno vivere al lato dei pattumi, cibandosi di quello che incontrano e per quanto tempo dovranno continuare a vagabondare a causa dell'inciviltà dell'uomo.
13-11-09
Argentina, fra due settimane torno a casa e mi sembra che quest'avventura con te sia appena cominciata. La giornata trascorsa come volontaria dell'Associazione Mateando Onlus è stata, senza togliere niente a tutte le esperienze precedenti, la migliore che ho vissuto sino ad ora.
Ci si rende conto dell'importanza che ha un luogo come questo, perché oltre a garantire un'opportunità di crescita, sia a livello umano che a livello conoscitivo ai bambini, ospita anche un gruppo di pensionati che mensilmente distribuiscono le borse alimentari statali. Parlo di ospitalità perché era di questa che necessitavano i volontari del P.A.M.I (letteralmente Pensionato Argentino..)quando si sono trovati a svolgere il loro lavoro in mezzo ad una strada. Nessuna delle persone a cui si sono rivolti è stata disponibile a concedere, prestare o solamente collaborare alla ricerca di una struttura adeguata. Perché fosse adibita anche a Centro anziani, tanto più che questi svolgono un'azione di contributo sociale e statale.
Mateando è inteso soprattutto come luogo di incontro e di condivisione, luogo dove i bambini possono rifugiarsi nei giorni di pioggia, quando le strade diventano impraticabili e fango.
"Io non credo nella frase che dice che il futuro è dei bambini. I bambini non possono avere un futuro se noi gli distruggiamo tutto". Questa è stata la frase che mi ha detto la presidentessa di Mateando Mirian Mansilla. Una di quelle frasi che ti pungono quando le ascolti. Ti rendi così conto dell'ideale profondo con cui questa struttura è nata e viene portata avanti da tutti questi anni. La dignità di coloro che vogliono farcela con le proprie forze, continuando di 10 in 10 a testa alta piuttosto che di 100 in 100 alle dipendenze di qualcuno.
17-11-09
Le vene aperte
La cartonera Ramona è una persona che si alza il mattino alle sei e va ad accatastare i pezzi di cartone che trova per strada. Lo fa tutti i giorni da 4 anni, da quando la signora da cui faceva le pulizie l'ha licenziata. La dignità a Ramona però, non l'ha tolta nessuno. Anche se vive sotto un tetto di lamiera, anche se vive in mezzo al fango e quando piove si allaga tutto. Anche se da 12 anni a questa parte cresce il suo Lucas, nato con un problema motorio e abbandonato in fasce dalla sua madre naturale. Questo bambino necessita di visite periodiche e cure specifiche che obbligano lui e Ramona a lunghe giornate di viaggio fino agli ospedali della Capitale Federale, una specie di pellegrinaggio fino agli ospedali migliori perché la cosa più importante è che "Lucas pueda camìnar". Ramona non smette di lottare e lo fa con serenità. Sembra assurdo sentire una persona che non smette di ringraziare Dio per quello che le ha dato. Anche se non ha niente.
Quando uno sceglie di essere volontario sceglie un impegno per la vita. Toccare con mano la miseria non deve essere una semplice azione, deve essere un progetto, deve concretizzarsi nella realtà. Di fronte alla fame, alla povertà e alle malattie alle volte ci si paralizza ma è proprio in quel momento che bisogna AGIRE. Nelle possibilità di ciascuno bisogna sapere quando si deve premere con forza sull'acceleratore e pretendere il risultato. Per gli altri. Per le persone che sognano un mappamondo di plastica da una vita e quando glielo regalano, anche se hanno 72 anni, piangono.
TERZA PARTE
17-10-2009
Buenos Aires città
Buenos Aires. La verità è che mi mancano le parole per descriverti. Cercherò di procedere con ordine. Quando si esce dalla stazione principale, che con i suoi marmi e i gli spessi sostegni in ferro battuto dei lampadari riporta ad un'atmosfera dei primi del '900, si scorge subito la Torre Monumental. Questo edificio conosciuto anche con il nome di Torre degli Inglesi è stato donato dai residenti britannici in occasione del Primo Centenario della Rivoluzione di Maggio. Concepita secondo uno stile rinascimentale, la Torre Monumental, inaugurata nel 1916 per molto tempo fu la porta d'entrata principale alla città di Buenos Aires per la sua vicinanza con la ferrovia e il porto.
Nella sua smisurata grandezza la Capitale Federale conserva spazi a misura d'uomo. Come il quartiere "La Boca" principale luogo d'insediamento di tutti quei milioni di italiani che nel dopoguerra hanno attraversato l'oceano con una valigia di speranze. Il Caminito è una strada museo, un paesaggio caratteristico per la grande varietà di colori con i quali il pittore porteño Benito Quinquela Martin dipinse le abitazioni, è il luogo che ha ispirato il famoso tango Caminito composta da Juan dios Filiberto. I muri delle case dai loro colori vivaci trasudano storie di vita, storie di battaglie combattute con cemento e mattoni per strappare uno spazio alla città in fermento. Al Caminito oggi niente lascia trasparire la fatica e il sudore delle fronti che sono serviti per costruirlo, è un posto che profuma di allegria e di storia.
Un altro luogo di enorme rilevanza storica è Plaza de Mayo. Simbolo congiunto del potere e della lotta che lo combatte. Luogo di residenza della Casa di Governo e principale di protesta di tutte quelle madri che hanno visto i loro figli morire sotto l'egemonia della dittatura militare. Inciso nell'asfalto c'è il cerchio dove queste donne hanno marciato per quarant'anni in nome della verità e della giustizia. La Casa Rosada (la Casa di Governo) chiamata così per la sua particolare colorazione, raggiunse le caratteristiche attuali nel 1873 quando durante la presidenza di Sarmiento, l'architetto Carlos Kihlberg iniziò la costruzione del Palacio de Correos che fu collegato al Palacio de Gobierno dall'architetto italiano Francisco Tamburini. Un aneddoto interessante: per girare il film Evita, Antonio Banderas e Madonna si presentarono personalmente dal presidente allora in carica Carlos Menem,a chiedere l'autorizzazione perchè la cantante potesse esibirsi in "Don't cry for me Argentina" dallo stesso balcone utilizzato dai presidenti per parlare al popolo. Anche se negli anni è stata travisata questa funzione, intendendo il balcone più come un posto da dove guardare la gente dall'alto al basso più che per guidare una nazione con onestà. Ma questa è un'altra storia..
23-10-2009
Forma e sostanza
Oggi è un giorno importante qui a Escobar. Grazie all'intermediazione di Gaston Paez ho avuto il piacere di assistere al "Dia internacional de la persona de edad" ossia la giornata in cui la Giunta Comunale si riunisce per dare il proprio riconoscimento ai cittadini che maggiormente hanno dedicato la loro vita agli altri. Persone che soprattutto si sono applicate in attività sociali, che hanno apportato miglioramenti rilevanti nella città di Escobar e nella sua provincia. Nei visi di questi anziani si trovano le espressioni di chi ha creduto fermamente in qualcosa, di chi ha lottato tanto per ottenerlo. Ognuno diverso, ognuno con la sua particolarità ha costruito un pezzetto di quello vediamo oggi. Non solo nella forma, come il teatro di Tomas Seminari ma anche nella sostanza, nei più profondi strati della necessità, come Juana Ombrigoso che sempre si è impegnata nella raccolta di materiali da donare alle famiglie più indigenti. Ma questi sono soltanto due dei nomi che potrei elencare, ciò che è importante notare è come una piccola pacca sulla spalla possa riempire di lacrime gli occhi di questi anziani, dove si legge ancora la fierezza dell'idea.
27-10-2009
La scuola della paura
La scuola della paura è un fenomeno che prende piede velocemente in argentina. In particolare a "Bajo Flores", un quartiere i Buenos Aires, i bambini hanno paura di andare a scuola, ed è un sentimento che si esetende a tutti, adulti compresi. La criminalità è diventata una piaga inarrestabile, potrebbe sembrare un dato ovvio in una città con una così alta densità di popolazione ma le cause da addebitarle sono sicuramente altre. Le "villas de miserias" diventano focolai di furti, violenze e abusi di ogni genere. Le pessime condizioni in cui sono costrette a vivere le persone che le abitano e le frustrazioni a cui continuamente sono sottoposte portano, nel migliore dei casi, a vivere di espedienti, nel peggiore a delinquere. In molti casi con feroce violenza. Sembra quasi che in queste azioni si cerchi di sfogare la rabbia che coltivano. La sensazione di vivere un incubo d'ingiustizia toglie qualsiasi compassione verso l'altro che ha anche solo un paio di scarpe più di te. La vicinanza fisica ad una "villa de miseria" è un fatto che giustifica la percentuale di reati di un quartiere. Il subire costante di rapine mano armate, come accade nel caso di Bajo Flores, porta alla più totale stigmatizzazione degli abitanti di una "villa de misera", segregati in ghetti che si espandono sino a diventare una città nella città. Mentre il terrore aumenta e nemmeno le scuole sono un posto sicuro, la gente scende in piazza a protestare ma nessuno dei governanti pensa ad una maniera ampia ed efficace per risolvere il fenomeno.
Nessuno pensa a come togliere innanzitutto queste persone dalla povertà, a scegliere un posto adeguato nel quale costruire abitazioni alla portata di tutti, dove far crescere i propri bambini in un ambiente protetto e sicuro. Queste persone sono come terremotati lasciati a vivere nelle macerie. Sarebbe giusto che questi bambini potessero vedere nella via scolastica una valida alternativa all'esempio che in molti casi i genitori gli danno. Genitori che molto spesso delinquono per necessità. Sarebbe giusto che potessero avere la possibilità di una vita dignitosa. Credo che quello che è importante considerare è che esistono persone che questa possibilità cercano di dargliela. Come Mateando, il gruppo di cui faccio parte, che da sette anni si impegna a preservare il diritto all'infanzia. Il diritto inalienabile di imparare, di mangiare e di giocare.
SECONDA PARTE
9-10-2009
I luoghi della miseria
Oggi per la prima volta ho visto una "villa". La natura in questi posti si mescola con la miseria e mentre cammini nella polvere pensi che c'è gente che ci vive.
Occhiate sospettose si incontrano fra le lamiere, sono gli sguardi di chi ha subito troppo per credere che esistano persone in buona fede. Lo schiaffo alla povertà stà nel fatto che da li a pochi metri ci sono lussuosi agglomerati di case, protette da tanto di guardiano segnano con decisione il divario fra chi una casa se la può permettere e chi invece no.
Quello che mi turba è che li fra la spazzatura ci sono bambini che nella loro inconsapevolezza continuano a sorridere, non conoscono il valore che può avere un sorriso quando vivi così. E mi viene sempre più voglia di fare la mia particina in questo mondo malato.
"La vita è un carnevale da vivere cantando e ballando"
Nulla da dire. Amo questa terra argentina. Ma questo ve l'ho già detto, è che ogni giorno che passa me ne rendo sempre più conto. Il mio posto forse è proprio questo, dove la gente balla nei ristoranti, sopra i tavoli. Sono questi i pezzetti di felicità che tutti cercano e che nessuno vede. Anche quando sono così vicini.
12-10-2009
C'è in me una nota infantile che vuole giocare e sporcarsi. Lo capisco perchè sto bene con una palla e con la terra. Non mi è servito nient'altro oggi pomeriggio, solo una palla, un campetto e dei bambini che la pensassero come me. Essere accettati in così breve tempo è una cosa che colpisce, soprattutto quando senti un ragazzino di 16 anni richiamare un suo compagno ad un gioco calmo nel rispetto mio in quanto "mujer". Qua ragazze, ragazzi e bambini condividono la vita come condividono un campo di calcio. Con semplicità.
14-10-2009
La nostra guida, un Signore
Questa mattina mi ha accolto un bel sole. Niente a che vedere con la pioggia insistente di questi ultimi giorni. La vita si svolge con la tranquillità di sempre nel suo continuo susseguirsi di pranzi, cene e partite di calcio in tv della nazionale argentina.
In queste giornate si passano ore a raccontare dell'Italia. Il carattere fascinatorio che ha per gli argentini la nostra terra porta sempre a elencarne tutte le qualità evidenti ma mi accorgo che in reltà è così grigia. La gente vive per lavorare e nei rari momenti di libertà si corre sempre da una parte o dall'altra e nel frattempo passa la vita. Forse neanche la si è vista. Quando faccio discorsi di questo genere non parlo di stakanovismo quanto più che altro della necessità che si ha di arrivare a fine mese.
Digressioni a parte ci tengo a parlare della nostra "guida" e ormai amico Gaston Paez, un capo cerimoniere che lavora per il municipio e con molta disponibilità ha accettato di farci conoscere i diversi aspetti e le problematiche della vita in Argentina. Gaston è tutto quello che si puo' definire un Signore, e lo scrivo con la maiuscola perchè di persone così attente e di buone maniere se ne incontrano raramente.
Grazie alla sua mediazione posso dire di aver conosciuto persone amabili.
Come nel pomeriggio di oggi quando siamo andati a prendere il te' da una maestra ormai in pensione.
Ramona è una simpatica signora dalla battuta pronta che con una vivace intelligenza tradisce la sua seppur non poi così veneranda età.
Dopo vent'anni trascorsi negli Stati Uniti ha fatto ritorno in Argentina e ha applicato il funzionale modello scolastico americano nella sua terra natia. Proponendo soprattutto attività pratiche, è riuscita a raggiungere risultati impressionanti anche con bambini diversamente abili. Purtroppo le contestazioni alle persone originali non mancano mai. Nella sua carriera è stata in qualunque modo ostacolata, additata come una persona che, per la sua scarsa voglia di lavorare, lasciava i bambini a disegnare, ballare o dipingere. In realtà Ramona crede nella libera espressiona dell'individuo. Lasciando ai bambini lo spazio di cui necessitano, anche se si tratta del pavimento, si stimolano le peculiari capacità di ognuno. Nella più totale libertà creativa.
PRIMA PARTE
2-10-2009
Amore a prima vista
Argentina. E' stato amore a prima vista, già da quando ti fissavo dall'alto dell'aereo e le luci della città erano cosi tante da fare concorrenza al buio, impossibile vederne la fine, capacitarsi di tanta grandezza è un impresa che lascia sbigottiti. La prima cosa da sapere è che gli argentini sono soprattutto tre cose: mate, tango y el asado. Il mate è una bevanda tipica del paese, senza la quale non ci si sposta da casa. Un'erba che si diluisce nell'acqua calda e si beve da una coppa che passa fra tutti i commensali. Oltre che un'abitudine consolidata, 'tomar el mate' è un'importante momento di aggregazione. Seduti attorno a un tavolo le ore passano tra chi ha voglia di raccontarsi e chi solo di ascoltare. Il tango è il ballo che costituisce una grande tradizione qui in Argentina. Si può dire che questo paese è cresciuto per le immigrazioni di cui fu oggetto a partire dal 1800, e fu proprio grazie a queste che, importando i ritmi dall'Africa, nel corso dei secoli crearono quello che oggi è conosciuto in tutto il mondo come la danza che esprime più passionalità in assoluto. Una figura importante nella storia del tango è quella di Vicente Gardel. L'inventore ufficiale del tango, colui che apportò alla musica i movimenti sinuosi dei ballerini.
L'asado è nient'altro che la carne cotta sulla griglia; tutti ne costruiscono una nei propri giardini. Le famiglie si riuniscono a mangiare questa specialità che, oltre alla carne come la intendiamo noi, comprende anche le interiora come l'intestino, il cuore e il fegato.
Una cosa che mi ha colpito molto è il fatto che le persone per strada ti sorridono, niente a che vedere con gli sguardi che si incontrano sui nostri tram, nei bar o in fila alla posta. Qui la gente ti saluta. Ti saluta e nemmeno ti conosce.
4-10-2009
No se sabe donde se va y no se sabe de donde se viene
(non si sa dove si va e non si sa da dove si viene).
E' questa una delle principali cause di infelicità. Un'amarezza che colpisce soprattutto i giovani. Qui in Argentina come in Italia la strada diventa il posto dove trascorrere la maggior parte del tempo. Inutile dire che la droga è il più grande 'diversivo' per farlo passare. A Escobar il 'paco', una pasta fatta con gli scarti dell'eroina, è causa di moltissime morti. Morti che per lo Stato vanno solo ad accrescere il numero di una lista.
5-10-2009
Una festa si sta svolgendo a Escobar in questi giorni, la città dei fiori celebra il suo simbolo. Una esposizione gigantesca è stata organizzata nel giardino della scuola per floricultori, tutte e creazioni sono a cura degli studenti e alcune aziende si pubblicizzano concorrendo alla competizione per la pianta o per il fiore migliore. I padiglioni dove si conservano i fiori contengono una grande varietà di specie. Le più originali, come le orchidee striate, sono create in laboratorio.
La cura dei giardini e delle piante in genere costituisce una parte importante nella vita degli abitanti di Escobar. Nella costruzione delle case si preferisce riservare uno spazio maggiore al giardino rispetto a quello riservato alla abitazione stessa. Un fenomeno in crescita è il cosiddetto 'paesajismo', la dimostrazione cioè di come è possibile organizzare uno spazio verde. Questa festa si caratterizza anche per la elezione della 'reina' che deve dimostrare di possedere una amplia cultura generale e un portamento elegante, oltre che essere sinonimo di grazia e bellezza.
7-10-2009
Il collasso
Difficile spiegare i motivi per cui un posto ti piace. L'unica cosa che so è che qui mi sento come a casa. La presidentessa dell'associazione Mateando Onlus è una tenera anziana signora, che sin dal primo giorno ci ha accolto con un entusiasmo e un calore straordinari per chi per la prima volta conosce qualcuno.
Sapere che l'Associazione in primo luogo nacque dal suo enorme altruismo mi tocca profondamente. Riporto la storia stessa così come mi è stata raccontata.
Dopo la grande crisi che colpì l'Argentina nel 2001, la fame divenne una delle principali problematiche a cui far fronte. Il malgoverno lasciò a casa milioni di lavoratori con la privatizzazione delle aziende più grandi e importanti del paese come la Y.P.F un'industria petrolifera che fatturava cifre astronomiche e impediva così il ristagno dell'economia. In seguito un altro duro colpo arrivò con il fallimento delle banche per cui i risparmiatori si videro portare via i guadagni e i sacrifici di una vita. Defraudate di tutto queste persone non furono più in grado di mantenersi e la fame cominciò a farsi sentire. I bambini passavano di casa in casa a chiedere qualcosa da mangiare. Un giorno bussarono alla porta giusta. Quella della signora Ester. Che pur non avendo niente persino per lei stessa, dava qualcosa a ogni ''nene'' che passava.
Il numero dei bambini che venivano a fare merenda nel suo giardino cresceva ed è stato allora che attrezzò il garage come una piccola mensa. Da quel giorno e in tutti quelli avvenire si prese cura con una dedizione immensa di chi non aveva niente. Provvedendo secondo le sue pur semplici possibilità alla loro istruzione e al loro vestiario. Da qui nacque l'associazione Mateando: dall'amore. Quello della più profonda tempra. A distanza di anni, nonostante la miseria e le difficoltà, sul suo viso non smette di esserci un dolce sorriso. Sembra un concetto semplice ma se ci fossero persone così questo sarebbe senza dubbio un mondo migliore. Queste poche righe non possono di certo esprimere la volontà che chi lavora per Mateando ha di aiutare il prossimo, però credo che racchiudano l'ideale in cui credono. L'ideale di darsi senza filtri e di non volere niente in cambio, che viene portato avanti con fermezza da sette anni. Lo stesso per cui i volontari vengono trattati come figli. Un pomeriggio in casa ad ascoltare una vecchia canzone. Stare su una sedia a dondolo al fianco di un'anziana signora che cuce a macchina. L'Argentina e' soprattutto questo.
Cecilia Polizzi - volontaria ferrarese in Argentina dell'Associazione Mateando Onlus
p.s. : nei prossimi giorni vi invierò qualche foto.
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LA SCHEDA a cura dell'associazione Mateando Onlus
Il comitato Mateando Onlus persegue finalità di assistenza sociale e sanitaria a favore del popolo argentino, inviando loro beni per aiuti umanitari in sostegno delle mense popolari argentine. Svolge inoltre attività di beneficenza, istruzione e formazione, sport dilettantistico e cerca di favorire la crescita culturale ed economica del popolo argentino limitatamente agli aiuti umanitari. Al comitato possono aderire tutti coloro che condividono la finalità dell'organizzazione, sono mossi da spirito di solidarietà in generale e verso il popolo argentino. Il nome Mateando deriva da mate (bevanda tipica argentina) o meglio da quel momento di raccolta in cui ci si riunisce tutti insieme, per sorseggiare la bevanda da uno stesso calice comune. Un primo obiettivo di Mateando è stato quello di sviluppare e sostenere una mensa per bambini, situata a Garin, una povera provincia di Buenos Aires. Attualmente la mensa si occupa di dare da mangiare ad ottanta bambini di strada o provenienti da famiglie povere con l'aiuto del governo locale argentino. Mateando ha già raccolto diverse adesioni al progetto, non solo per poter portare gli aiuti primari ma anche aiuti sanitari di ogni genere, grazie al volontariato di alcuni pediatri e infermiere presenti periodicamente nella struttura. Le iniziative e gli eventi portati avanti da Mateando in Italia hanno come scopi fondamentali la sensibilizzazione della gente relativamente ai problemi della popolazione argentina e la raccolta dei fondi destinati al progetto della mensa.
Tra queste iniziative ricordiamo:
l'invio di un container contente materiale edile (piastrelle, recinzioni, porte, finestre, ect...) e tanto altro, raccolto dalle donazioni che diverse persone hanno fatto.
Per gennaio 2010 è in programma la 3a spedizione di Simone Casati destinazione Argentina. Si tratta di un tour in bicicletta che partendo da San Juan dopo 1.350 km arriverà a Escobar, nella casa di Mateando, portando ai nostri Bimbi materiale scolastico, vestiti e l'affetto entusiasta di tutti noi.
Un Techo para mi pais: iniziativa, portata avanti in tutto il territorio dell'America del Sud, destinata alla costruzione di scuole e infrastrutture di emergenza e all'implementazione di un programma di aiuto dal punto di vista sociale.
La collaborazione con altre associazioni italiane e la creazione di un team comune destinato a risolvere problemi di tipo sanitario (es . ricerca di medicine dimesse in Argentina o risoluzione di patologie particolari in Italia ).
Negli ultimi mesi Mateando sta cercando di coinvolgere in prima persona giovani e studenti universitari in modo tale da renderli portavoce in prima persona della situazione Argentina. L'iniziativa consiste in alcune spedizioni, direttamente sul luogo in cui sorge la mensa. Molti giovani hanno già aderito spinti da un grande spirito di solidarietà e diversi progetti sono approvati dall'Università stessa.
ALBUM FOTOGRAFICO
dicembre 2009
17 novembre 2009
17 ottobre 2009
7 ottobre 2009