Comune di Ferrara

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Il Concorso in Comune

25-11-2010 / A parer mio

di Sara Cambioli

In riferimento agli articoli pubblicati sulla stampa locale nei giorni scorsi, il vero scandalo riguardo al concorso per gli 11 posti di "Istruttore amministrativo" categoria C, non sta nel fatto, come si legge, che alcuni tra i partecipanti che hanno superato con un ottimo punteggio le prove erano già al servizio dell'Amministrazione, ma piuttosto nel fatto che:
- nel bando non è stata fornita alcuna indicazione sui profili specifici degli 11 posti messi a concorso, né sono stati indicati i servizi o le aree cui sarebbero stati destinati;
- non è stato richiesto un curriculum di studi, titoli e esperienza;
- non è stata tenuta in nessuna considerazione l'esperienza pluriennale maturata dai candidati che già ricoprivano quei posti a tempo determinato;
- le decisioni riguardo al concorso sono state prese esclusivamente dagli organi politici dell'ente, senza richiedere alcun parere ai dirigenti dei servizi in cui i vincitori del concorso avrebbero dovuto impiegare le proprie competenze, né in merito ai profili dei ruoli da ricoprire né in merito ai programmi d'esame.
Queste scelte dimostrano quanto l'intera vicenda sia stata trattata con superficialità e assenza di lungimiranza e come tutto ciò non abbia nulla a che vedere con i principi dell'imparzialità e della trasparenza che stanno alla base di una buona amministrazione.
Infatti, in questo periodo altre amministrazioni comunali hanno bandito concorsi da "Istruttore amministrativo" categoria C, ma tenendo in considerazione l'esperienza pregressa dei candidati (con punteggio a seconda degli anni), il curriculum e delineando nel bando di concorso i posti da ricoprire.
Al contrario, la scelta operata dal Servizio al personale del Comune di Ferrara, e in primo luogo da Direttore Generale e Sindaco, penalizza non soltanto chi in questi anni ha costruito una propria professionalità "precaria" nell'ambito dell'Amministrazione Pubblica, ma anche la continuità del lavoro degli stessi servizi. Tutto ciò sulla base di una scelta "politica" che appare decisamente squalificante, proprio perché prescinde da un chiaro e fondamentale riconoscimento delle competenze professionali specifiche, fondamentali per svolgere bene le mansioni richieste nei posti da ricoprire. Il Servizio al personale e gli organi politici si sono mossi da soli, senza una scelta gestionale condivisa con i Dirigenti dei servizi per i quali il concorso è stato bandito, come prevede invece la normativa più recente (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali D.lgs. 267/2000, artt. 5 e 17 D.lgs. 150/2009).
Per operare una cospicua selezione fra i circa 1800 iscritti, hanno confezionato, con la ditta esterna incaricata di gestire il concorso, un test di preselezione con elementi di diritto completamente estranei e inutili alle funzioni da ricoprire, dando per giunta un taglio assolutamente accademico, lontano anche dalle attività che si svolgono ogni giorno negli uffici prettamente amministrativi. Si sottolinea inoltre che l'avviso di selezione è stato pubblicato soltanto il 15 settembre e che la prova di preselezione era fissata per il 4 novembre, dando così solo un mese e mezzo di tempo ai candidati per prepararsi su materie d'esame vastissime, argomenti da laurea in Giurisprudenza o affini (anche se la mansione da ricoprire è soltanto una posizione C alla quale si accede con un qualunque Diploma Superiore). Selezione che ha di fatto ha tagliato fuori chi, pur avendo una laurea e altri titoli alle spalle e pur avendo maturato un'esperienza pratica cresciuta in anni di lavoro al servizio dell'Amministrazione, si è trovato a possedere una formazione diversa da quella unicamente riconosciuta ai fini del concorso, ossia giuridico-amministrativa, ben sapendo che i posti a concorso saranno destinati a compiti di tutt'altra natura istituzionale.
Sarebbe come se un'azienda formasse per 8 anni un progettista assunto con contratto a tempo determinato per il settore Ricerca e Sviluppo, e indicesse una selezione per la stabilizzazione di questo ruolo attraverso una prova su materie di Economia e Commercio, con il risultato di perdere 8 anni di formazione e con l'incognita di aver assunto un candidato molto competente, ma in un altro settore.
Credo che l'Amministrazione Comunale sia tenuta a spiegare ai cittadini il senso di questa scelta che, oltre a penalizzare chi come me ha lavorato a lungo per il Comune (con contratti vari, ma sempre a termine e sempre precari), sembra di fatto non tenere conto del valore intrinseco della formazione delle proprie risorse umane e della difficile costruzione della professionalità anche nel settore pubblico.