Unità d'Italia: il sangue versato
15-03-2011 / A parer mio
di Arlesiana Rossi
IL SANGUE VERSATO
Figlio, fratello, amico,
unire l'Italia e farla diventare la nostra patria
è costato sangue, tanto sangue.
E il sangue versato da un fante del Nord
non è diverso da quello del fante del Sud,
non ha scritto sopra piemontese o sardo,
emiliano o siciliano,
è sangue versato per la libertà.
Libertà di tutti, dei napoletani e dei fiorentini,
dei bresciani e dei friulani, ed ha un unico nome:
sangue italiano.
È sangue versato per un'unica patria,
le lacrime di una madre del sud
non sono meno calde di quelle di una vedova del nord,
sono lacrime di dolore
per la perdita di un figlio, di un marito, di un fratello,
fosse rodigino o lucchese, comasco o salernitano.
Il dolore della perdita
è uguale dappertutto e la speranza
che non sia versato invano accomuna tutti.
E la bandiera che avvolge il corpo
di un nostro figlio morto per la patria
è il simbolo della nostra unione,
è l'orgoglio di appartenere ad una terra libera,
libera dall'oppressore, dall'oppressione.
E quando tu giri libero per la strada
e puoi dire quello che pensi,
sappi che è un dono fatto da gente sconosciuta,
da fratelli che pur parlando dialetti diversi,
con idee non sempre uguali,
hanno saputo comprendersi e unirsi sotto
un simbolo verde bianco e rosso e affrontare la morte
per permettere a te di gioire di questo.
Sii orgoglioso e fa in modo che
tutto non sia accaduto invano.