8 Marzo, giornata internazionale delle donne
08-03-2011 / A parer mio
le Delegate del Polo Chimico Industriale di Ferrara
L'8 marzo si celebra la "Festa della donna". Sarebbe più opportuno utilizzare l'espressione corretta "Giornata internazionale della donna". L'8 marzo non è un gentile omaggio all'"altra metà del cielo", ma una data con la quale si ricorda la lunga strada che le donne hanno percorso fino ad oggi per vedere riconosciuti i loro diritti di persone e cittadine e si invita a riflettere sulle violenze e sulle discriminazioni che le donne ancora subiscono in ogni parte del mondo. Le donne italiane patiscono ancora gravi discriminazioni sul lavoro, risultano sottooccupate rispetto
alle donne di molti altri paesi occidentali, raggiungono con estrema difficoltà i livelli dirigenziali, sono poco presenti nelle assemblee politiche elettive e negli organi di governo. Nelle diverse classifiche che misurano il grado di discriminazione o di avanzamento nella società, nell'economia, nella politica, l'Italia è spesso tra i paesi con le peggiori performance.
Come sostiene il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una recente intervista: "L'impegno a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, contenuto nell'articolo 3 della nostra Costituzione, così come la richiesta rivolta dall'articolo 117 alle leggi regionali di rimuovere ogni ostacolo che impedisce la piena parità tra donne e uomini, si riferiscono ovviamente anche al diritto ad ottenere uguale rispetto e dignità per i cittadini di entrambi i sessi. E' evidente che la comunicazione di un'immagine della donna che risponda a
funzioni ornamentali o che venga offerta come bene di consumo offende profondamente la dignità delle donne italiane. Non solo: questo stile di comunicazione nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi. Non intendo entrare nel merito degli strumenti pratici da voi proposti, ma è certamente importante che si ponga un argine a questo dilagare della tendenza alla sottovalutazione o all'aperto disprezzo della dignità femminile, educando fin dall'infanzia i giovani al rispetto delle donne, le ragazze a pretenderlo e ancor di più i ragazzi a esprimerlo".
Anche dalle parole del Presidente si evince come la dignità delle donne troppo spesso viene calpestata. Turbamento e disorientamento devono cedere il passo a una ferma indignazione. E' il momento di far sentire la nostra voce, di reagire alla ferita inferta al tessuto civile e alla morale pubblica dell'Italia. Ancora una volta, sono le donne a dover guidare un moto di reazione culturale e civile nell'interesse del Paese, del suo futuro. Siamo convinte che per "fare ripartire il Paese" sia indispensabile creare un clima di ottimismo, di speranza e di valorizzazione del potenziale femminile, obiettivi rispetto ai quali vogliamo dare un contributo costruttivo di idee, di professionalità e di impegno. A riguardo è emblematico quanto affermato dal Commissario UE al lavoro per il quale "il riscatto delle donne nella società europea non è solo una questione etica, ma anche e soprattutto pragmatica, perché le donne sono forza- lavoro indispensabile nel mondo della competitività globale e della crisi del welfare". Dobbiamo farci forti della nostra dignità e della consapevolezza del nostro valore senza distinzione di età, convinzioni politiche, razza. Lo dobbiamo a noi stesse, alle donne di oggi, ma soprattutto a quelle di domani. Le donne di questo Paese sono altro: sono talento, lavoro, impegno, fatica, bellezza, coraggio, cuore, passione, dignità e serietà. Le donne italiane, ogni giorno, lavorano con dignità, impegno, dedizione, curano la casa e la famiglia, ottengono importanti successi professionali, contribuiscono alla crescita della nostra società. Sono le donne che non
cercano scorciatoie, che percorrono la strada dell'impegno e del sacrificio. In un Paese in cui le opportunità sono pochissime, le più basse in Europa. Non accettiamo di vedere calpestata la nostra dignità, la dignità delle istituzioni e dell'Italia. Un augurio affinché l'8 marzo possa rappresentare un grande momento di affermazione della forza delle dignità delle donne italiane come protagoniste di una battaglia culturale che valorizzi, invece che mortificare la figura femminile.