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Giorgio Bassani: un 'memo' dalla Romania e da Torino con amore

25-10-2010 / A parer mio

di Maria Cristina Nascosi Sandri

'Giorgio Bassani. Il giardino dei libri' è il titolo nell'àmbito del quale è raccolta la serie di eventi promossa tra ottobre e dicembre 2010 dalla Fondazione Bassani insieme con l'Università di Ferrara ed il Mibac, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, la provincia ed il Comune di Ferrara e Comacchio in collaborazione con l'Associazione ARCH'è, quella del "Fondo Pier Paolo Pasolini" di Bologna, la Cineteca di Bologna e Arci Ferrara.
Dalle ottobrine giornate ferraresi e bolognesi, preziosamente dedicate al ricordo dei dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Bassani, son 'scaturite' e son state presentate alcune delle pubblicazioni, le più recenti, sulla figura così autenticamente intellettuale a tutto tondo del nostro più grande scrittore.
Tra di esse piace qui ricordarne alcune.
Cominciamo con "Le invalicabili distanze - La narrativa di Giorgio Bassani", édito quest'anno da Casa Cărtii de Ştiinţă a Cluj - Napoca, in Romania.
Ne è autrice Gabriela LUNGU, docente, nel tempo, di letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere dell'Università "Babes-Bolyai" di Cluj e redattrice di articoli, studi, recensioni, interviste, oltreché traduttrice, in rumeno, di molti scrittori italiani - come si legge nel retro di copertina.
Il libro - a detta della stessa Autrice - nasce dal suo amore per Ferrara e per Bassani, divenuto poi un unico amore, quasi come se le due entità si fossero, in qualche modo, sovrapposte e divenute una sola.
Per certo, afferma ancora la Lungu, "…so soltanto che tutte e due accompagneranno per sempre la mia vita. E che tornerò sempre da loro, anche se non riuscirò più a visitare Ferrara o a scrivere su Bassani…".
E' estremamente toccante questa 'dichiarazione di vero amore' da parte di una non-ferrarese, addirittura di una non-italiana: l'unisóno di una stupenda, nebbiosa 'città di pianura', piena di bellezza e di contraddizioni con il suo Cantore più alto è per la Lungu un apprendere e condividere, forse dal sapore universale, pur riguardando les petit choses de la vie di un altro, un fuori da sé che, per lei, come se fosse una vera ferrarese, diviene uno stesso proprio sé, 'cosmicamente e visceralmente'.
Scandito da nove capitoli, capillarizzati in puntuali sotto-capitoli sull'opera omnia di Bassani e la sua globale contestualizzazione, il testo della Lungu si conclude con un molto interessante "La fortuna di Bassani in Romania", riferito alle non poche traduzioni e recensioni colà redatte per l'Autore ed i suoi lavori, alcune delle quali di mano della stessa Lungu.
Un altro testo importante appena uscito è quello di Federica VILLA, "Il cinema che serve - Giorgio Bassani cinematografico", pubblicato quest'anno a Torino da Kaplan editore.
Il libro di cui sopra è stato presentato alla Cineteca di Bologna lo scorso ottobre nel corso della giornata di studi GIORGIO BASSANI tra Cinema e Letteratura cui ha fatto sèguito una rassegna cinematografica al Lumière dedicata al Nostro.
Quella giornata poi ha fatto parte della serie di eventi promossa dalla Fondazione Bassani insieme con l'Università di Ferrara ed il Mibac, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, la provincia ed il Comune di Ferrara e Comacchio in collaborazione con ARCH'è, l'Associazione "Fondo Pier Paolo Pasolini" di Bologna, la Cineteca di Bologna e Arci Ferrara.
Federica Villa insegna filmologia presso il Dams dell'Università di Torino. Da tempo interessata al cinema italiano degli anni Cinquanta, ne ha studiato, in diverse occasioni, forme scritture curando sull'argomento vari testi èditi a partire dal 1995.
Chissà perché - molto spesso - quando si parla di Bassani, anche per studiosi o fans non locali, si parla quasi sempre d'amore - parafrasando alla lontana il minimalista Raymond Carver.
Forse perché l'amore di Bassani per la sua Ferrara, pur zoomato, o in un verso o all'incontrario, per rimanere sotto metafora cinematografica, è stato talmente forte, partecipe, un contagio amoroso tale da poter esser trasmesso anche a chi ferrarese non è e con Ferrara non ha avuto a che fare, se non ellitticamente, con Bassani stesso - sottolinea in nota Maria Cristina Nascosi Sandri .
Anche per la Villa, dunque, scrivere questo libro è stato un viaggio d'amore, un viaggio sentimentale, come lei stessa lo definisce in introduzione, nel cinema italiano, quello, nello specifico, degli anni Cinquanta, 'prodotto imperfetto', certo, ma quanto ricco, ricco di "…letterati che non tanto inciampano, quanto piuttosto sono e dichiarano di esser fortemente attratti dal lavoro di sceneggiatura e dall'esercizio della critica cinematografica. Questa, in breve, è la strada sentimentale che ci ha portato a Giorgio Bassani come uomo di cinema…" - per citare ancora la Villa .
Prefato da Salvatore Silvano Nigro, il testo è diviso in tre grandi tranches: INCONTRI. Giorgio Bassani critico letterario; COLLABORAZIONI. Giorgio Bassani scrittore sceneggiatore e IL ROMANZO DI FERRARA. Giorgio Bassani cinematografico.