Sull'incidente stradale di S.Martino
15-02-2012 / A parer mio
Il direttivo dellAssociazione Amici della bicicletta Ferrara
Lo diciamo subito: siamo stanchi di contare i morti della strada! E' ora che si accertino le responsabilità dei proprietari e/o gestori delle strade. Invitiamo la Procura della Repubblica di Ferrara ad aprire un fascicolo per responsabilità oggettive per le carenze strutturali dell'attraversamento e dell'incrocio di via Bologna a S. Martino dove ha perso la vita la signora Francesca Barbieri. Così come è atto dovuto indagare per omicidio colposo il conducente, è ora che la magistratura cominci a considerare tutti gli elementi che costituiscono la sicurezza stradale e ad accertarne carenze e responsabilità: i conducenti, i veicoli e le strade. Se per i primi e i secondi vi sono responsabilità per colpa oggettive, altrettanta ve ne sono per chi, Comuni, Province, Anas costruisce strade senza alcun criterio di rispetto della sicurezza degli utenti, in particolare quelli più deboli. Crediamo che non basti più perseguire solo le responsabilità dei conducenti, che pure ci sono nei casi di incidente, ma anche le responsabilità di chi per negligenza, incompetenza, omissioni, abusi, ecc., mette a repentaglio la vita dei cittadini da dietro una scrivania. Abbiamo fatto un sopralluogo ieri sera alla stessa ora in cui è avvenuto il fatto. E bene, le condizioni della strada che abbiano rilevato sono indegne. L'attraversamento pedonale adiacente all'incrocio su cui si trovava la signora finisce in un fossato sul lato destro direzione Bologna, proprio il lato che doveva raggiungere la vittima; non vi è marciapiedi e quindi spazio per mettersi in sicurezza, ma si è costretti a rimanere sul ciglio della strada trafficata e percorsa anche da mezzi pesanti. Inoltre, come si può vedere dalle foto, non vi è un'adeguata illuminazione pubblica su tutto l'incrocio, né tanto meno un'illuminazione dedicata all'attraversamento con segnaletica verticale illuminata, né vi sono indicatori luminosi lampeggianti che preavvisino della presenza dell'attraversamento. Va detto che su quel tratto di strada vi è il limite di velocità di 50 km/h scarsamente rispettati, come abbiamo potuto constatare durante il sopralluogo, senza che vi sia alcun tipo di dissuasione, né fisica (restringimento di carreggiata, isola salvagente, ecc) né psicologica con autovelox. Rinnoviamo, quindi, l'invito alla magistratura a verificare se vi siano altre responsabilità oltre a quelle degli attori direttamente coinvolti nel tragico evento.
Il direttivo dell'Associazione Amici della bicicletta Fiab Onlus - Ferrara