Sulla riorganizzazione dei Servizi pubblici del Comune
05-12-2011 / A parer mio
di Marcella Ravaglia e Marzia Marchi *
Mentre il Comune di Ferrara avanza a passi distesi verso la privatizzazione dei servizi pubblici, ignorando l'esito delle urne di giugno, il Comitato Acqua Pubblica vi invita alla presentazione del libro "Come abbiamo vinto il referendum": ce lo spiega l'autore Marco Bersani, martedì 6 dicembre, alle ore 21 alla Sala della Musica (complesso di San Paolo, via Boccaleone 19, Ferrara). Un interessante incontro rivolto a tutti i cittadini, ma che farebbe assai bene seguire a tutte quelle forze politiche che hanno sostenuto i referendum del giugno scorso.
In particolare leggiamo della strigliata politica del PdCI nei confronti della consigliera di Rifondazione comunista Irene Bregola, per aver votato contro la scellerata azione di riassetto dei servizi pubblici locali - farmacie, parcheggi, verde pubblico e servizi cimiteriali - attuata dal Comune, cita Francesco Fiori del partito extraparlamentare all'opposizione, in ossequio alla Manovra bis varata dal governo Berlusconi. Spiace apprendere queste posizioni proprio nel momento in cui una legge di segno opposto, voluta dal popolo e non da una parte politica che dovrebbe essere avversa al PdCI, non viene applicata da mesi proprio relativamente al più importante dei servizi pubblici, quello idrico. Preoccupa ascoltare le perentorie affermazioni che entro 100 giorni vogliono applicato l'art. 4 del decreto legge 13 agosto n. 138, pena lo scioglimento d'autorità dei servizi pubblici, proprio mentre diverse Regioni stanno impugnando tale provvedimento in Corte Costituzionale. E' a dir poco sorprendente sentir dichiarare "che un Comune consapevole dei bisogni dei suoi cittadini non può prescindere dal compiere atti dovuti in modo da salvaguardare un patrimonio che peraltro, a Ferrara, è ancora saldamente in mano pubblica", mentre si accinge a trasformare aziende di diritto pubblico in spa o fondazioni. Il conferimento dell'AFM, l'azienda farmacie municipali, alla Holding Ferrara servizi equivale all'azione che abbiamo già visto compiere in passato per le quote di Hera, che semplicemente corrisponde ad allontanare sempre più la gestione di servizi essenziali dal controllo dei cittadini. Uno svuotamento ininterrotto della rappresentanza, al punto che nemmeno un esito referendario senza pari in termini di numeri riesce a far mobilitare l'Ato 6, e i comuni che ne fanno parte, sul merito della ripubblicizzazione del servizio e dell'applicazione della tariffa decurtata dalla remunerazione del capitale investito, abolita per legge.
Il PdCI si dimostra fuori luogo e fuori tempo sostenendo un'astensione che implica di fatto il lavarsene le mani. Una siffatta posizione in tema di servizi pubblici, proprio in un momento in cui i cittadini si vedono pesantemente attaccati, non solo nella loro possibilità di intervento democratico attraverso l'elezione di rappresentanti istituzionali cui delegare la gestione dei servizi, ma anche nella dignità del vivere quotidiano, che di privatizzazione in privatizzazione perde consistenza ed efficacia, equivale ad abrogare la volontà popolare in favore dei poteri forti. Come Comitato Acqua Pubblica di Ferrara, oltre a sostenere il voto della consigliera Bregola, rammentiamo al PdCI - la cui adesione al Comitato avvenuta prima della fase referendaria non è scaduta - che innanzitutto l'abolizione dell'art. 23 bis ad opera del referendum non si applica al solo servizio idrico, e che la coerenza non si deve tanto all'interno di una lista di coalizione quanto nei confronti dei propri elettori verso i quali si sono presi degli impegni.
* - Comitato Acqua Pubblica di Ferrara