RASSEGNA CINEMATOGRAFICA AL BOLDINI DEDICATA A SAM PECKINPAH
La violenza raccontata con arte sul grande schermo
30-10-2006 / Giorno per giorno
Sette appuntamenti con il cinema d'autore con un denominatore: il racconto della violenza attraverso l'arte del cinema. A partire dal 2 novembre e fino al 14 dicembre il Cinema Boldini ospiterà una rassegna dedicata a uno dei maestri del genere David Samuel Peckinpah (detto Sam Peckinpah) curata da Arci Ferrara, Circolo Cinematografico Louise Brooks e proposta in collaborazione con la Cineteca di Bologna e il patrocinio del Comune di Ferrara e della Regione Emilia Romagna. L'iniziativa è stata illustrata questa mattina alla stampa nella sede dell'assessorato alla Cultura, presenti il responsabile del servizio Manifestazioni culturali del Comune Giovanni Lenzerini, il presidente di Arci Ferrara Massimo Maisto e il neo presidente del Circolo Cinematografico Arci Louise Brooks Michele Travagli.
Obiettivo della rassegna, attualmente in tournèe in diverse città della regione, è quella di far conoscere in particolare al pubblico giovane le opere di un "regista 'maledetto' - ha affermato Giovanni Lenzerini - che ha saputo tracciare in modo efficace uno degli elementi più presenti nella società moderna, la violenza, così vicina alla natura dell'uomo e così assurda".
Questo il programma dettagliato con le schede di tutti i film della rassegna "Sam Peckinpah. Il ritmo della violenza" che saranno proiettati al Cinema Boldini (via Previati 18) alle 21, tranne le giornate del 6 e 14 dicembre. Tutte le serate sono a ingresso gratuito.
- Giovedì 2 novembre alle 21
Il Mucchio Selveggio - Director's Cut, USA 1969, 145'
Nel 1914, dopo una fallita rapina in banca, sei banditi americani sconfinano dal Texas in Messico, inseguiti da un manipolo di cacciatori di taglie, al comando di un ex appartenente al "mucchio selvaggio". Si riscatteranno morendo coraggiosamente nell'impari lotta contro le forze di un generale-bandito in difesa del popolo oppresso. Insieme alle pagine di eccezionale forza visionaria nel loro manierismo barocco, specialmente nelle scene di battaglia (che suscitarono negli USA roventi polemiche per la loro violenza), questo memorabile western Warner-Seven Arts offre, negli intervalli di quiete, momenti altrettanto significativi in chiave di malinconica elegia sul tramonto di un'epoca. Quella di S. Peckinpah, romantico che nega di esserlo, è la risposta alla cinica retorica del western italiano. Ebbe 2 candidature agli Oscar per la sceneggiatura e le musiche di Jerry Fielding. Fotografia del grande Lucien Ballard. Presentato nell'inedita versione voluta dall'autore.
- Giovedì 9 novembre alle 21
Osterman Weekend,USA 1983, 105'
Da un romanzo di Robert Ludlum: per vendicarsi di un superiore che ha autorizzato l'assassinio di sua moglie, un agente della CIA fa passare per spie al soldo del KGB sovietico tre amici di un affermato giornalista televisivo che li ospita con le mogli nella sua villa in campagna. Costruito col sistema delle scatole cinesi e reso ancor più complicato da tagli imposti dalla produzione, l'ultimo film di Peckinpah è un pamphlet contro la CIA e il suo potere incontrollabile, un apologo contro l'invadenza perversa della televisione, una parabola sull'ossessione voyeuristica della civiltà elettronica dello spettacolo in cui diventa sempre più difficile distinguere chi guarda da chi è guardato, la realtà dalla sua riproduzione, la verità dalla menzogna. Come macchina spionistica ha qualche ingorgo, ma anche pagine di forza lampeggiante e una parte finale in crescendo, da incubo allucinato.
- Giovedì 16 novembre alle 21
Voglio la Testa di Garcia, USA 1974, 112'
Un ricco messicano offre un milione di pesos a chi gli porterà la testa dell'uomo che gli ha messo incinta la figlia. Ma Alfredo Garcia è morto. Pianista fallito decapita il cadavere già seppellito. E il film più misconosciuto di Peckinpah, cineasta ossessionato dalla violenza che, però, anche qui è soltanto la reazione obbligata dell'eroe che appartiene a un mondo in via di sparizione. Diseguale e geniale discesa negli abissi di un mondo dove regnano la corruzione e la violenza.
- Giovedì 23 novembre alle 21
La Ballata di Cable Hogue, USA 1970, 121'
La grande avventura del selvaggio West è agli sgoccioli: un anziano cercatore d'oro conosce una prostituta, scopre una sorgente d'acqua e il profitto. Ma sarà sconfitto. E forse con I compari (1971) di R. Altman l'operazione più lucidamente e criticamente dissacratrice che un regista americano abbia compiuto nei confronti dell'epopea western. Impiegando in chiave grottesca gli schemi del western e della mitologia del "self-made man", Peckinpah fa la radiografia della loro ossatura capitalistica, facendo emergere l'anima reale del pionierismo e la realtà sottesa alla leggenda. E ancora una volta la storia di un perdente e di una sconfitta.
- Giovedì 30 novembre alle 21
Convoy - Trincea d'Asfalto, USA 1978, 110'
"Anatra di gomma", un capo-camionista, si ribella ai soprusi di un esoso poliziotto stradale e protesta, in Arizona, con decine e decine di camionisti solidali. Qualche cedimento e qualche stereotipo sono riscattati dal talento visionario di S. Peckinpah che offre momenti memorabili. La corsa dei camion sulla pista sabbiosa al ritmo di una canzone country è un pezzo d'antologia. Discontinuo anche perché maciullato al montaggio.
Serata speciale doppio spettacolo
- Mercoledì 6 dicembre alle 20,30
Cane di Paglia, USA 1971, 118'
Dal romanzo The Siege of Trenchers's farm di Gordon M. Williams. Intellettuale americano abita nella campagna inglese con la moglie che viene violentata da giovinastri del luogo. Ma quando vogliono entrargli in casa, si difende con tutti i mezzi. Lupo contro lupi, più astuto dei lupi. Film discutibile, discusso ma importante come saggio sulla violenza, fondato sulla teoria etologica dell'uomo "scimmia omicida" e della difesa del territorio. Coerente con il cinema di S. Peckinpah e le sue due anime, l'una violenta e l'altra nostalgica.
- Mercoledì 6 dicembre alle 22,30
La Croce di Ferro, USA 1977,133'
A differenza degli ufficiali che si battono per motivi di casta e per le medaglie, un sergentaccio della Wehrmacht e i suoi accoliti cercano di salvare la ghirba sul fronte russo, benché intrappolati nelle retrovie. Delirante ballo in maschera dove il bravo S. Peckinpah mette in campo tutte le risorse del suo talento visionario e allucinato per smitizzare la guerra e il cinema bellico con i suoi stereotipi. Tratto dal romanzo di Willi Heinrich La carne paziente. Seguito da Specchio per allodole.
- Giovedì 14 dicembre alle 20,30
The Wild Bunch: An Album in Montage, di Paul Seydor, USA 1996, 35'
Un backstage non autorizzato da Peckinpah, girato durante e dopo la lavorazione del film che ha rivoluzionato la storia del western e del cinema d'azione.
Sam Peckinpah: Un Portrait, di Umbero Berlenghini e Michelangelo Dalto, Francia - Italia 2006, 80'
Un ritratto a tutto tondo del maestro americano, che non tralascia manie e difetti ma ne mette in piena luce la grandezza.
- Segue alle ore 22,30
Peckinpah sul Piccolo Schermo: Speciale Serie TV
Per chiudere la rassegna una selezione dei migliori episodi di serie televisive girate dal regista per la TV americana e mai arrivate in Italia.
(Schede a cura degli organizzatori)
LA SCHEDA (fonte Wikipedia) - David Samuel Peckinpah (Fresno, California, 21 febbraio 1925 - Inglewood, California, 28 dicembre 1984), noto come Sam Peckinpah, è stato un regista statunitense. Peckinpah è stato probabilmente il regista che più di tutti ha rinnovato il genere western hollywoodiano, portando diversi elementi di originalità in un filone che sembrava ormai a corto di idee nuove. I suoi esordi nel mondo del cinema furono nelle vesti di sceneggiatore e come comparsa in alcuni film anni'50. Di solito viene ricordato per aver partecipato alla stesura della sceneggiatura di L'invasione degli ultracorpi (1956), popolare film di Robert Wise. Dietro la macchina da presa, Peckinpah portò con sé l'esperienza degli spaghetti-western. Secondo una sua dichiarazione "I western li sanno fare solo Sergio Leone e Monte Hellman". L'influenza di Leone è evidente soprattutto ne Il mucchio selvaggio (1969), mentre in Pat Garrett & Billy Kid (1972), con Bob Dylan, è evidente come le atmosfere epiche e decadenti del West al tramonto si ispirino a quelle di C'era una volta il West. Quest'ultimo film, tuttavia, fu distribuito con pesanti tagli e rimaneggiamenti da parte dei produttori.