La salama da sugo di Riccardo Bacchelli
15-02-2012 / A parer mio
di Roberto Bonsi
Milano: mercoledì 28 maggio 1980. Gran brutto giorno questo dì per Milano e per quell'Italia che allora credeva e ancor oggi crede nella democrazia, nella libertà di pensiero e ai valori etici di una professione importante e delicata come quella del Giornalista, e chi scrive lo è da quasi trent'anni... Quel giorno che è rimasto nei nostri cuori, nella nostra mente, fu una sorta di grande incubo per la Nazione tutta, e oggi, l'operato letterario e l'impegno civile di Walter Tobagi, questo è il nome del collega assassinato, è più che mai attuale ed è quello di un personaggio pubblico che mai è stato dimenticato.
Quello stesso giorno, così triste, così duro, grazie al giornale per il quale scrivevo in quel tempo, ebbi modo di fare un'intervista memorabile al "Grande" scrittore, drammaturgo e poeta bolognese, ma ottimo amico del nostro territorio (n.a. : anche chi scrive è un ferrarese "purosangue" essendo nato per l'appunto in città, a: "Frara"). Bacchelli, mi ricevette nel suo appartamento situato in pieno centro a Milano, nella cosiddetta "zona - bene", al civico 20 della via Borgonuovo. Egli indossava una casacca a mò di vestaglia, e la moglie, gentilissima, volle offrirmi un caffé, che assaporai sentendomi subito a mio agio. Il Bacchelli già molto anziano e con la capacità uditiva già un po' compromessa, mi trattenne con simpatia per oltre tre ora e mezzo di quel pomeriggio di sole. Avendo "affilato le armi", il mio registratore che ancora conservo ma non uso oramai costretto dalle nuove e moderne "diavolerie", parlai con lui di tutto: di Ferrara, dei suoi sapori, delle sue bellezze, anche femminili, del traffico cittadino e dei "Ghisa" (l'oggidì nominata Polizia Locale, allora: il Vigile Urbano, che così è soprannominato a Milano). Ho conservato per lungo tempo la "reliquia" della sua voce impressa per sempre su nastro, e che potrebbe diventare un capitolo d'orgoglio per la cultura ferrarese e italiana tutta, ma purtroppo gli ambienti della politica e anche della cultura (fortunatamente escluso il Comune di Ferrara), ebbero a fare, come si suol dire: "orecchi da Mercante", e non si racconta il... seguito. Ora che dite: a questo punto, chi scrive avrà distrutto quell'audiocassetta? L'avrà gettata dentro un cassonetto dell'immondizia? Mah! Tanto non gliene frega niente a nessuno. Poveri posteri così defraudati, e peccato per gli uomini e le donne di cultura, quelli veri però... Ringrazio solo la disponibilità dell'arch. Giancarlo Medici, allora vicesindaco di Ro Ferrarese, comune dei cosiddetti: "Luoghi Bacchelliani" che si è dimostrata persona disponibile, sensibile, savia ed amica; ma anche lì, poi, nulla di fatto, e senza addebitare a lui la colpa. Ma cambiamo discorso, e torniamo a Riccardo Bacchelli, di quel giorno ormai prossimo alla fine del mese di maggio: dopo i consueti convenevoli ed il "rito" delle fotografie scattate a sommo e imperituro ricordo, ecco il commiato, con il mio dono a lui e signora, di una corpulenta salama da sugo, "gloria e onore" di Ferrara, di Madonna Boschi, e del forese tutto. Bacchelli, non sapeva come ringraziare, tante era commosso, lui un personaggio un po' burbero, e così intriso di "bello scrivere", una sorta di "monumento vivente", credo oggi un po' dimenticato, e che direbbe, vedendo il "Suo" Mulino del Po, oggi ricostruito proprio di fianco al moderno ponte che congiunge la riva nostrana con quella rodigina, con gli abitati di Ro e di Polesella. Ha ragione il buon Sgarbi! E' uno scempio... Vero Vittorio? Ora Riccardo Bacchelli riposa in pace in quel del Cimitero Maggiore della Sua città natale, quello che chi scrive chiama: "Un sacro luogo: l'ultimo condominio per tutti". Morì infatti nel corso dell'anno 1985 in quel di Monza in terra brianzola. "Salama, salama, salama da sugh
" - canta il Suo autore in vernacolo ferrarese, e parliamo di un mio amico di oltre trent' anni fa, e che ho perso di vista, il bravo ed eclettico Alfio Finetti, "gloria locale" e a suo tempo, non solo. La "nostra" ottima salama, che ricordi!. Salama, che ebbi modo, e con piacere, di donare ad attrici "immortali" come Lina Volonghi e Ave Ninchi. Ve le ricordate?. Due anni orsono fui invitato da una coppia di amici sempre di Ferrara, per prendere parte ad un gustosissimo pranzo a Madonna Boschi, "patria" riconosciuta di questo celebre insaccato, che ci è molto invidiato,insieme alle mitiche "zie". Ho anche avuto modo di portarlo con me in aeroplano, per farlo gustare, dopo anni ed anni, a miei cari parenti stretti, di origine ferrarese, lei, e di Bagnacavallo, lui, che da ben più di sessant'anni vivono in South - Africa. Per finire, beati voi ferraresi che continuate a mangiare la salama, chi scrive vive in terra lombarda, e la salama, (sic!!!). Gustate la salama, ma non dimenticate la "grande" opera letteraria di Riccardo Bacchelli.
[Roberto Bonsi, giornalista ferrarese a Milano]