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Aperte le prenotazioni per lo spettacolo del 2 febbraio

Dissezioni sonore in scena al teatro anatomico

18-01-2007 / Giorno per giorno

Il teatro anatomico della biblioteca Ariostea torna ad interpretare la propria originaria funzione, ospitando per un intero pomeriggio delicate operazioni di dissezione e manipolazione. Ma niente sangue o visioni macabre. Protagonisti dell'intervento saranno le musiche di quattro maestri del suono provenienti da diversi angoli del globo: Will Guthrie (Australia), Mattin (Paesi Baschi), Thomas Ankersmit (Olanda) e Philip Jeck (Gran Bretagna), che venerdì 2 febbraio, dalle 17 alle 20, intratterranno il pubblico ferrarese con un insolito spettacolo di manipolazione sonica dal titolo "Sound dissection".
La cornice dell'evento è quella del Netmage festival, manifestazione internazionale dedicata alle arti elettroniche che dal 25 al 27 gennaio darà vita, a palazzo Re Enzo di Bologna, ad un ricco programma di eventi sulla ricerca audiovisuale contemporanea (live-cinema, performance, ambienti, mixed-media, installazioni). L'iniziativa, giunta alla settima edizione, è curata dal network Xing e per la prima volta, ad una settimana di distanza dagli appuntamenti bolognesi, proporrà un'appendice nella nostra città, con il sostegno della Regione Emilia Romagna e la collaborazione del Comune di Ferrara.
La scelta operata dal direttore artistico del festival Daniele Gasparinetti, di utilizzare il teatro anatomico di palazzo Paradiso, come palcoscenico dello spettacolo dedicato alla "magia fisica del suono", si rifà proprio all'originaria funzione del luogo, pervenuto quasi intatto dal secolo dei lumi. Le caratteristiche particolari e la limitata capienza dell'ambiente consentiranno tuttavia la partecipazione all'evento ad un numero di persone non superiore a trenta per ciascuna delle quattro sezioni (di 40 minuti ciascuna) dello spettacolo. Il tutto con prenotazione obbligatoria al numero 051 331099. Gli spettatori potranno scegliere di assistere anche singolarmente alle diverse sessioni (costo singola sessione 7 euro, intero spettacolo 20 euro).

Le schede sugli artisti:

Will Guthrie (Australia)
oggetti amplificati, electronics
Will Guthrie è un percussionista australiano che usa strumenti auto-costruiti e oggetti amplificati, oltre a tamburi e cembali tradizionali. Il suo approccio non convenzionale alla musica e al suono spesso trascende i limiti della sua strumentazione. In Australia ha organizzato, promosso e presentato molti concerti, con l'intento di sviluppare e scoprire un'identità musicale australiana nei territori dell'improvvisazione. Dirige l'etichetta di musica sperimentale Antboy Music. Ha suonato in Australia, Cina, Giappone, Europa, ed è coinvolto in numerosi progetti interdisciplinari (danza, film, teatro, teatro di figura...). Si è esibito ed ha collaborato con molti musicisti della scena impro, tra i quali John Butcher, Chris Burn, Jason Kahn, Gert-Jan Prins, Tetuzi Akiyama, Eddie Prevost.

Mattin (Paesi Baschi)
computer feedback
Mattin usa i feedback generati dal computer per accentuare il processo e il carattere istantaneo della performance improvvisata. La maggior parte dell'esplorazione sonora di Mattin è radicata nel contrasto. Il contrasto tra volumi estremamente alti ed estremamente bassi, e tra il suono fisico e digitale del computer (evidenziando il distaccato monopolio dell'amplificazione nella diffusione del suono: oltre a suonare 'fisicamente' il 'case' del computer -ad esempio con l'ausilio di un archetto-, Mattin diffonde l'output digitale dello stesso direttamente dai suoi speaker integrati). L'aspetto performativo dell'improvvisazione col computer gli permette di esplorare i differenti significati che la rappresentazione visuale di queste pratiche può avere in differenti contesti. Negli anni passati Mattin ha inoltre sviluppato un interesse per l'uso di freeware (programmi gratuiti e privi di licenza) nella sua pratica artistica.
www.mattin.org

Thomas Ankersmit (NL)
sintetizzatore, laptop, sax
Thomas Ankersmit è compositore elettroacustico, sassofonista e autore di installazioni. Aperto alle collaborazioni più disparate con i protagonisti dell'elettronica d'avanguardia contemporanea, Ankersmit lavora in una traccia postminimal di esplorazione al limite dell'udibile delle sonorità strumentali seguendo un percorso rigoroso e radicale.

Philip Jeck (UK)
giradischi, effetti
Philip Jeck, compositore, coreografo e artista multimediale inglese, non è certo nuovo a prove sperimentali, soprattutto dopo aver vinto nel 1993 il premio della rivista Time Out per aver suonato dal vivo con ben 180 giradischi nella memorabile performance "Vinyl Requiem". Da sempre interessato alla degenerazione del vinile rispetto al suono originale, procede per accumulo, sovrapponendo elementi sonori e destrutturandoli ad arte. Philip Jeck ha studiato arti visuali al Dartington College of Arts, iniziando a lavorare con i giradischi, i registratori a nastro e l'elettronica nei primi anni '80. Dopo aver composto numerose colonne sonore ed esibendosi sia in solo, sia con compagnie teatrali e di danza tra cui Yolande Snaith Theatre-dance, Laurie Booth e Steve Paxton, si interessa ai delay per chitarra e alle tastiere elettroniche, per poi inoltrarsi nel campo della sperimentazione radicale: per generare i suoi loop Philip Jeck inizia così a versare colla sulla superficie dei vinili, creando quelli che lui definisce 'classici low-fi per la generazione elettronica': tra saturazione del suono, eco reiterati e frequenze ammalianti, sussurri melodici infranti da un percussivismo violento e ignoto. Nelle sue performance Jeck manomette i suoni provenienti da più giradischi, riuscendo a plasmare materialmente quanto riprodotto. Pubblica per Touch.
www.philipjeck.com


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