Bassani e Rossi: meraviglie dal loro Ghetto
12-04-2010 / A parer mio
di M.Cristina Nascosi Sandri
Per i 10 anni dalla morte di Giorgio Bassani e Gianfranco Rossi, con un ricordo delle "Meraviglie del loro Ghetto"
"Nella vita, se uno vuol capire, capire veramente come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta
".
Questa frase, extrapolata da Il giardino dei Finzi -Contini di Giorgio Bassani, è stata, forse, uno dei principi ispiratori della vita e dell'opera - mutatis mutandis, si capisce - dello stesso Bassani e di Gianfranco Rossi, cugini
Strana la vita e strani i casi che, a volte, si verificano, casi che divengono, per dirla con Shakespeare, destini: il 12 di questo mese ed il 13 "segneranno", rispettivamente, i dieci anni dalla morte di Rossi e di Giorgio Bassani, il Cantore della Ferraresità a tutto tondo, lui bolognese per nascita.
Due ebrei, parenti, si diceva e grandi scrittori legatissimi, notoriamente, al cinema, seppure in modi diversi e con diverse fortune; due destini, comunque vissuti, sofferti, colpiti in vita da mille vicissitudini, molte dolorosissime, di cui, forse, la Shoah, paradossalmente, è stata la "cosa più lieve" da sopportare.
Il loro "essere Ebrei", la loro perpetua "erranza", da sempre han fatto parte del tessuto della loro esistenza, li ha diversificati e "resi parte", rispetto ai concittadini, della Storia.
Non è un'iperbole quanto sopra affermato: "al di là del bene e del male", il loro non avere mai accettato fino in fondo il vivere comune, il loro non essersi mai "adeguati" ed "omologati" ad esso, ed al pensiero, altrettanto, comunque, ne ha fatto, per sempre, dei drops out per definizione, al pari di altri grandi Ebrei come loro, Primo Levi e Walter Benjamin, morti "a distanza" dalla Shoah ma, proprio per questo, mai accettata né, tantomeno, "metabolizzata", ma "vendicata", col suicidio, a distanza, nel tempo.
E il loro continuare a vivere, il loro accettare di vivere, di battersi li ha resi testimoni del tempo, protagonisti e testimoni ben consapevoli, un imperativo etico, civile, morale, "un non dimenticare mai di ricordare, specie per i giovani, le generazioni a venire"cui è destinato il loro retaggio di intellettuali, di persone di cultura cui il passato ha dato per sempre una dimensione 'classica', come direbbe T.S.Eliot, di eternità e, dunque, di futuro.
Verso Ferrara
E' a quest'ora che vanno per calde erbe infinite
verso Ferrara gli ultimi treni.
con fischi lenti
salutano la sera, affondano indolenti
nel sonno che via via là spegne pievi rosse, turrite.
Dai finestrini aperti l'alcool delle marcite
entra un po' a velare il lustro delle povere panche.
Dei poveri amanti in maglia scioglie le dita stanche,
fa deserte di baci le labbra inaridite.
(da: Storie dei poveri amanti E ALTRI VERSI, Roma, Astrolabio, 1945)
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BASSANI e IL DELTA del PO
"
Tese l'orecchio. Silenzio. Soltanto gridi lontani di uccelli invisibili.
Vedeva, là, ai limiti del piatto territorio di acque e di isolotti attraverso il quale era venuto
A destra, dalla parte del Po Grande e dalla sua foce, la buia massa del bosco della Mesola: a sinistra, le vuote distese della valle nuova e della altre valli
".
Da: L'Airone, Milano, Mondadori, 1999
Di lui Pier Paolo Pasolini, una sua 'scoperta', come è noto, ebbe a dire: "In Bassani ciò che piú interessa è la lucidità con cui si pone a descrivere il mondo: modo laico, razionale, ma impiantato su una iniziale e mai esaurita forza emotiva"
rivolta, soprattutto, vien da dire, dopo la rilettura dei due pezzi sopra riportati, alla 'sua' Ferrara, al suo territorio, al suo Delta
Ai primi "10 anni senza di lui" la 'sua' Città, riconoscente, dedicherà nei prossimi giorni la prima Festa del libro ebraico in Italia, proposta dal Meis - Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano. Cuore della manifestazione l'ex-Convento di San Paolo, dove sarà allestita la più grande libreria specializzata in testi di e sugli Ebrei. D'accanto la mostra «Le origini del libro ebraico in Italia» che costituisce, seppur idealmente, una prosecuzione di Meraviglie dal Ghetto, la splendida mostra che molti ricorderanno - a cui ebbe l'onore di collaborare anche chi scrive sotto l'inestimabile guida della professoressa Luisella Mortara Ottolenghi, presidente effettiva, per oltre 30 anni, del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano che raccoglie, cataloga, pubblica e divulga la storia della Shoah italiana, - realizzata a Ferrara tra Palazzo dei Diamanti et Palazzo Paradiso dal 18 settembre 1988 al 15 gennaio 1989 in cui furono esposti incunaboli e cinquecentine (oltre ad oggetti d'uso e di cultura ebraici di incommensurabile valore), provenienti, tra gli altri, dalle pregiate raccolte delle biblioteche di Bologna e Palatina di Parma, dove è custodito il preziosissimo Fondo Ebraico De Rossi. Anche a Pisa l'Associazione Ex-Allievi della Scuola Superiore Sant'Anna ricorderà giovedì 15 Aprile 2010, alle 21.00 il decennale dalla morte di Giorgio Bassani con Il sorriso di Micòl, tratto da Il giardino dei Finzi-Contini, un testo scenico di Marco Marchi su musiche di Joseph Achron, con un canto ebraico dell'Haggadah di Pesach su voce recitante di Sara Borsarelli, evento svolto in collaborazione con la prestigiosa Fondazione Il Fiore di Firenze presieduta da Maria Grazia Beverini Del Santo.