Comune di Ferrara

mercoledì, 14 maggio 2025.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Dedicato a Muzio Chiarini

Dedicato a Muzio Chiarini

14-06-2010 / A parer mio

di M.Cristina Nascosi Sandri

Ho scritto queste poche righe a poche ore dall'esser venuta a conoscenza della scomparsa, avvenuta nelle prime ore del mattino dell'1 giugno scorso, di Muzio Chiarini, uno degli ultimi grandi della scrittura in lingua dialettale ferrarese - consandolese, per esser puntuali, una variante ben differenziata della nostra parlata popolare, pur essendone parte integrante, poiché, come è noto, non un solo dialetto ferrarese esiste ma tanti, almeno quante sono le località che compongono la nostra provincia oggi, perché fin a pochi anni fa tanti erano persino nell'ambito della nostra stessa città di Ferrara, ricchi di diversificazioni da rione a rione, da casa a casa, si potrebbe quasi dire - a dar retta - citando il momentaneo emulo manzoniano Giorgio Bassani - proprio a quei 'grandi vecchi' che han fatto grandissima la storia e la cultura totae nostrae.

Era nato a Consandolo di Argenta nel 1919.
Disegnatore, fotografo, poeta in lingua italiana e dialettale ferrarese, aveva pubblicato, nel tempo, su antologie e sui quotidiani ferraresi e su periodici nazionali.
Come fotografo aveva meritato vari premi a Ferrara, Argenta, San Bartolomeo; la sua prima silloge, pubblicata in lingua italiana nel 1987, Più non canta la cicala, ottenne il premio Euroassemblaggio nel 1989, a Milano; le sue liriche in lingua dialettale consandolese son state più volte premiate a Cento, Bologna, Carpi, Portomaggiore.
Risale agli ultimi giorni di maggio uno degli ultimi riconoscimento attribuitigli, quello nell'ambito del concorso letterario nazionale ormai decennale di Massafiscaglia, in provincia di Ferrara, dedicato alla figura di un altro grande come lui, il poeta Bruno Pasini.
Insieme, ora con altri grandi della nostra Ferraresità più colta e matura come Alfonso Ferraguti, Alfredo Pitteri, Mendes Bertoni, Beniamino Biolcati, per non citarne che alcuni, riposa nell'Empireo di coloro i quali han reso immense anche les petit choses de notre vie

Ho rivisitato mentalmente e letteralmente quanto scrissi di lui alcuni anni fa, in introduzione a Par star un póch insiém (col nòstar bèl dialèt) una sua silloge poetica tutta in sermo familiaris, dunque, quel consandolese cui si faceva cenno più sopra e lo ripropongo con commozione poiché ancor provo, a distanza di oltre dieci anni, quanto mi spinse a stilare le parole che seguono.

A Muzio con affetto

Muzio Chiarini - già definito poeta-gentleman da chi ben lo conosce - con questa sua seconda silloge poetica vuole dare alle stampe, stavolta in lingua dialettale ferrarese, quella a lui più vicina e più cara, alcuni ricordi, sensazioni, idee che, in parte, han contrassegnato la sua vita.
La sua naturale eleganza, come di diceva all'inizio, a volte confondibile con un altrettanto elegante, anche se non veritiero distacco, non solo nel suo modo di porsi, ma anche e, soprattutto, di scrivere, lo rèlega, in maniera ugualmente naturale, in una specie di oligarchica quanto schiva scelta autoriale.
Aveva già pubblicato una bella raccolta poetica alcuni anni fa, nel 1987,
Più non canta la cicala.
Ma il suo pudore l'aveva 'confinata' - è veramente il caso di dirlo - alla stesura in lingua italiana, scelta più facile, più avvicinabile: lo scrivere in dialetto, per sua stessa natura, limitato ed elitario poiché parlato solo ed esclusivamente dai propri simili e conterranei, per Muzio, sarebbe risultato, paradossalmente, un arbitrio, amato e temuto ad un tempo, da affrontare…più avanti, per quanto possibile, nel tempo.
Ed ora quel tempo è venuto - non c'è un tempo per ogni cosa?
Alea iacta est e con la felicità, la freschezza di un bimbo che abbia trovato gli strumenti più adatti per 'giocare al gioco' da lui preferito, Muzio ha finalmente 'scelto e reso' antologia' il fior fiore della sua produzione poetica in lingua dialettale ferrarese, la sua, quella di Consandolo, quella che lui meglio conosce, in cui ha espresso gioie, dolori, avvenimenti estemporanei di piccolo o grosso impatto, comico o tragico, non importa: ciò che conta è stato il 'suo gioco', il suo modo di plasmarli - linguisticamente e poeticamente - a 'suo modo', per lasciarli, affettuosa testimonianza, a chi ha avuto ed ha la fortuna di averlo conosciuto.
Una piccola nota finale, a margine ma, comunque, chiarificativa del rapporto che Muzio intratteneva con il 'suo' dialetto consandolese alla nascita, è doverosa: intenzionalmente, sia da parte sua che di chi scrive, si son mantenute, nei resti poetici, quanto più possibile, le definizioni, le varianti, le desinenze, gli accenti, insomma tutto quanto fa…Dialetto Ferrarese di Consandolo.